Così Salvini cerca di sfruttare anche la strage al museo del Bardo

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L’attentato di Tunisi “è un attacco contro l’Italia perché qui da noi c’è un governo molle che concede qualsiasi cosa a chiunque la chieda. E poi l’hanno detto: vogliono arrivare a Roma, a Milano, a Venezia e c’è qualcuno che vuole agevolare questo percorso. Mi sento tutt’altro che protetto dall’attuale sistema di sicurezza italiana”, ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, a margine di un convegno organizzato a Padova. La dichiarazione fa il paio con quella resa a Radio Padania: «Quello che per qualche cretino di sinistra è inteso come dialogo, come buonismo, dall’altra parte è preso come cedimento o resa, a furia di sbracare, di tornare indietro, di concedere cose come la piscina o il medico per soli islamici».

Come spesso gli capita, Salvini dice fregnacce.



 
“Le tre cose da fare dopo Tunisi? – ha aggiunto poi Salvini, rispondendo ai cronisti – Innanzitutto bloccare ‘Mare nostrum’ e ‘Triton’, difendendo i confini; reinvestire i soldi, che così risparmiamo per l’apertura di centri di accoglienza e smistamento in Nord Africa come suggerito anche dall’Onu. Infine togliere subito le sanzioni contro la Russia per riportarla al tavolo e dialogare con lei contro l’estremismo islamico”. Come invece tutti sanno, finora i terroristi che hanno colpito a Parigi, Copenhagen e Tunisi non erano né immigrati né immigrati clandestini. Insomma, con Salvini ci vuole pazienza, molta pazienza.