«Ti interessa collaborare con saggi, poesie o racconti?». Paga!

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2014-10-22

La ricetta per configgere la crisi dell’editoria? Passare all’equo/solidale

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Qualche mese fa mi arriva una mail da uno sconosciuto: «Ho sette progetti aperti (volumi collettanei) con l’editore deComporre Edizioni*» scrive. Segue l’elenco così composto: area disciplinare, titolo, a cura di (sconosciuto che manda la mail), data di consegna e prezzo/3 copie. Che vuol dire 85 euro (o 60 o quello che è) per 3 copie?
 
SVELATO IL MISTERO
«Anticipo a tutti che, in base all’ideologia equo/solidale e no profit delle mie iniziative, invierò a chi interessato i vari format esplicativi corrispondenti, che, con massima equità, prevederanno una quota minima di collaborazione ai costi di editing, stampa e spedizione (quota equivalente all’acquisto minimo di 3 copie, al costo indicato sopra)».
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Cioè: paghi per essere pubblicato! Ma vuoi mettere pubblicare con una casa editrice che ha una ideologia equo/solidale? No profit? Massima equità sempre garage?! Vediamo meglio: «Noi non siamo una casa editrice usuale» – prosegue la spiegazione della mission della casa editrice. «Proprio in merito a situazioni di case editrici che chiedono contributi economici terribili, che abbiamo vissuto tutti ho iniziato a gestire start-up gratuiti alla giovanissime case editrici (nella vita facevo il logistico e l’amministrativo)». Cioè: gli altri sono stronzissimi, chiedono un sacco di soldi e noi invece chiediamo meno di 100 euro! Meno di una tipografia, forse. Accorrete!
 
SE NON SIETE ANCORA CONVINTI…
Lasciate che vi spieghi ancora meglio: «Questo a comprendere la particolarità dei miei esperimenti artistici di editoria socialista e democratica, dove vari autori, sobbarcandosi i costi (minimi) dell’iniziativa, come una sorta di consorzio autori indipendenti, aiutano nello start-up giovani case editrici, con titolari/soci mai retribuiti (essendo associazioni no profit, non ci sono dividendi). Gli artisti si mobilitano (creatività e danaro), i soci si mobilitano (esecuzione e lavoro non retribuito), il mediatore, io, mi mobilito (organizzazione e lavoro non retribuito). Ciascuno, con danaro, esecuzione, organizzazione, contribuisce con una quota a creare il volume». Chiaro? Un consorzio indipendente! Una start-up! E poi come artista ti nobiliti, che altro vuoi? Ma non è ancora tutto. Puoi contribuire a tenere a bada il narcisismo. «Per evitare narcisismi artistici ho messo a servizio la mia ideologia equo/solidale allo sviluppo di giovani case editrici no profit. deComporre non è una società, io non sono retribuito, i soci non sono retribuiti (http://www.decomporredizioni.com/)». E la «casa editrice deComporre Edizioni è NO PROFIT certificata» mica ci stanno raccontando cazzate eh.
decomporre
 
ANCORA TU
Oggi è direttamente la casa editrice certificata a mandarmi un mail che è uguale a quella inviatami dallo sconosciuto. Mi pare tutto identico tranne il nome della casa editrice («Per evitare narcisismi artistici abbiamo messo a servizio una ideologia equo/solidale allo sviluppo di giovani case editrici (www.liminamentis.com)») e i titoli che sono in rosso per valorizzare il catalogo.
titoli rosso
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Allora, «ti interessa collaborare con saggi, poesie o racconti?». Se volete posso metterci una buona parola.
* Il 18 dicembre 2014 abbiamo pubblicato questa precisazione da parte di deComporre.

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