Dalle buche ai trasporti Roma è paralizzata

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-04-02

Tutti gli appalti fermi e le gare assenti per la città, da quella per le rimozioni delle auto in sosta vietata alla cura del verde pubblico, dalla videosorveglianza alle carcasse di vetture e motorini. Perché Roma è ridotta una vergogna

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Autobus, buche, rimozioni, telecamere: nel 2018 Roma appare come una città paralizzata dall’inazione. Nonostante i tanti problemi della città e le molte promesse della Giunta Raggi, specialista in annunci e nel parlare al futuro (“faremo, progetteremo, decideremo”), la Capitale d’Italia è amministrata con lentezza: quello che accade è stato riepilogato in un dossier del Messaggero. A partire dalle buche e dal famoso piano Marshall: la giunta ha parlato di 17 milioni di euro, ma quelli realmente disponibili nell’immediato sono solo 5. Una prima tranche da 1,5 verrà usata subito, ma con una semplice trattativa negoziata con le ditte, in modo di intervenire sulle urgenze. Altri 3,5 saranno sbloccati, ma le gare non saranno concluse prima dell’inizio dell’estate. Il resto è rappresentato da fondi pre esistenti, già previsti per lavori di manutenzione stradale che però stentano a decollare. Poi c’è il bando per le rimozioni delle auto in sosta: il bando per l’affidamento del servizio rimozioni, infatti, è ancora allo studio sui tavoli degli uffici capitolini. Il Comune aveva garantito che sarebbe partito con l’avvio della primavera. Ma tant’é: per il momento non ve n’è traccia.

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I fondi e i problemi di Roma paralizzata (Il Messaggero, primo aprile 2018)

Così come restano per strada le carcasse delle auto e dei motorini: l’ultima stima parla di cinquantamila mezzi da recuperare e avviare ai demolitori. Nonostante l’annuncio di una gara europea a oggi, dopo due anni, del bando ad hoc non c’è traccia. Nella Capitale nessuno più si occupa di questo servizio. E il verde? Spiega il Messaggero:

Fermi anche i nuovi bandi sulle potature e gli sfalci del verde pubblico. In un caso, un lotto da 5 milioni, a bloccare l’iter è addirittura un pasticciaccio sulle nomine in commissione aggiudicatrice da parte del Campidoglio. Che per ben due volte ha nominato figure che hanno fatto drizzare i capelli ai finanzieri che lavorano con l’Anticorruzione di Raffaele Cantone.

La prima bocciatura è arrivata per Bruno Cignini, geometra del Servizio Giardini, il cui nome finì nella relazione della commissione prefettizia ai tempi di Franco Gabrielli, ora Capo della Polizia) sul “Mondo di Mezzo”. Ricevuto il “niet” dell’Anac, l’assessorato all’Ambiente ha pensato di recuperare sorteggiando il nuovo nominativo, senza però fare verifiche successive. Così anche su Mario Fiore si sono concentrati i dubbi dell’Authority. Tutto da rifare, dunque. Resta aperto anche il nodo sulla manutenzione del verde orizzontale. La gara europea bandita ad aprile 2017 non è ancora stata ultimata.

Infine c’è la videosorveglianza, all’epoca dimenticata: un maxi-bando per mettere in rete le telecamere ancora in alto mare e altri (della Regione Lazio) con fondi già messi a disposizione a cui Comune e gran parte dei Municipi non hanno partecipato per mancanza di «personale qualificato» o per una semplice distrazione, ovvero per avere risposto alla chiamata fuori tempo massimo. Nel XII Municipio, per esempio, quello di Monteverde, bersagliato da furti in abitazione e scippi, la stessa presidente a un’interrogazione di FdI rispondeva che «non è stato possibile presentare domande di finanziamento per mancanza di personale tecnico qualificato per la progettazione di impianti di videosorveglianza». In pratica, andato in pensione un funzionario, nessuno era in grado di sostituirlo.

Leggi sull’argomento: «Roma è ridotta una vergogna e la sindaca è eterodiretta da Milano»

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