Il doppio lavoro degli autisti ATAC

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-07-19

La più grande partecipata dei trasporti pubblici avrebbe avviato una serie di indagini interne per capire quanti dei suoi 11.771 dipendenti gonfino i guadagni con attività esterne mai dichiarate all’ufficio del personale

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Lorenzo De Cicco sul Messaggero di oggi firma uno spassoso articolo che racconta del doppio lavoro degli autisti ATAC. La più grande partecipata dei trasporti pubblici d’Italia avrebbe avviato una serie di indagini interne per capire quanti dei suoi 11.771 dipendenti (di cui 5.560 autisti, 517 macchinisti e 1.651 operai delle officine) gonfino i guadagni con attività esterne mai dichiarate all’ufficio del personale. Di più: il sospetto è che in tanti svolgano il secondo (in alcuni casi il terzo) impiego anche durante l’orario di servizio pagato dalla partecipata del Campidoglio, e quindi dai romani.

Un autista di Acilia, parcheggiato il bus in deposito, passa il pomeriggio a lavorare in una ditta di traslochi. Un altro conducente è famoso nei garage di Grottarossa come il cassamortaro, perché arrotonda lo stipendio aiutando, “a chiamata”, un’impresa di pompe funebri vicino casa. Poi c’è il piastrellista che ha rifatto il bagno a diversi colleghi macchinisti – a prezzi di favore, s’intende – e l’elettricista, anche lui generoso negli sconti con gli altri addetti della metro. Tutti dipendenti dell’Atac, tutti col doppio lavoro.

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I numeri dell’ATAC (Corriere della Sera, 16 luglio 2017)

Il quotidiano racconta che l’ATAC ha cominciato a indagare quando i vertici si sono resi conto che il tasso di assenteismo percentuale è il doppio di quello di ATM a Milano:
Basta mettere a confronto i numeri dell’ultimo rapporto sulle presenze in servizio. All’Atac, nel primo trimestre del 2017, si è assentato il 12,1% dei lavoratori, senza considerare ferie e riposi settimanali. All’Atm, l’azienda dei trasporti meneghini, il tasso di assenza nello stesso periodo è del 6,8%. Significa che ogni giorno, nella partecipata del Campidoglio, circa 1.400 dipendenti danno forfait.

Di questi, 750 sono autisti o macchinisti, oltre la metà dei quali non timbra il cartellino per presunti «problemi di salute». Una delle percentuali più alte è quella dei macchinisti (12,5 per cento di assenze), con le malattie che pesano per il 5,5 per cento e i permessi legati alla legge 104 per il 2,5 per cento.
Le indagini avviate nelle ultime settimane dai vertici dell’Atac hanno fatto venire fuori un’altra anomalia. Riguarda le ore di guida effettiva dei macchinisti. Da contratto sarebbero 5 per la metro A e4 e mezzo per la metro B. Ma nei fatti, in base ad alcuni controlli interni, sarebbero molto più basse, mediamente di poco superiori alle tre ore.

Leggi sull’argomento: I numeri dell’ATAC: ogni giorno assenti 12 su 100

 

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