Eclissi: come il clan Spada si è preso Ostia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-01-25

«Ti spezzo tutte le costole … io pijo le tenaglie e ti strappo i denti…»: le intercettazioni dell’ordinanza che ha portato in galera la mafia di Ostia. La costruzione del potere criminale nel litorale. La cacciata della concorrenza mafiosa. Le videolottery e lo spaccio. E l’espropriazione di una casa popolare

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«Ti spezzo tutte le costole … io pijo le tenaglie e ti strappo i denti…»: tra le intercettazioni allegate all’ordinanza che ha portato in galera 32 persone oggi accusate di usura, estorsione, spaccio e associazione mafiosa a Ostia ci sono anche frasi come questa, che vengono rivolte da un indagato alla vittima di un’estorsione. Tra gli arrestati molti componenti del clan Spada.

La mafia a Ostia e il clan Spada

La famiglia di origine sinti viene raccontata dal GIP nell’ordinanza come un’organizzazione ferrea basata sul vincolo familistico, base della forza e della pervasività criminale. Ai vertici i tre fratelli, Carmine, Roberto e Ottavio, figli del capostipite Enrico morto nel 2016. A capo del clan Carmine Spada, 51 anni, che nell’ordinanza viene definito come “promotore e vertice dell’organizzazione, responsabile di impartire ordini e direttive in ordine al controllo del territorio, ai fatti di sangue, alla gestione delle attività delittuose”. Numero due è il fratello Roberto Spada, 43 anni, salito agli onori della cronaca per la testata data ad un giornalista della RAI il 7 novembre scorso. Roberto “condivide con Carmine, detto Romoletto, le scelte strategiche del sodalizio ed è dotato di potere decisionale”.
roberto spada
Fratello di Carmine e Roberto è anche Ottavio, detto Maciste o Romolo, del 1963, “con funzioni di organizzazione dell’associazione, operando anche in prima persona per l’esazione di somme dovute all’organizzazione a titolo di estorsione e usura”. Altre figure di spicco del clan sono Armando e Ottavio Spada jr (rispettivamente cugino e nipote di Carmine, Roberto e Ottavio, ndr) quest’ultimo “si muove nell’ambito dei settori degli stupefacenti, delle armi e delle intimidazioni, nei quali settori svolge sia funzioni di coordinamento che di operatività diretta”. I fratelli Silvano e Massimiliano Spada e Vittorio Spada, tutti e tre cugini di Roberto, Carmine e Ottavio, si occupavano delle “armi, delle intimidazioni e degli stupefacenti”. A Claudio Fiore e Alessandro Rossi spettava invece il ruolo di scorta personale dei boss.

Come comanda il clan Spada 

“Un associazione a delinquere di stampo mafioso, quale è quella degli Spada, che ha provocato un profondo degrado sul territorio, consentendo il dilagare di reati gravissimi e lesivi di beni primari”, scrive il gip Simonetta D’Alessandro nell’ordinanza. Gli Spada hanno messo in piedi, secondo chi indaga, “un sodalizio che ha fondato la sua potenza sull’organizzazione a base familistica e sulla ripartizione delle competenze, consentendo al complesso dei soggetti chiamati a rispondere anche solo di reati satellite di gravitare in un’area di impunità, scaturente dalla forza evocativa e minatoria del nome degli Spada”. “L’attività investigativa ripercorre l’ultimo decennio di indagini effettuate nel territorio di Ostia – scrive il giudice – ed evidenzia l’ormai profonda penetrazione della criminalità organizzata nelle attività economiche del litorale”. Per il gip è “in atto, da anni ormai, un continuo riposizionamento delle zone di influenza, come si evince dalla ininterrotta serie di attentati e di atti intimidatori che hanno interessato il litorale”.
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Tra questi “spicca la gambizzazione di Massimo Cardoni, avvenuta ad Ostia ma soprattutto il duplice omicidio in danno di Giovanni Galleoni capo indiscusso del clan Baficchio, e di Francesco Antonini, commesso nel 2011 ad Ostia, dal clan Spada”. Per il gip questi eventi hanno segnato la progressiva erosione del potere criminale dei Baficchio (organizzazione criminale anch’essa di base familiare costituita dalle famiglie Galleoni-Cardoni), e la definitiva ascesa del clan Spada”.

Clan Spada, gli arrestati

Il Faronline pubblica l’elenco degli arrestati:
Carmine Spada detto Romoletto (anno di nascita 1967) ritenuto il capo per aver impartito ordini e direttive in fatti di sangue, estorsione, usura, traffico di stupefacenti, detenzione di armi da sparo e gestione di attività economiche.
Roberto Spada (1975) fratello di Carmine e di Ottavio, già in carcere per aver aggredito con una testata il giornalista della trasmissione “Nemo”.
Ottavio Spada detto Maciste (1963) fratello di Roberto e Carmine.
Armando Spada (1967).
Juan Carlo Spada (1990) e Francesco Spada (1987) figli di Armando.
Francesco De Silvio detto Ube (1979).
Alessandro Rossi (1966).
Abdelgawad Nader Amna Sauber detto L’egiziano (1986) latitante non presente sul territorio nazionale.
Saber Maglioli (1990).
Ramy Serour (1990).
Samy Serour (1988).
Carlo Franzese (1976).
Mauro Carfagna (1975).
Stefano De Dominicis detto Bambino (1966).
Roberto Pergola detto Cappottone (1966) e Daniele (1977).
Claudio Galatioto (1951).
Roberto Sassi detto Alaskino (1957).
Fabrizio Rutilo (1990).
Claudio Fiore (1970).
Fabio Fabi (1978).
Mauro Caramia (1964).
Ottavio Spada detto Marco (1989) e Vittorio detto Manolo (1991) fratelli tra loro.
Massimiliano Spada (1976) e Silvano Spada (1984) fratelli tra loro.
Roberto Spada detto Zibba (1987) e Enrico detto Macistino o Il Magnifico (1986) figli di Ottavio.
Nando De Silvio (1978).
Ruben Nelson Alvez Del Puerto uruguaiano (1989) detenuto per aver partecipato don Roberto Spada all’aggressione della troupe della trasmissione “Nemo”.
Massimo Massimiani detto Lelli (1983).

Le intercettazioni

Nelle intercettazioni si sente ad esempio il titolare di un’attività commerciale che paga il pizzo agli Spada: “Purtroppo questo a me mi hanno chiesto e l’ho dovuto fa! Se vuoi stare qua sennò ogni notte è buona per la tanica! Meglio stare con gli Spada”. E ancora: “Io campo di questo lavoro…” disse al malcapitato di turno. Altrettanto significativa riguardo la mafiosità del clan è la conversazione in cui Fabrizio Rutilo, nel minacciare un’altra vittima, afferma “ti dovrei spacca’ solo la faccia… tu domani vieni e mi parli in faccia.. perché io ti vengo a cercare… prendo tua madre e tuo padre… hai preso la persona sbagliata… io te sto a da’ un consiglio.. ti faccio cercare da tutta Ostia… sai che vuol di’? ti spezzo tutte le costole … io pijo le tenaglie e ti strappo i denti…”.

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Gli spari alla porta del clan Spada

Carmine e Roberto Spada sono accusati di essere i mandanti del duplice omicidio Galleoni-Antonini avvenuto nel 2011. Per gli inquirenti, il duplice omicidio di Giovanni Galleone e di Francesco Antonini ha segnato la “progressiva erosione del potere criminale dei Baficchio” e la”definitiva ascesa del clan Spada”. Dalle investigazioni è emerso come Carmine sia stato vittima di agguati a colpi di pistola avvenuti ad Ostia lido il primo il 4 novembre 2016 all’interno del distributore di benzina Tamoil, il secondo l’8 novembre 2016 davanti alla sua abitazione. Episodi mai denunciati, di cui si è avuta contezza grazie ai servizi di intercettazioni e videoregistrazione, particolare che “conferma la mafiosità del clan e il clima di omertà vigente in Ostia”. La vicenda è di rilievo perchè registra “nel momento massimamente critico ed emergenziale della elaborazione di una strategia di reazione agli attentati alla figura apicale dell’organizzazione, l’intervento della famiglia Fasciani – tramite Giuseppe Fasciani detto Floro, fratello di Carmine Fasciani attualmente in regime di detenzione speciale ex art.41 bis O.P. Detto intervento conferma l’alleanza tra le due organizzazioni Spada e Fasciani già riferita dai collaboratori di giustizia e confermata dalle pregresse investigazioni”.

La famiglia Fasciani e il Clan Spada

Grazie alla detenzione dei principali componenti della famiglia Fasciani e al progressivo ridimensionamento della famiglia ‘Baficchio’, la famiglia Spada, racconta l’ordinanza, è diventata nel territorio di Ostia ed è alleata con il clan Fasciani nel controllo del territorio di Ostia. Le indagini oltre a ricostruire l’organigramma del clan mafioso e a confermare l’alleanza con la famiglia Fasciani, fanno luce anche sugli interessi economici e le attività delinquenziali svolte sul territorio dagli Spada, che spaziano dal traffico di sostanze stupefacenti, all’usura, alle estorsioni e all’infiltrazione nel tessuto socio-economico del territorio lidense. La conferma dell’inquinamento delle attività economiche proviene dalla presenza, quali soci di fatto, di appartenenti al clan Spada in attività imprenditoriali di gestione delle sale giochi di Ostia, nonché di gestione di numerosi apparecchi elettronici da intrattenimento – cosiddette Videoslot/Videolottery – installati all’interno di esercizi commerciali. A conferma della capacità e pericolosità dell’organizzazione, le indagini hanno evidenziato l’agire continuo di Carmine Spada al fine di estendere il controllo dell’installazione delle macchinette mediante l’acquisizione di nuove attività commerciali a Ostia Lido, con il tentativo di giungere anche in altre zone della Capitale.

Tra le carte c’è anche il racconto di quando Roberto Spada, in seguito al mancato pagamento di una partita di hashish, avrebbe costretto la madre di un “corriere” a cedergli l’appartamento assegnatole dal Comune di Roma.”Il 7 ottobre quando abbiamo arrestato Roberto Spada – ha detto il comandante dei carabinieri del Gruppo di Ostia, il colonnello Pasqualino Toscani – era nell’appartamento di oltre cento metri quadrati che aveva sottratto alla donna”.

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