Così i vaccini hanno salvato quattro milioni di italiani

Grazie ai vaccini 4,5 milioni di italiani non si sono ammalati e 70.000 non sono morti dopo aver contratto difterite, tetano o poliomielite, le tre malattie infettive con mortalità più elevate del secolo scorso

Raphael Zanotti sulla Stampa pubblica oggi questa infografica che racconta il calo della morbilità, ovvero della frequenza della malattia in una collettività:



Mentre a scuola vengono respinti i primi bambini perché non in regola con l’obbligo vaccinale disposto dal decreto Lorenzin, l’Istituto superiore di sanità pubblica uno studio sugli effetti dei vaccini, tra il 1900 e il 2015, per dieci malattie: difterite, tetano, poliomielite, epatite B, pertosse, morbillo, parotite, rosolia, varicella e meningococco.

Il motivo è presto spiegato: i vaccini, insieme alle misure igienico sanitarie, sono i più importanti strumenti di sanità pubblica, ma sono vittime del loro stesso successo: non vedendo più in circolazione alcune malattie tendiamo a dimenticarci della loro presenza e dei loro catastrofici effetti.



I vaccini e la morbilità (La Stampa, 16 marzo 2018)

Lo studio calcola, dopo aver stimato i casi che ci si sarebbe aspettati in assenza di vaccini, i casi di malattia e di morte. Il dato è impressionante: grazie ai vaccini 4,5 milioni di italiani non si sono ammalati e 70.000 non sono morti dopo aver contratto difterite, tetano o poliomielite, le tre malattie infettive con mortalità più elevate del secolo scorso.

Prendendo spunto dai dati abbiamo calcolato il calo percentuale della morbilità, la frequenza della malattia in una collettività. Fatta 100 la morbilità prima del vaccino, vediamo com’è scesa nel 2015 (l’unico dato in crescita è la varicella. Anomalia dovuta a una sottostima dei casi ufficiali e all’uso del vaccino nel solo in 8 regioni).



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