Cosa fare davvero per aiutare la Rummo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-10-19

Al grido di #saverummo è partita la campagna di solidarietà per aiutare il Pastificio Rummo. Ma acquistare i prodotti nei supermercati potrebbe non bastare, ecco perché

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Adoro il profumo di Interwebs al mattino, odora di Fiori di Bach e di grandi battaglie combattute nel modo sbagliato. Prendiamo ad esempio il caso di #saverummo, la campagna per aiutare il Pastificio Rummo il cui stabilimento di produzione nella zona industriale di Benevento, alla contrada Ponte Valentino è stato sommerso dal fango e dai detriti dell’alluvione della notte tra il 14 e il 15 ottobre. Il Popolo della Rete™ si è rapidamente mobilitato con una delle sue trovate geniali: comprare la pasta Rummo per aiutare l’azienda. Qualcuno si è chiesto in che modo questo gesto, che senza dubbio esprime la solidarietà dei consumatori, nei confronti di un’azienda che ha subito gravi danni può davvero aiutare i dipendenti della Rummo? In pochi.
rummo alluvione #saverummo

#saverummo sì ma come?

L’idea è molto bella: andare al supermercato più vicino e comprare uno (o più) pacchi di pasta Rummo per salvare lo storico pastificio di Benevento. Finalmente l’Interwebs si mobilita per una giusta causa perché in gioco ci sono centinaia di posti di lavoro e la vita di altrettante famiglie. E come ci si può immaginare, al di là dei danni alle cose, la situazione è tragica per tutti quelli che hanno dedicato una vita al pastificio, lo ha raccontato Giovanna Colletta, figlia di uno dei dipendenti, in un post su Facebook:
giovanna colletta rummo
La “gara di solidarietà” è una buona cosa perché in molti (almeno leggendo i commenti su Facebook) non sapevano dell’esistenza della pasta Rummo ed è una buona occasione per conoscere un prodotto d’eccellenza del tanto bistrattato Made in Italy. Senza dubbio molto impareranno ad apprezzare la qualità della pasta e si spera che possano tornare a comprarla quando lo stabilimento potrà tornare operativo. C’è infatti un aspetto che non è stato tenuto in considerazione: i prodotti Rummo che tutti stiamo andando a comprare al supermercato sono in realtà già stati venduti dall’azienda alla grande distribuzione. C’è più di qualche dubbio che un incremento attuale della vendita possa aiutare nell’immediato la Rummo perché le vendite non incrementeranno la liquidità dell’azienda. Certo, la GDO potrebbe, in virtù della maggiore domanda, aumentare gli ordinativi, ma anche qui è in forse la possibilità che possano aiutare davvero la Rummo. Perché nell’area allagata si trovano anche i magazzini e non si sa se la Rummo sarà in grado di soddisfarli con i prodotti già imballati che potrebbero essere stati danneggiati dall’acqua. Ricominciare la produzione, infine, sembra per il momento fuori discussione, perché i macchinari dello stabilimento sono stati gravemente danneggiati. Nella speranza che le assicurazioni e le banche non facciano troppe storie a risarcire i danni e ad aprire nuove linee di credito cosa possono fare i consumatori?

  L’idea potrebbe essere simile a quella per il salvataggio dei caseifici emiliani dopo il terremoto del 2012. Come molti ricorderanno all’epoca circa il 10% della produzione di Parmigiano Reggiano andò distrutta e molti stabilimenti subirono seri danni. Il Consorzio decise quindi di adottare una strategia diversificata per poter aiutare i produttori: una raccolta fondi a favore dei caseifici, l’acquisto della produzione rimanente degli stabilimenti danneggiati, l’acquisto di Parmigiano Reggiano da caseifici solidali (per ogni chilo veniva devoluto un euro) e un accordo con la Grande Distribuzione. Questa potrebbe essere un’ipotesi di linea da seguire anche per il pastificio Rummo. Si potrebbe ad esempio creare un sistema di “opzioni” ovvero i consumatori potrebbero acquistare dei buoni o dei voucher per l’acquisto della produzione futura presso i singoli punti vendita in modo da poter far arrivare subito nuova liquidità all’azienda. Una volta che la Rummo riprenderà la produzione il cliente potrà redimere il buono e ritirare la merce. In alternativa, e senza dimenticare che nella zona industriale colpita dall’alluvione operano anche altre aziende (per un totale di 1500 operai), si potrebbe sempre iniziare una raccolta fondi a vantaggio di tutte le aziende colpite.

Leggi sull’argomento: #saverummo: la solidarietà al pastificio Rummo allagato a Benevento

 

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