Il difficile rapporto di Luigi Di Maio con la realtà

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-07-14

Ogni giorno Luigi Di Maio si sveglia e sa che dovrà recitare la parte della vittima e dare la colpa di tutte le sue disgrazie ai giornalisti. Oggi però Di Maio ha fatto un vero capolavoro di distorsione della realtà

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Luigi Di Maio stamattina si è svegliato molto arrabbiato con i giornali e ha deciso di cantargliele chiare e forti dalla sua pagina Facebook. Come al solito, Di Maio ha un problema grosso come una casa con la realtà e tende a inventare accuse e insulti per fare vittimismo. Andiamo a vedere di cosa si lamenta.

– Mi si fa passare per un indagato per mafia, quando è una delle tante querele che ho che si aggiungono a quelle archiviate. In questo caso per una frase totalmente inoffensiva nella quale non ho nemmeno pronunciato il nome della Cassimatis.

In realtà nessun giornale italiano fa passare Luigi Di Maio per indagato per mafia. Oggi sui giornali si racconta invece della querela per diffamazione e della sua iscrizione nel registro degli indagati per quello che lo stesso Di Maio ha detto riferendosi chiaramente a Cassimatis, anche se oggi nega che stava parlando di lei. «I cittadini — aveva detto il vicepresidente — apprezzano sempre quando una forza politica allontana chi si approfitta della stessa. Alcuni si fanno eleggere con questa e dopo poco passano al gruppo misto». Per Di Maio i giornali lo fanno passare “per un indagato per mafia” ma non è così perché tutti i giornali hanno fatto esplicitamente riferimento al fatto che si tratta di una querela per diffamazione. Il problema semmai è che per molti anni secondo il M5S ogni indagato è automaticamente colpevole, soprattutto se è un politico.
luigi di maio
Di Maio dimentica, quando dice di non aver mai pronunciato il nome della Cassmatis che si stava riferendo alla ex candidata genovese del M5S. Questo è dimostrato – come avevamo raccontato già all’epoca – da questo botta e risposta comparso sul Corriere della Sera del 10 giugno scorso.
luigi di maio contro i giornali
Anche se Di Maio non ha pronunciato il nome della Cassimatis era chiaro che si stava riferendo a lei. Ad ogni modo è bene ribadire (per quelli che sono portati a fare l’equazione indagato=colpevole) che Di Maio è solo indagato.

– Mi si fa passare per antisemita e fascista perché in un gruppo che si chiama “Club Luigi Di Maio”, di cui abbiamo già chiesto a Facebook che venga cambiato il nome e che non ha alcun legame con me né con il movimento 5 stelle, qualcuno a me estraneo ha pubblicato delle foto insultando il deputato Pd Fiano.

In realtà nessun giornale ha fatto passare Di Maio per un antisemita. L’articolo a cui il vicepresindente della Camera fa riferimento è quello a firma di Marco Zonetti su Affaritaliani. Ci vuole davvero molta fantasia per leggere qualche accusa di antisemitismo a a Di Maio in un articolo che parla soprattutto e unicamente degli attacchi beceri dei fan dell’esponente politico pentastellato al “nemico di turno”.
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Il fatto che l’autore dell’articolo chieda – legittimamente –  «cosa ne pensi l’onorevole Di Maio di “cotanta” fan base» non equivale ad un’accusa di antisemitismo. Ma forse chi non è abituato a rispondere alle domande dei giornalisti ha qualche difficoltà a distinguere una domanda da un’accusa. Successivamente anche diversi parlamentari PD (come ad esempio Alessia Morani) hanno chiesto a Di Maio di prendere le distanze da quegli insulti. Nessuno ha detto che è stato Di Maio ad insultare Fiano né lo ha accusato di essere antisemita. Se Di Maio ha davvero paura di essere etichettato come antisemita dovrebbe in primo luogo adoperarsi per risolvere quel “problemino” che il MoVimento 5 Stelle ha con il fascismo.

– Mi si fa passare per scemo perché mi sono attaccato al telefono per provare a chiamare gli ambasciatori degli altri Paesi Ue chiedendo ai loro governi un aiuto per le nostre terre che bruciano. Come l’Italia recentemente ha fatto per il Portogallo. I rapporti con le ambasciate rientrano nelle prerogative di Vicepresidente della Camera, ma forse qualche giornalista non lo sa

Nessuno vuole far passare Luigi Di Maio per uno scemo, ci mancherebbe. In fondo tutti i politici, chi più chi meno, accorrono sui luoghi di disastri e tragedie per far vedere che si stanno rimboccando le maniche e si danno da fare. Il punto è – come abbiamo spiegato ieri  – che Di Maio si è vantato di aver trovato i Canadair “dall’estero” grazie ad un intenso impegno telefonico. Di Maio oggi spiega che è nelle sue prerogative “chiamare gli ambasciatori” e questo nessuno lo mette in dubbio. Peccato che gli aerei del soccorso antincendio siano partiti su richiesta della Protezione Civile all’Unione Europea. In questa vicenda non c’entrano né le ambasciate né Luigi Di Maio. Ma questo il vicepresidente evidentemente non ha molta voglia di raccontarlo.
 

– Vengo offeso da un giornalista che scrive su oggi e sul corriere e che mi definisce “terrunciello” solo perché ho provato a dare una mano alla mia gente in Campania. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla qualità del giornalismo italiano.

L’ultima delle lamentele di Di Maio riguarda l’offesa ricevuta da un giornalista “che scrive su Oggi e sul Corriere” e che lo ha definito “terrunciello”. Letta così potrebbe sembrare che questa offesa sia addirittura stata pubblicata su un articolo di giornale. Invece no, perché è solo un commento fatto dal giornalista Mauro Suttora sul suo profilo Facebook. Anche in questo caso Di Maio evita coraggiosamente di fare nomi (per evitare la gogna, dirà, ma tanto i pentastellati sono già arrivati in quello status). Sorprende però che un deputato del partito del vaffanculo, di quello che definiva i politici morti zombi e che tanti insulti ha regalato alla kasta dei giornalisti se la prenda con un epiteto come “terrunciello esaltato”. Per tacere ovviamente dei numerosi insulti sessisti vomitati addosso alle donne del Partito Democratico direttamente dal blog o dall’account Twitter del Capo Politico del 5 Stelle.
 
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Di nuovo il vicepresidente ha perso drammaticamente il contatto con la realtà. Ma si sa che giocare a fare la vittima è molto meglio che affrontare le proprie responsabilità e le proprie mancanze.

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