Draghi e finanza

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In uno sforzo ulteriore di garantire la sicurezza dei viaggi aerei (ma anche, stando ai soliti maligni, con una manifestazione fuori tempo massimo di odio di classe e invidia per i ricchi), il governo ha introdotto una tassa speciale per i possessori di draghi: da oggi in poi si pagherà infatti, oltre al regolare bollo annuale, anche una certa somma per ogni volta che il drago si alza in volo e affianca in cielo gli aeromobili civili o militari.
Pare infatti che i piloti, quando i loro apparecchi vengono affiancati dai poderosi draghi o comunque quando li percepiscono nel proprio campo visivo, si sentano sminuiti e svuotati di significato dall’eleganza e dalla maestosità delle bestie squamate; e per questo accade di solito che chi è alla guida dell’aereo decida di cambiare vita, tentando l’immediato atterraggio di fortuna per poter poi iniziare una nuova vita dedicata al disegno tecnico.

In ogni caso, le restrizioni al volo e la manutenzione costosissima hanno costretto molti proprietari di draghi a disfarsi dei propri animali, consegnati a circhi tristissimi o abbandonati nei draghili. Qui le bestie conducono una vita triste e senza scopo negli hangar destinati a gabbie, sgranocchiando capre e componendo haiku di lievissima malinconia; ma nessuno li ascolta e gli editori italiani continuano a pubblicare merda nelle antologie poetiche.