Crocetta querela il mondo

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Dieci milioni di risarcimento a L’Espresso, e altre querele per il Fatto, Gasparri e Buttafuoco. In una conferenza stampa a Palermo l’avvocato di Rosario Crocetta, finito nei guai per l’intercettazione in cui Tutino si augurava la morte dell’allora assessore Lucia Borsellino, annuncia: “Faremo un’azione civile risarcitoria chiedendo a L’Espresso 10 milioni di danni”. Vincenzo Lo Re, il legale del governatore della Sicilia, fa sapere: “Ogni giorno l’ipotesi su questa intercettazione, che non esiste, cambia. Siamo passati dalla Procura di Palermo a quella di Caltanissetta, domani arriverà a Roma e poi a Milano. Posso solo prendere atto che tra il Procuratore Lo Voi e l’Espresso, io non ho dubbi su chi credere. Se Crocetta avesse sentito una frase del genere avrebbe reagito in malo modo, perché se Crocetta ha un difetto è quello di parlare anche troppo. Supponiamo che Tutino abbia detto che ‘Lucia se ne deve andare’, neppure in questo caso sarebbe stato zitto”. E aggiunge: “Se questa intercettazione dovesse esistere, ma ne dubito fortemente, qualcuno, che si autodefinisce servitore dello Stato e che e invece è un depistatore, trovi il modo ufficiale di farla pervenire, anche in forma anonima, in mancanza di questo, l’intercettazione non esiste”.

Oltre all’azione risarcitoria nei confronti de L’Espresso, il legale di Rosario Crocetta, Vincenzo Lo Re, ha annunciato querela in sede civile per Il fatto quotidiano e per il giornalista Pietrangelo Buttafuoco, con la richiesta di un milione di euro di risarcimento per l’articolo in cui Antonio Presti chiamerebbe il governatore “bottana”. una denuncia il sede penale è stata annunciata da Lo Re nei confronti del senatore Maurizio Gasparri per le sue dichiarazioni ritenute diffamatorie su Crocetta. E Lo Re nega anche che ci sia un giallo dietro la storia dell’intercettazione: “Non c’è alcun giallo sull’intercettazione pubblicata da L’Espresso: non si possono mettere sullo stesso piano le dichiarazioni del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi (che smentisce l’esistenza della frase attribuita al medico Matteo Tutino, riportata dal giornale, ndr) e quelle di un tale Luigi Vicinanza”, (direttore de L’Espresso, ndr).



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