Cos’è il Riro, il Registro italiano razzisti omofobi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-11-02

L’ennesima trovata dell’Interwebs: il sito che vuole pubblicare i nomi di tutti, ma proprio tutti, i razzisti e di tutti gli omofobi da tastiera

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Ha aperto da meno di una settimana ma il Riro, il sito del registro italiano razzisti e omofobi, ha già fatto parlare di sé. Ne hanno parlato Il Giornale, Notizie Pro Vita (no degli organi ufficiali dei movimenti che combattono la cosiddetta ideologia gender) i neo-crociati di InformarexResistere e il sito Gay.it. L’iniziativa è stata definita e criticata in vario modo, si va dall’avvento della gaystapo alla paura dell’inizio delle schedature degli omofobi e quindi di una nuova forma di discriminazione dove a essere discriminati sono i discriminatori fino a giudizi meno apocalittici. Come ad esempio quello de Il Giornale che definisce il sito “una farsa” tendente al nazismo e Gay.it che parla di un’iniziativa discutibile e forse inopportuna.

La home page del RIRO, il registro italiani omofobi e razzisti
La home page del RIRO, il registro italiani omofobi e razzisti

Il senso di Internet per le liste

In realtà è ancora presto per dire se l’idea sarà un successo o meno, perché di liste di proscrizione e di denuncia via Internet in questi anni ne abbiamo lette tante, al punto che sono diventate una sorta di filone investigativo fallimentare. In questi anni, sull’onda della sbornia dell’entusiasmo di Wikileaks, sono apparsi diversi siti per laggente che si sono ispirati al sito di Assange senza metterne anche in pratica i metodi rigorosi di controllo delle fonti e delle informazion: leaks prêt-à-porter. Chi ricorda il sito Web e la pagina Facebook I segreti della casta di Montecitorio creata dal misterioso Spider.Truman (c’è chi dice fosse il deputato Francesco Caruso) che prometteva scottanti rivelazioni sui privilegi dei nostri politici e che dopo qualche mese di interesse da parte dellaggente e dei giornali è caduta nel dimenticatoio? Sempre nel 2011, all’apice del vigilantismo internettiano era emersa una lista dei parlamentari gay, pubblicata da Listaouting, poca roba, una lista di dieci nomi messi lì senza prove, motivazioni o spiegazioni. E dopo quell’unico post anche listaouting è stata dimenticata. Molto più misteriosa invece è la lista degli appartenenti alla Lobby gay del Vaticano che tanto ha fatto parlare di sé all’inizio del pontificato di Papa Bergoglio e il cui fantasma è stato visto aggirarsi nello studio di Porta a Porta. Che dire invece delle liste dei 101 franchi tiratori che hanno impallinato Romani Prodi durante la corsa al Quirinale o quelle dei “traditori” del MoVimento 5 Stelle oppure i Grilloleaks? Mancava, ad oggi, all’interno del panorama degli elenchi di personaggi famosi quello degli omofobi, ecco quindi che il RIRO ha deciso di colmare questa lacuna “rivelando” i nomi di coloro che odiano i gay (al momento una ventina di nominativi). Si va da Domenico Dolce e Stefano Gabbana per le loro dichiarazioni sui matrimoni omosessuali e sulle adozioni all’ex-sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini che non ha mai nascosto i suoi sentimenti omofobi. A fianco dei politici (Giorgia Meloni, Maurizio Gasparri e Rosy Bindi), dei personaggi famosi delle campagne anti-gender come Costanza Miriano, Mario Adinolfi (che in genere hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche) e quelli degli autori di Lo Sai (Maurizio Elia Spezia) o di InformareXResitere (Stefano Alletti) però si trovano anche nomi di perfetti sconosciuti segnalati per commenti omofobi su Facebook, su altri social network o nella vita reale. Ecco ad esempio la “spiegazione” per la segnalazione di un “simpatizzante” della pagina “COMUNISTI!?! DOVE!?! DOVE!?!”: «Commenti omofobi e razzisti, su Facebook: sui rom, immigrati, gay e scrive anche molti commenti razzisti sui suoi compaesani napoletani». Con questo criterio non basterebbe una vita per segnalare il 90% dei commentatori della pagina Facebook di Matteo Salvini (un altro dei politici segnalati per razzismo). Segnalazioni che per il momento vengono inserite da un misterioso personaggio: Aida Riro che ha spiegato così in un’intervista via Facebook concessa a Gay.it i criteri adottati dal sito:

Non basta essere contro il matrimonio gay o la legge anti omofobia: questa è solo una opinione. Se invece vengo a controllare il profilo e trovo che ti occupi spesso dell’omosessualità e qualsiasi tuo apporto alla faccenda è contrario alla loro esistenza o ai loro diritti allora sì: in teoria, qualsiasi cosa contraria alla libertà omosessuale è omofoba, tuttavia, l’Italia è ancora assai conservatrice rispetto all’omosessualità.

È logico quindi supporre che le persone non-famose segnalate al momento dal sito siano individui che hanno avuto a che fare con l’autore (o gli autori) del sito.

Ovviamente non esistono né Arcangelo Castiglione né il civico 95 di via Roma a Belluno
Ovviamente non esistono né Arcangelo Castiglione né il civico 95 di via Roma a Belluno

Ecco invece come le FAQ del sito spiegano la missione di RIRO:

RIRO è un modo di difendersi dalle persone pericolose che ogni giorno cercano volontariamente o involontariamente di fare del male al prossimo.
Ogni sistema di controllo coercitivo del prossimo è stato caratterizzato da alcune terribili circostanze, come il marchio.
Marchiare il prossimo ad esempio, era un modo per i Nazisti di ridurre ad oggetto lo schiavo ebreo, omosessuale, di un’altra qualsiasi minoranza etnica.
per rendere schiavo un essere umano, basta farlo diventare un numero.
Lo scopo di RIRO è ritorcere quest’arma contro le persone che sono figlie di quel tipo di comportamenti, come razzisti, omofobi e altra gente simile, RIRO e le persone che inseriscono i nominativi non cercano vendetta, ma come fratelli uniti, insieme avvisiamo altri fratelli della pericolosità di determinate persone, così che si possa starne alla larga, evitarle, emarginarle.
In RIRO non inseriremo MAI indirizzi delle abitazioni dei nostri nominativi, PERCHE’ NON VOGLIAMO METTERLI IN PERICOLO, non vogliamo nemmeno punirli. Vogliamo soltanto difenderci dai loro modi di fare incivili e bizzarri allontanandoli dai consessi civili nei quali ci ritroviamo.

Serve a qualcosa? Molto probabilmente no. Che Salvini sia razzista e che Adinolfi e la Meloni la pensino allo stesso modo sui gay è cosa nota e la lista è lungi dall’essere completa e ricca di motivazioni e link che spiegano le segnalazioni. Anzi è piuttosto scarna e nella foga ad esempio non è stato messo il nome del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Possono due omosessuali come Dolce e Gabbana essere anche omofobi? Ho i miei dubbi e contrariamente a quanto detto nell’intervista è evidente che qui il motivo è proprio essere contro le adozioni alle coppie omosessuali. Leggere il nome di un emerito sconosciuto e vedere che è omofobo o razzista (o entrambe) invece è completamente inutile. In primo luogo perché basta andare sulle pagine giuste e leggere i commenti per poter vedere questi nomi, quindi il nomi del “libro nero” di cui parla il Giornale sono già pubblici. In secondo luogo perché sarebbe una lista lunghissima dove il rumore di fondo (le uscite razziste o omofobe) generato dalle migliaia di commenti postati da persone qualsiasi rischierebbe di avere l’effetto opposto: dare l’impressione che i razzisti e gli omofobi siano la maggioranza. Se è una trollata è ben riuscita, visto che tutti ci sono cascati, ma sicuramente l’iniziativa esploderà come una bolla di sapone, proprio come tutte le altre liste. –

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