Il difficile rapporto di Daniele Frongia con la verità

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-09-28

Ammirate come il vicesindaco di Roma inventi che l’ipotesi di Tutino sia stata “creata” dai giornali mentre i fatti lo smentiscono. E poi si irrita perché c’è gente talmente libera da poter parlare con i giornali

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Il vicesindaco di Roma Daniele Frongia ha un rapporto complicato, molto complicato con la verità. Qualche tempo fa abbiamo letto di sue minacce di azioni legali nei confronti di un giornalista che aveva avuto l’ardire di trascrivere letteralmente una sua dichiarazione. Successivamente lo abbiamo ammirato in una intervista al TG1 mentre diceva di non saper rispondere alle domande. Oggi, in una meravigliosa intervista rilasciata alla Stampa si catapulta oltre i confini della fiction per tuffarsi nella fantascienza vera e propria, in un mondo tutto suo dove ognuno obbedisce a Grillo. Leggiamo: Frongia comincia tentando di sostenere che quella di Salvatore Tutino era un’ipotesi “costruita sui giornali”, allo scopo, furbissimo, di cercare di far passare l’ennesimo flop nella ricerca di un assessore come un complotto dei media:

Vicesindaco, anche Salvatore Tutino è perso…
«Come ha detto la sindaca, era solo un’ipotesi, tra l’altro costruita sui giornali che fanno e disfano come vogliono»

Frongia nell’occasione offende l’intelligenza dell’opinione pubblica e la verità. Salvatore Tutino in un’intervista a Repubblica oggi racconta di aver incontrato giunta, consiglieri e sindaca una settimana fa: «Ho visto la sindaca per la prima e unica volta una settimana fa. Con lei c’erano una platea di persone, tra consiglieri e assessori. È stata un’allegra chiacchierata, mi hanno fatto domande sul mio curriculum che, per altro, hanno da molto tempo». Cioè lunedì scorso. Il nome di Tutino sui giornali è comparso per la prima volta venerdì scorso, ovvero cinque giorni dopo l’incontro descritto dal magistrato della Corte dei Conti. L’incontro con il nuovo assessore venne confermato la settimana scorsa da Adriano Meloni, assessore al commercio della giunta Raggi di cui lui è vicesindaco. Frongia sta mentendo. E quello che lo stesso Tutino racconta al Corriere lo conferma: : «L’8 settembre — dice Tutino — sono entrato in Campidoglio da una porta secondaria. Ho visto la sindaca, parlato con consiglieri, assessori. Il 9, il giorno dopo, ho dato la mia disponibilità». Occhio alle date: l’8 era il giorno del «pasticcio» sul precedente designato De Dominicis. E poi? «C’era una email da fare alla Corte dei Conti: era sbagliata, l’ho corretta. Doveva partire stamattina, ma niente». Ilario Lombardo quindi lo incalza:
beppe-grillo-chiede-silenzio-stampa-su-roma

Sappiamo entrambi che non è così. Dal Campidoglio è filtrato che per Tutino era fatta, con margini di incertezza nulli.
«Ci sono altri nomi, glielo assicuro. Vedo però che Tutino continua a fare interviste».
Ha detto di essere il «capro espiatorio di un conflitto interno al M5S».
«Lo dice lui».

Qui invece Frongia svela un’attenzione curiosa nei confronti delle dichiarazioni altrui. Perché Tutino non dovrebbe parlare? Forse che qualcuno dall’alto gli ha imposto l’ordine di stare zitto, come capita ad altri eletti dal popolo che invece ubbidiscono? No, su. E poi dov’è il problema se Tutino parla? Cos’è tutta questa ostilità di Frongia nei confronti dei giornali? Lo picchiavano con il giornale arrotolato da piccolo, forse? Ma andiamo avanti, perché alla fine Frongia chiude la polemica con una vera perla.

Cita Roberto Fico che in un’intervista, come ha fatto anche Carla Ruocco, critica la scelta di Tutino, ricordando che il M5S in Parlamento si era espresso contro la sua nomina alla Corte dei Conti. Sono stati questi veti a comprometterne la nomina?
«Un vecchia storia, mi pare, del 2013… E comunque né Carla né Roberto mi hanno mai chiamato al telefono. E non mi risulta lo abbiano fatto con la sindaca».

Qui il vicesindaco di Roma riesce nel suo capolavoro. Dice che Ruocco e Fico non hanno chiamato lui e si dimentica delle interviste rilasciate da Ruocco e Fico che hanno causato il no di Tutino. «Non c’è dubbio che su quel nome abbiamo fatto delle interrogazioni parlamentari, rilanciate da Di Battista e da Ruocco. Diamo per scontato che, se noi facciamo un’interrogazione, un sindaco se la vada a leggere. E’ depositata. Può essere anche sbagliata e ha ragione la sindaca, ma certamente prima deve valutarla». Certo, non lo hanno detto a lui. Ma questo, più che provare che le dichiarazioni non abbiano valore, dimostra soltanto che con lui non parlano.

Leggi sull’argomento: La meravigliosa intervista di Daniele Frongia al Tg1

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