Di Maio vede sondaggi ovunque

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Il candidato premier del M5S a Piazza del Popolo: "Ho visto i sondaggi, siamo a un passo dalla vittoria. Da quello che ho visto io il M5S può vincere in tutti i collegi uninominali del Sud e in molti del Nord"

“Avremo una bella sorpresa anche domenica sera, come con il referendum che abbiamo vinto”: Luigi Di Maio dal palco di Piazza del Popolo, dove il MoVimento 5 Stelle ha organizzato la conclusione della sua campagna elettorale, è tornato a parlare di vittoria del M5S pronosticata dai sondaggi: “Ho visto i sondaggi, siamo a un passo dalla vittoria. Al di là di quale percentuale si tratti, da quello che ho visto io il M5S può vincere in tutti i collegi uninominali del Sud e in molti del Nord e così possiamo raggiungere la maggioranza per governare”.



Di Maio vede sondaggi ovunque

Le parole di Di Maio riecheggiano in qualche modo quelle di Raffaele Fitto a Matteo Salvini e Giorgia Meloni nel fuorionda intercettato ieri dalle telecamere alla manifestazione del centrodestra: anche l’ex governatore della Puglia diceva che i grillini avrebbero vinto in tutti i collegi del Sud perché il PD stava perdendo voti a vantaggio dei 5 Stelle. Non si diceva però nulla dei collegi del Nord, dove peraltro il M5S era dato in nettissimo svantaggio pressoché ovunque, quindi Di Maio deve avere informazioni diverse da quelle di Fitto. E ha ritenuto di doverle divulgare.

Il comunicato dell’AGCOM che risale al 27 febbraio scorso

D’altro canto qualche giorno fa Di Maio è riuscito a dire che il M5S era vicino alla maggioranza assoluta (ovvero al 50% + 1 dei voti totali) e quindi tutto può essere. Anche che il vicepresidente della Camera stia violando pervicacemente la regola del silenzio sui sondaggi per cercare di convincere gli indecisi e quelli che ascoltano le sirene del voto utile a scegliere il MoVimento 5 Stelle. Negli ultimi anni “il M5S è stato dato per morto ogni sei mesi. Oggi siamo qui con un consenso maggiore del 2013. E finita l’era dell’opposizione e comincia quella del governo”, ha del resto affermato Di Maio.



Le prime leggi del governo Di Maio

Di Maio poi ha detto che il centrodestra non può dire no ad Andrea Roventini ministro dell’Economia se candida Brunetta. “Il primo decreto del primo Cdm del governo del Movimento 5 stelle sara’ in 3 punti: al primo punto dimezziamo lo stipendio dei parlamentari della Repubblica, al secondo togliamo i vitalizi ai politici e al terzo punto tagliamo 30 miliardi di sprechi e privilegi e li rimettiamo alle famiglie che fanno figli e ai pensionati”, ha poi aggiunto. Sia gli stipendi dei parlamentari che i vitalizi degli ex dipendono dalle camere di appartenenza e il governo non può legiferare su questo. “I nostri ministri sconosciuti? Sono sconosciuti alle segreterie dei partiti, sono indipendenti intellettualmente perché non hanno mai detto ‘signorsì'”, ha poi detto Di Maio. Un ragionamento che varrà per molti ma di certo non per Salvatore Giuliano, oggi candidato ministro dell’Istruzione e fino a ieri collaboratore di Stefania Giannini e di Valeria Fedeli.



“Tagliamo 30 miliardi di sprechi e li diamo in aiuto a famiglie e pensionati; 9 pagine di decreto legge e bastano 20 minuti di Consiglio dei Ministri per approvarlo”, ha concluso Di Maio. Peccato non averne già una copia.

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