La vera storia della dieta di Alberico Lemme e di come non funzioni

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-04-18

Alberico Lemme, che ultimamente imperversa in televisione, non è un dottore (è solo un farmacista) e non ha inventato nulla di nuovo. Grazie alle sue incursioni televisive però la sua dieta sta diventando di moda

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Alberico Lemme, che si presenta a volte con il titolo di dottore (anche se in realtà è solamente un farmacista), è il dietologo dei vip, quello che ha fatto dimagrire Flavio Briatore e che è possibile trovare ovunque in televisione, da Porta a Porta a Matrix passando per Domenica Live di Barbara D’Urso. E ieri proprio la sempre più circonfusa di luce nostra signora della Domenica ha mandato in onda un servizio girato con una telecamera nascosta all’interno degli uffici dell’accademia di filosofia alimentare di Lemme.

La dieta Lemme con la telecamera nascosta di next-quotidiano

Alberico Lemme, l’uomo che sussurrava ai ciccioni

Abbiamo avuto quindi la possibilità di vedere come si svolge il colloquio con Lemme, il quale come è noto ha l’abitudine di insultare i pazienti dicendolo loro che sono dei ciccioni di merda oppure, alle donne, che sono delle ciccione bugiarde. Si tratta di un metodo per far capire al “cadetto” (così vengono chiamati i pazienti di Lemme) che deve accettare l’autorità di Lemme come unica guida nel percorso di dimagrimento. E “studiare” all’Accademia di Lemme ha ovviamente un prezzo: duecento euro (più IVA) per la prima visita, un colloquio nel quale Lemme scatta alcune fotografie del soggetto e illustra le regole cardine del suo metodo di dimagrimento. E spiega che se il cadetto non dimostra di essere diligente e pronto a dimagrire allora rischia anche di essere espulso, con la conseguente cessazione delle terapie. Successivamente il cadetto dovrà acquistare il libro di Lemme (43 euro) e una serie di consultazioni (spesso telefoniche) con Lemme che fanno lievitare il costo della dieta intorno ai seicento euro mensili. Il cadetto deve infatti comunicare ogni due giorni al “dottore” il progresso della dieta. Ma cosa c’è di così interessante – insulti a parte – nella dieta di Lemme? Il buon dietologo sostiene che per dimagrire non sia necessario eliminare i cibi grassi, i carboidrati, la carne o seguire un particolare regime nel quale si limita l’assunzione di cibo. No, per Lemme per dimagrire bisogna mangiare tanto, anzi non c’è un limite alle quantità dei cibi consentiti: chili di carne o di pastasciutta, grasso a più non posso. Cosa va evitato? I pomodori, ad esempio, e tanti altri alimenti che vengono considerati sani e che compongono la famosa dieta mediterranea ma anche la frutta, le carote e il sale. Oltre a questo Lemme ritiene che fare sport o una regolare attività fisica sia completamente inutile al fine di dimagrire: quello che conta è mangiare gli alimenti consentiti e non utilizzare il sale. Ma come fa a funzionare? Perché, stando a molte testimonianze, il regime alimentare inventato da Lemme parrebbe essere davvero in grado di funzionare, non solo nel caso di Briatore ma anche di altri obesi che raccontano di dimagrimenti miracolosi. Ovviamente le cose stanno diversamente, nel senso che sul breve periodo, impedendo completamente l’utilizzo del sale e costringendo i pazienti a mangiare solo due o tre alimenti in quantità industriali Lemme riesce a far perdere del peso. Ma questo funziona con qualsiasi tipo di dieta, il problema semmai è il mantenimento del regime alimentare, e quello ideato da Lemme non è sostenibile sul lungo periodo. A quanto pare sono infatti in pochi i cadetti che riescono a superare la prima fase (quella del dimagrimento) per proseguire la strada della seconda, ovvero i tre mesi di “educazione alimentare” durante i quali Lemme prosegue ad inculcare i suoi principi nella mente del cadetto. È indubbio che il successo della dieta Lemme si basi sostanzialmente su due aspetti: il primo è proprio la figura del farmacista di Desio che con il suo piglio autoritario riesce ad avere la meglio su pazienti “deboli” pronti a cedere alle tentazioni di sgarrare dalla dieta. Insomma è Lemme stesso l’elemento chiave del metodo di dimagrimento, difficile che qualcun altro che agisca facendone le veci sia in grado di ottenere gli stessi risultati. Da questo consegue che Lemme deve seguire personalmente ogni paziente, e che quindi non si possa parlare di un metodo in senso lato poiché non esiste un sistema che il cadetto possa seguire in autonomia accompagnato da altri medici. Il secondo aspetto che ha favorito la diffusione della percezione che si tratti di una dieta di successo è che – pur non ponendo limiti alle quantità – Lemme sa che consentendo di mangiare solo due o tre alimenti base chiunque prima o poi perde interesse per il cibo. Ci sono infine alcuni “trucchi”: il divieto di utilizzare sale da solo fa perdere qualche chilo nei primi giorni (ma contribuisce all’idea di base che per far dimagrire sia necessario far perdere l’appetito). Inoltre ingurgitare grandi quantità di carne o di carboidrati fa sì che buona parte dell’energia immagazzinata dell’organismo venga impegnata nella digestione. In poche parole il metodo Lemme non è né innovativo né geniale.

Il metodo Lemme fa male alla salute?

Ma Lemme è un genio, dicono alcuni soddisfatti pazienti, che ha cambiato il modo di pensare il cibo. Di geniale c’è solo la capacità di Alberico Lemme di essere ovunque in televisione, anche a costo di prendersi gli insulti di parte del pubblico, per farsi pubblicità. E questa è la vera grande vittoria del farmacista Lemme, l’uomo che è riuscito a convincere gli autori dei più seguiti programmi televisivi a invitarlo perché sanno che grazie a lui la rissa da studio è assicurata. Ma la vera domanda che tutti si pongono è, il metodo Lemme fa male alla salute? Non essendoci dati certi e precisi (e non è un caso) su come Lemme moduli la sua dieta da paziente a paziente non è facile dire se fa male o no. Perché al di là dei roboanti e “rivoluzionari” principi enunciati in pubblico sembra che il farmacista di Desio in realtà stia molto attento a seguire i pazienti soprattutto a togliere loro le calorie in eccesso (anche se dice di non credere alla “teoria delle calorie).  Di certo c’è che dimagrire in questo modo non porta alcun vantaggio al paziente (o al cadetto) perché non si riesce a risolvere il complicato rapporto con il cibo che molti obesi hanno. Lemme si pone come la chiave “motivazionale” del dimagrimento ma ci sono pochi dubbi che una volta venuta mene la sua presa psicologica sul paziente quest’ultimo sia portato ad abbandonare il metodo miracoloso e a tornare alle vecchie e dannose abitudini. Più che una cura per l’obesità quella di Lemme sembra essere una terapia che nasconde i veri problemi delle persone in sovrappeso illudendole che esista un modo facile per dimagrire senza cambiare troppo il proprio stile di vita. Non c’è dubbio poi che continuare un regime alimentare così povero non possa far altro che aggravare altre forme di deficienze e di carenze che a lungo termine potrebbero produrre danni seri all’organismo. Ma questo è un punto che il “metodo Lemme” ha in comune con altre diete alla moda. C’è inoltre un altro aspetto del metodo Lemme che non va trascurato, in televisione raramente Lemme si trova a controbattere alle argomentazioni di dietologi e nutrizionisti, ma solo a quelle di personaggi televisivi o medici di altro tipo, quindi ha gioco facile a passare per vittima del sistema (proprio come certi obesi).

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