Cosa c’è da aspettarsi dalle “comunicazioni” di Draghi alle Camere di mercoledì

Categorie: Attualità, Politica

Mercoledì 20 luglio Mario Draghi sarà di fronte alle Camere e i partiti dovranno decidere se continuare ad appoggiare l'esecutivo o sfilarsi dalla maggioranza

La decisione di Mattarella di respingere le dimissioni presentate da Mario Draghi dopo la sfiducia del Movimento 5 Stelle sul dl Aiuti e di mandare il presidente del Consiglio alle Camere per le “comunicazioni” ha parlamentarizzato la crisi di governo e ha un sottotesto molto chiaro: o si trova il modo di ripartire da dove si è interrotto, o l’unica soluzione sono le elezioni anticipate. Dopo una due giorni molto importante, che vedrà l’ex presidente della Bce impegnato in Algeria il 18 e 19 luglio per firmare un importante accordo sui nuovi approvvigionamenti di gas dal Nordafrica, mercoledì 20 Draghi sarà di fronte al Parlamento alla ricerca di numeri.



Cosa c’è da aspettarsi dalle “comunicazioni” di Draghi alle Camere di mercoledì

Determinante sarà capire quanti e quali saranno quelli disposti a continuare a far parte della maggioranza, tenendo conto – sullo sfondo – della volontà del premier di non proseguire l’esperienza di governo. Anche se, stando a un retroscena di Repubblica, questa posizione potrebbe ammorbidirsi in caso tutti i soggetti che sostengono l’attuale maggioranza glielo chiedessero. Tra cinque giorni, quindi, i partiti saranno spalle al muro, costretti ad assumersi la responsabilità della propria scelta di fronte al Paese. Il Pd ha già fatto sapere di voler tentare di ricucire lo strappo, mentre Italia Viva sostiene che Draghi possa andare avanti anche senza il Movimento 5 Stelle. Forza Italia tentenna ma non ha mai nascosto la stima per l’ex presidente della Bce, mentre il vero ago della bilancia sarà la Lega, in bilico tra il chiedere “elezioni anticipate” (mantra di Fratelli d’Italia) e il non staccarsi troppo dagli azzurri per evitare di restare isolati. Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, i grillini sarebbero disposti a votare nuovamente la fiducia al governo, sancendo di fatto la “vittoria tattica” di Conte che aveva fatto del voto di ieri in Senato una questione specifica e non riguardante l’esecutivo. Il dl Aiuti contiene infatti una norma per la costruzione di un termovalorizzatore a Roma che non piace ai pentastellati.

La posizione del M5S e l’ipotesi elezioni anticipate

La capogruppo alla Camera Mariolina Castellone lo ha precisato davanti alle telecamere di Rainews24: la fiducia ci sarà “se nel programma politico saranno inclusi i punti prioritari consegnati nella lettera (di Conte, ndr) al premier”. Conte che, secondo il giornale diretto da Marco Travaglio, starebbe pensando invece di “andare fino in fondo” passando all’opposizione, cercando però di evitare le elezioni anticipate. Soluzione paventata da un “autorevole ministro” citato dal Corriere della Sera, secondo cui “la data del decreto di scioglimento delle Camere sarà fissata al 20 luglio”, giorno delle comunicazioni del premier in Parlamento: “Grazie a quel decreto —proseguiva il ministro —si potrà votare anche il 25 settembre, per garantire al prossimo governo di redigere la Finanziaria”.