E Salvini invoca il legittimo impedimento per scappare dal processo per vilipendio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-11

Il giudice, dopo aver svolto accertamenti in camera di consiglio, ha respinto la richiesta del legale di Salvini: «Dall’esame del resoconto stenografico dei lavori dell’aula del Senato – ha detto il giudice in aula – emerge che il calendario dei lavori del Senato per la trattazione della legge di Bilancio è stato spostato all’11 dicembre»

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Ieri doveva celebrarsi la prima udienza del processo che vede imputato il senatore Matteo Salvini, già ministro dell’Interno nel primo governo Conte. Il reato è quello di vilipendio all’ordine giudiziario. Il vicepremier e ministro dell’Interno nel febbraio 2016, durante un comizio a Collegno, aveva pronunciato frasi ritenute offensive nei confronti della magistratura italiana.

E Salvini invocò il legittimo impedimento per scappare dal processo per vilipendio

Queste le frasi pronunciate dal segretario della Lega Nord nel febbraio 2016: «Qualcuno usa gli stronzi che mal amministrano la giustizia. Se so che qualcuno, nella Lega, sbaglia sono il primo a prenderlo a calci nel c… e a sbatterlo fuori – aveva detto Salvini -. Ma Edoardo Rixi è un fratello e lo difenderò fino all’ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana che è un cancro da estirpare. Si preoccupi piuttosto della mafia e della camorra, che sono arrivate fino al Nord”. Salvini si riferiva all’indagine sulla Rimborsopoli ligure che vedeva l’allora l’assessore del Carroccio, poi sottosegretario ai Trasporti, tra i rinviati a giudizio (in seguito è stato condannato e ha dovuto lasciare il governo). Ebbene, ieri Salvini ha invocato il legittimo impedimento, che il giudice ha però respinto. Racconta oggi La Stampa:

Il giudice della sesta sezione penale Roberto Ruscello, dopo aver svolto accertamenti in camera di consiglio, ha respinto la richiesta del legale Claudia Eccher: «Dall’esame del resoconto stenografico dei lavori dell’aula del Senato – ha detto il giudice in aula – emerge che il calendario dei lavori del Senato per la trattazione della legge di Bilancio è stato spostato all’11 dicembre. E – ha aggiunto – come risultasse in corso una commissione permanente bilancio di cui però Salvini non fa parte». Via al processo dunque, ma solo nel pomeriggio.

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Perché di mattina una trentina di sostenitori di Salvini aveva recitato un rosario appena fuori dall’ingresso principale del Tribunale in via Giovanni Falcone. Adesione bassa. Nel merito del processo ieri sono stati ascoltati dirigenti e poliziotti della Digos delegati dall’allora procuratore capo Armando Spataro a ricostruire cosa disse Salvini al convegno della Lega che si svolse a Collegno il 14 febbraio 2016 e che gli costa oggi l’imputazione di vilipendio della magistratura. E’ stato proiettato un doppio video. Uno in cui Salvini, fuori dalla sala del meeting, parla coi giornalisti di temi politici, un altro, all’interno e in coda al convegno, in cui l’ex ministro attacca pesantemente la magistratura. Disse: «Qualcuno usa gli stronzi che mal amministrano la giustizia. Difenderò qualunque leghista – disse Salvini – che venga indagato da quella schifezza che è la magistratura italiana che è un cancro da estirpare».

Per il suo legale «le frasi vanno contestualizzate».

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