Cosa ha capito Luigi Di Maio dello statuto dei gruppi parlamentari del M5S

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-04-17

Ieri Luigi Di Maio ha respinto l’ipotesi di una campagna acquisti del M5S nei confronti dei parlamentari di altri partiti. Ma leggendo lo statuto dei gruppi parlamentari di Camera e Senato si scopre che al M5S i voltagabbana degli altri piacciono

article-post

«Berlusconi è Forza Italia, questo l’ho sempre detto e non credo si possa cadere nell’equivoco che esista Forza italia senza Berlusconi», così ieri sera a Otto e Mezzo Luigi Di Maio spiegava il perché del veto su un possibile governo con la coalizione di centrodestra al gran completo. Come è noto invece il Capo Politico del MoVimento non ha problemi a sottoscrivere un “contratto” di governo con il Partito Democratico o con la Lega. C’è però un’altra via per andare al governo: trovare i singoli voti per avere la maggioranza. Alla coalizione di centrodestra ne mancano cinquanta, al M5S una novantina. E se è vero che Forza Italia non esiste senza Berlusconi i deputati di FI possono esistere anche senza il partito, magari nel M5S.

Luigi Di Maio e lo statuto che vieta di accettare parlamentari provenienti da altre forze politiche

Di Maio si è anche lamentato del fatto che alcune forze politiche vogliano attendere il risultato delle regionali (per poter “pesare” gli equilibri interni). Dal canto suo però il MoVimento sta prendendo tempo in un altro modo: con il comitato scientifico per l’analisi dei programmi elettorali che ha lo scopo di valutare i differenti programmi evidenziandone punti di contatto e divergenze. Nel frattempo però cosa succede? Per scoprirlo ci si affida ai retroscena. Lilli Gruber ha prospettato a Di Maio l’ipotesi che alcuni parlamentari pentastellati possano lasciare il gruppo per votare un’eventuale fiducia ad un governo Lega-Fratelli d’Italia-Forza Italia: «Berlusconi avrebbe pronti circa 50 deputati del 5 Stelle che sarebbero disposti a votare un governo del centrodestra».

Francamente sembra improbabile che in tempi così brevi Berlusconi possa convincere così tanti parlamentari del M5S a tradire la linea politica del partito condannandosi così all’espulsione. Di Maio “conferma” che «il gruppo parlamentare attuale è di una compattezza ammirevole». D’altra parte il fatto che a più di un mese dalle elezioni gli eletti del MoVimento continuino (salvo rarissime eccezioni) a disertare gli studi televisivi e i dibattiti potrebbe far pensare il contrario. Ovvero che la consegna del silenzio serva anche a evitare di dare all’esterno l’impressione che il M5S non sia poi un partito così compatto e monolitico.

I parlamentari di altri partiti possono chiedere di entrare nel M5S?

Luigi Di Maio però rilancia sulla questione dei deputati e senatori pronti a fare il grande salto: «le posso dire pure un’altra cosa, che le mie notizie sono il contrario che da forza italia c’è gente che vuole uscire e che vuole andare altrove, magari verso il gruppo misto o altri gruppi di centrodestra quindi probabilmente Berlusconi dovrebbe preoccuparsi del contrario». Ecco, il MoVimento 5 Stelle è unito e solidale mentre altrove i peones già scalpitano e sono pronti ad abbandonare la nave che affonda. «Ci sono deputati del centro destra che vorrebbero venire da voi?» chiede la Gruber e la risposta del Capo Politico pentastellato è chiara: «non sarebbe possibile perché noi non possiamo accettare parlamentari che provengono da altre forze politiche».

luigi di maio parlamentari forza italia m5s gruppo statuto - 1
Fonte: Statuto del gruppo parlamentare del M5S al Senato

Questo però non è del tutto vero. All’articolo 1 dello Statuto dei gruppi parlamentari del M5S si legge infatti che «Eventuali richieste di adesione provenienti da senatori [e deputati NdR] precedentemente iscritti ad altri Gruppi potranno essere valutate, purché siano incensurati, non siano iscritti ad altro partito, non abbiano già svolto più di un mandato elettivo oltre quello in corso, ed abbiano accettato e previamente sottoscritto il “Codice etico”». Le uniche condizioni realmente ostative sono il non aver fatto più di un mandato elettivo (per non derogare alla famosa regola dei due mandati) e l’essere incensurati. Ed in Forza Italia – nonostante la vulgata populista – non sono tutti pregiudicati. Rimane quindi solo un ostacolo: l’essere iscritti ad un altro partito. Ostacolo facilmente superabile dal momento che l’iscrizione è annuale e che si può sempre stracciare la tessera magari transitando per il gruppo misto per un certo periodo di tempo prima di chiedere di far parte del M5S. Le porte ai voltagabbana degli altri non sono quindi saldamente sbarrate la via per arrivare al M5S è sì stretta ma percorribile, nonostante quello che ha detto ieri Di Maio a Otto e Mezzo.

Potrebbe interessarti anche