Don Edoardo Scordio: chi è il parroco arrestato per il CARA di Isola Capo Rizzuto

Categorie: Attualità, Fatti

La Misericordia gestisce il Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Isola, uno dei più grandi d'Europa, che secondo le indagini sarebbe stato controllato dalla cosca Arena. Il parroco e l'imprenditore Sacco sono accusati di associazione mafiosa, oltre a vari reati finanziari e di diversi casi di malversazione

Tra i fermati nell’operazione di ‘ndrangheta contro la cosca Arena c’è anche Don Edoardo Scordio, parroco di Isola Capo Rizzuto, insieme al capo della Misericordia di Isola Capo Rizzuto Leonardo Sacco.



Don Edoardo Scordio: chi è il parroco arrestato per il CARA di Isola Capo Rizzuto

La Misericordia gestisce il Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Isola, uno dei più grandi d’Europa, che secondo le indagini sarebbe stato controllato dalla cosca Arena. I due sono accusati di associazione mafiosa, oltre a vari reati finanziari e di diversi casi di malversazione, reati aggravati dalle finalità mafiose. La struttura Sant’Anna, posizionata in una vecchia area militare, lungo la statale 106, è una delle più grandi in Italia ed è capace di ospitare oltre 1600 persone al giorno. Più volte, in questi ultimi anni, erano emersi possibili collegamenti tra la ‘ndrangheta, la gestione del centro immigrati, collegamenti evidenziati nel provvedimento di fermo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.

Il CARA di Isola Capo Rizzuto

La Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia ha espresso “forte preoccupazione per il fermo di Don Edoardo Scordio e di Leonardo Sacco rispettivamente Correttore e Governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto: otto secoli di storia non vengono cancellati da fatti, seppure presunti, così gravi e pesanti, continueremo a dare le risposte ai cittadini e alla popolazione più debole dando continuità ai servizi svolti dalla Misericordia non facendo mancare la risposta ai bisogni di assistenza e di carità”.

I 132mila euro come note di debito

Secondo gli atti della Dda di Catanzaro Don Edoardo Scordio avrebbe ricevuto 132mila euro nel solo anno 2017 a titolo di prestito/contributo e pagamento di note di debito “per servizi di assistenza spirituale” che avrebbe reso ai profughi ospiti della struttura. Don Scordio, indicato come “gestore occulto” della Confraternita della Misericordia, sarebbe stato organizzatore di un vero e proprio sistema di sfruttamento delle risorse pubbliche destinate all’emergenza profughi, riuscendo ad aggregare le capacita’ criminali della cosca Arena e quelle manageriali di Leonardo Sacco, 38 anni, governatore dell’associazione benefica, da lui fondata.

Leonardo Sacco con Silvio Berlusconi (foto da: L’Espresso)

Sarebbe stato documentato come la cosca , attraverso l’operato di Leonardo Sacco, governatore dell’associazione di volontariato “Fraternita di Misericordia” di Isola di Capo Rizzuto, nonche’ presidente della Cofraternita Interregionale della Calabria e Basilicata, si sia aggiudicata gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per la gestione dei servizi, in particolare quello di catering, relativi al funzionamento dei centri di accoglienza richiedenti asilo “Sant’Anna” di Isola di Capo Rizzuto e di Lampedusa, affidati in sub appalto a favore di imprese costituite ad hoc dagli Arena e da altre famiglie di ‘ndrangheta per spartirsi i fondi destinati all’accoglienza dei migranti. In particolare, le indagini hanno documentato come le società di catering riconducibili ai cugini Antonio e Fernando Poerio, nonche’ ad Angelo Muraca, dal 2001 abbiano ricevuto, inizialmente con la procedura dell’affidamento diretto e successivamente in subappalto, la gestione del servizio mensa del centro di accoglienza di Isola la cui conduzione era stata ottenuta dall’associazione di volontariato “Fraternita di Misericordia”.
Leonardo Sacco con Angelino Alfano nel 2011

L’affidamento avveniva, sino al 2009 in via d’urgenza, in ragione dello stato di emergenza dovuto all’eccezionale afflusso di extracomunitari che giungevano irregolarmente sul territorio nazionale, poi grazie a tre gare d’appalto vinte. Al riguardo, le indagini hanno evidenziato come l’organizzazione criminale, al fine di neutralizzare le interdittive antimafia che nel tempo avevano colpito le sue societa’ di catering, avesse provveduto piu’ volte a mutamenti della ragione sociale e dei legali rappresentanti delle aziende controllate, proprio per mantenere inalterato il controllo della filiera dei servizi necessari al C.A.R.A.



La ‘ndrangheta e l’accoglienza ai migranti

Don Edoardo Scordio era coordinatore delle Misericordie di Crotone mentre l’anno scorso aveva festeggiato nel paese il 40ennale del suo sacerdozio. Nel marzo scorso Scordio aveva denunciato i “gruppi satanici” nella provincia di Crotone, dopo un furto nella chiesa di San Rocco:

«Il diavolo esiste, eccome. E chi si mette nella sua orbita ne paga pesantemente le conseguenze. Faccio un esempio concreto. Una notte è suonato il mio campanello alle 2,30. Era un gruppo di giovani che avevano portato con sè un un altro ragazzo che da ore continuava a ridere e non riuscivano a farlo smettere. Hanno confessato, poi, che erano reduci da una seduta spiritica. Abbiamo passato tutta la notte a pregare ed a compiere atti di riparazione e, non subito, il ragazzo si è poi ripreso. Ci sono, però, giovani che non si riprendono più, perché hanno rovinato la propria vita e che brancolano nel buio. Ne conosco, personalmente, qualcuno che si è perso totalmente alla vita».



Istituito nel giugno del 1999, il Centro per richiedenti asilo (Cara) di Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, con una disponibilità di 1.216 posti, è oggi il centro per migranti più grande d’Europa, in seguito al ridimensionamento del centro di Mineo. La struttura, che secondo la Dda di Catanzaro sarebbe sotto l’influenza del clan della ‘ndrangheta facente capo agli Arena, sorge di fronte all’aeroporto di Crotone ed ha ospitato fino al 2015 anche un Centro di identificazione ed espulsione, poi chiuso in seguito ad una rivolta. Si appresta a diventare uno degli Hub per migranti che il ministero dell’Interno ha individuato in ogni Regione d’Italia. Gestito direttamente dalla Prefettura, nel 2012 i servizi interni al Cara di Sant’Anna sono stati affidati, tramite gara d’appalto, alla Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia che ha partecipato attraverso la Misericordia di Isola Capo Rizzuto della quale è governatore Leonardo Sacco. Nel 2016 la Prefettura ha bandito la nuova gara che è stata vinta da un’Ati costituita dalla Miser Icr e altre imprese locali. Il bando vale 16 milioni di euro all’anno. All’interno del Cara lavorano circa 150 operatori.

L’evoluzione del clan Arena

Quello degli Arena è uno dei clan di ‘ndrangheta più potenti e rispettati dalle altre cosche. Il predominio esercitato dalla cosca sul territorio del centro del Crotonese affonda le sue radici gia’ negli anni Settanta, ma con il passare del tempo la “famiglia” retta dal boss Nicola Arena, oggi ultraottantenne, si è affermato ben oltre i confini della piccola cittadina ionica fino a diventare uno dei punti di riferimento della mafia calabrese. La cosca e’ attiva soprattutto nel campo delle estorsioni, in particolare ai danni dei primi villaggi turistici sorti nella zona. Un business che con il passare del tempo diventa centrale tanto da estendersi su gran parte della fascia ionica. La cosca Arena, come hanno dimostrato diverse inchieste della magistratura antimafia, controlla infatti numerose attività economiche e commerciali non solo nel Crotonese, ma anche nella provincia di Catanzaro dove intanto ha stretto alleanze con i clan locali.
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I proventi delle estorsioni e del traffico di droga, che nel frattempo è diventato centrale per il potente clan di Isola Capo Rizzuto, vengono reinvestiti spesso anche in attivita’ apparentemente lecite, al sud come al nord d’Italia. Una delle più recenti indagini della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, indica la cosca Arena come la vera padrona del parco eolico sorto nella zona, uno dei piu’ grandi d’Europa, che nelle scorse settimane e’ stato sequestrato dalla magistratura per la terza volta. Inevitabile lo scontro con altre organizzazioni mafiose presenti sul territorio per arrivare al pieno controllo dei traffici illeciti, punteggiato da numerosi omicidi; come quello che nei primi anni 2000 ha contrapposto gli Arena al clan Nicoscia, un tempo loro alleato, sfociato nell’omicidio di Carmine Arena assassinato a colpi di bazooka, e alla altrettanto potente cosca di Cutro che fa capo al boss Nicolino Grande Aracri.
Foto copertina da Isolacaporizzuto.net