Il dilemma candidature nel MoVimento 5 Stelle

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-11-30

Ieri in Assemblea il M5S ha cominciato a parlare delle ricandidature. Ma senza fornire garanzie a deputati e senatori già eletti. C’è chi parla di recall ma è un’ipotesi impraticabile. E i rischi con la nuova legge elettorale sono tanti

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Ieri si è svolta alla chetichella una interessante assemblea congiunta degli eletti del MoVimento 5 Stelle con all’ordine del giorno un argomento di grande attualità: le ricandidature. La nuova legge elettorale infatti, per come è stata costruita, offre infatti una serie di problemi per le regole attuali del M5S, ma per ora – come è emerso in serata – nessuno ha deciso come scioglierle.

Il dilemma candidature nel MoVimento 5 Stelle

“Non credo che cambieremo dei punti sui quali abbiamo fatto la nostra battaglia sul Rosatellum”, ha spiegato ieri un parlamentare all’agenzia di stampa ANSA, ma la dichiarazione è contraddittoria perché subito dopo sosteneva che chi corre negli uninominali possa essere inserito anche nel listino collegato. Questo significa doppia candidatura, ovvero possibilità di correre sia nel collegio uninominale, dove verrà però eletto un solo candidato tra quelli di centrodestra, centrosinistra, sinistra e M5S che si candideranno, sia nel listino proporzionale.

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La scheda del Rosatellum Bis e le due possibilità di voto

Secondo le indiscrezioni a correre negli uninominali dovrebbe essere il capolista, ovvero chi, nelle parlamentarie organizzate in corrispondenza di ciascun collegio, prenderà più voti. Nelle prossime settimane l’impianto avrà una sua ufficialità in un contesto nel quale, tra i parlamentari, si fa la conta di chi non ha intenzione di ricandidarsi. Ma già qui sorge un problema: uno degli elementi caratteristici del collegio uninominale è che ci si gioca molto sulla notorietà: quindi i parlamentari dovrebbero essere avvantaggiati rispetto ai semplici attivisti nella sfida dei collegi.

Il problema del M5S con il Rosatellum

Il Rosatellum poi non prevede neanche il voto disgiunto, anzi: il voto al candidato del collegio si estende al listino proporzionale e viceversa. Quindi sarà impossibile quanto successo in Sicilia, dove i voti per Giancarlo Cancelleri governatore sono stati di più di quelli dati al MoVimento 5 Stelle. E allora come risolvere questo problema? Ieri, scrive l’Adn Kronos,  la senatrice Paola Taverna, tra i volti più noti del Movimento, ha chiesto di prevedere il recall  per confermare senatori e deputati che aspirano al secondo mandato in Parlamento. Una corsia preferenziale per gli eletti uscenti, così da non correre il rischio di vedere mancate conferme tra le file grilline in attesa delle regole per le ‘parlamentarie’ allo studio dei vertici (Casaleggio-Grillo-Di Maio). Ma da Luigi Di Maio è arrivato un no secco. Perché, ha spiegato il candidato premier del Movimento ai presenti, l’istituto del ‘recall’ non è previsto dallo Statuto e, introducendolo, i 5 Stelle rischierebbero ricorsi su ricorsi.
paola taverna
Quella del recall era sicuramente la soluzione più semplice. Mentre con una gara aperta sin dall’inizio, ragionano in molti, rischia soprattutto chi viene da piccole province dove ci sono pochi attivisti e ci si gioca il posto con pochi voti. Senza contare quei parlamentari che in questi anni hanno avuto scontri e contrasti sul territorio con gli attivisti e magari sono più popolari presso il grande pubblico che nel proprio territorio.

La paura fa 90

Ecco perché sarà il meccanismo scelto per decidere le candidature ad avere la maggiore influenza sui nomi che arriveranno a candidarsi. Non solo: vista la situazione del corpo elettorale, chi è candidato nei collegi uninominali rischia di non essere eletto, mentre la strada potrebbe essere più semplice per chi viene candidato nel listino proporzionale. Con il risultato-beffa che chi trionfa su Rousseau rischia poi di ritrovarsi fuori dal parlamento.

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Rosatellum, a chi andranno i collegi uninominali (Il Messaggero, 8 novembre 2017)

Ecco perché la questione della doppia candidatura (nel collegio uninominale e nel listino proporzionale) dovrà essere in qualche modo accettata dal MoVimento 5 Stelle: perché così si potrà offrire un paracadute ai candidati nel collegio uninominale che dovessero perdere la sfida. E pazienza se questo significherà accettare le regole del gioco che si sono contestate fino all’altroieri.

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