La Croce di Adinolfi e Manetta

Categorie: Opinioni
Tag:

Dice ieri mattina Mario: «Tra poco (dalle 9.50) a Mediaset, Mattino 5. Per ripetere che la legge sul cognome materno è una boiata, che il signor Rossi e la signora Verdi che possono avere 4 figli e chiamarli uno Rossi, uno Verdi, uno Rosso Verdi e uno Verdi Rossi è una stronzata senza pari puramente ideologica, degna di un Parlamento che non ha varato mai manco una legge di iniziativa parlamentare fino ad oggi se non quelle contro la famiglia (divorzio breve, cognome materno)».
Risponde Manetta: «Siccome che in Italia tutto è già semplice e cristallino…», #SignoraMia.
Dice ancora Mario: «vero Dino? Voglio che tu sia il vignettista giornaliero del nostro nuovo quotidiano. Se sei disponibile scrivimi in privato».

Adinolfi è davvero instancabile. Tra la difesa della famiglia, la condanna del genocidio abortivo, delle orride tecniche riproduttive e di tutti gli altri scempi laicisti e omosessualisti ha pure il tempo di pensare a questa nuovo eroica impresa.
Non sapete chi è Manetta?
Un analfabeta incapace di articolare un pensiero comprensibile che il 31 luglio 2014 scriveva «Sogno una Sinistra Popolare..» (speriamo che abbia accettato, con lui La Croce sarà senza dubbio un quotidiano ancora più bello).

Oppure, il giorno prima, «Eterologa, i figli di Frankenstein».

Vi state chiedendo dove? Su l’Unità. Sì. A volte la crisi dell’editoria ha effetti virtuosi.

Insieme vogliono difendere i «nostri figli» dall’ideologia di gender e dalla lobby LGBTQI.

Intanto se non ce la fate ad aspettare il nuovo quotidiano, ripassate come sarà.