Cosa dicevano Marco Travaglio e Il Fatto su Raffaele Marra

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-12-16

Raffaele Marra, arrestato oggi, nei mesi scorsi è stato spesso preso di mira sulla stampa per le sue frequentazioni e per le notizie sugli acquisti di case che oggi l’hanno portato in galera. In mezzo a tanto giacobinismo giustizialista cattivo e crudele brilla però la stella del garantismo di Marco Travaglio, il quale, dimostrando che …

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Raffaele Marra, arrestato oggi, nei mesi scorsi è stato spesso preso di mira sulla stampa per le sue frequentazioni e per le notizie sugli acquisti di case che oggi l’hanno portato in galera. In mezzo a tanto giacobinismo giustizialista cattivo e crudele brilla però la stella del garantismo di Marco Travaglio, il quale, dimostrando che anche per lui le notizie di stampa su presunti reati con i nemici si danno e con gli amici si interpretano, ha spesso difeso quel sant’uomo di Marra dagli strali della macchina del fango. Come ad esempio il 17 settembre, quando, a proposito di Marra, in un editoriale pubblicato sul Fatto Travaglio scriveva:

Raffaele Marra, ex finanziere plurilaureato, è un dirigente pubblico passato dal ministero dell’Agricoltura all’Unire, dal Comune alla Regione, dalla Rai di nuovo al Comune. Ha collaborato con le giunte Alemanno e Polverini, come pure con Zingaretti e di Marino, almeno finché non lo cacciavano, il che avveniva regolarmente perché troppo “giacobino” (parola di Alemanno), cioè perché denunciava un sacco di porcherie in Procura. Appena la Raggi l’ha chiamato come vicecapo di gabinetto, è diventato il paria, l’appestato, l’uomo nero. Per smorzare la tensione, la sindaca l’ha spostato al Personale. Invano: Marra continua a occupare ogni giorno una o due pagine dei giornaloni.
Roberta Lombardi, in un tweet, lo definisce “un virus”? Il tweet finisce su tutte le prime pagine, col contorno di notizie inventate di sana pianta (la Raggi che chiama in lacrime Grillo e Casaleggio per chiedere protezione e minacciare di andarsene e dire sì alle Olimpiadi: telefonata mai avvenuta, lacrime mai versate, minacce mai pronunciate; o la Raggi che nasconde i pareri negativi di Cantone sulle nomine di Marra e Romeo: il parere su Marra non esiste e quello su Romeo è positivo). E dire che il Comune di Roma ne ha 200, di dirigenti, di cui 8 tra indagati e condannati, ma mai rimossi né citati sui giornali. Marra invece è incensurato, e questo forse è il problema: però il Messaggero assicura che, siccome comprò casa dal costruttore Scarpellini allo stesso prezzo stimato da una perizia della banca Barclays che gli erogò il mutuo, senza mai firmare un atto riguardante Scarpellini (all’epoca si occupava di incremento delle razze equine), “la Procura sembra voler fare chiarezza”. Ergo, è il mostro di Lochness.

raffaele marra marco travaglio
Qualche giorno prima, in una immaginaria lettera scritta da Virginia Raggi che in realtà aveva vergato lui stesso, Travaglio si occupò del caso Marra segnalando che aveva sempre denunciato le illegalità in cui si imbatteva:

Molti nel Movimento diffidano di Marra e Romeo, considerandoli troppo vicini a me o fidandosi dei giornaloni che li diffamano ogni giorno impunemente. Marra è dipinto come l’uomo nero di Alemanno, mentre da dirigente pubblico ha sempre denunciato in Procura le illegalità in cui si imbatteva, inimicandosi la destra alemanniana come la sinistra pidina. Finora nessuno mi ha spiegato che cosa avrebbero fatto di male Marra e Romeo, dunque – in mancanza di novità – li confermo nei rispettivi incarichi, perché di loro mi fido e un sindaco eletto dal popolo ha tutto il diritto di scegliersi i collaboratori. Così, se farò bene, sarà merito anche mio; se fallirò, sarà tutta colpa mia.

Tutte tranne una evidentemente, pensano i magistrati romani. C’è invece da segnalare che in occasione della lunghissima intervista rilasciata da Marra al Fatto Quotidiano il 5 novembre i due autori, Antonio Massari e Valeria Pacelli, presero abbastanza a schiaffi l’intervistato, mettendolo alle strette proprio sulla questione delle case Enasarco che oggi ha portato in galera il capo del personale della sindaca:

L’Espresso e anche il nostro Marco Lillo hanno verificato che, da dirigente del Patrimonio, lei ha firmato convenzioni per appartamenti del costruttoreAmore (ben 53 case) e Francesco Totti (59) per circa 2mila euro a unità abitativa. Amore è stato poi indagato in Mafia Capitale ma questo, all’epoca, lei non poteva immaginarlo. La domanda è un’altra:secondo lei questi sono prezzi giusti e congrui?
Moralmente, il prezzo non è corretto. Sotto il profilo tecnico giuridico lo è. Peraltro ho fatto risparmiare circa 900mila euro, nel caso degli appartamenti di Amore.
Lei non si è rifiutato, non ha scritto che 2mila euro erano moralmente scorretti, quindi dov’è la discontinuità con il passato?
Erano prezzi congrui.
Se fosse a capo del Patrimonio, quindi, oggi lei al sindaco direbbe: il prezzo non è morale ma mi adeguo, perché è congruo.
No. Proverei a cambiare il sistema con i’buoni casa affitto’… Ma tocca alla politica, non al tecnico…

[…]

Il fatto che lei abbia acquistato da Scarpellini un appartamento e poi è finito a dirigere il Patrimonio non le fa pensare di essere in conflitto di interessi, avendo ricevuto per di più uno “sconto” di 500 mila euro?
No. E comunque l’ho acquistato a prezzi di mercato.
E se Scarpellini avesse dato in affitto altri immobili al Comune?
Mi sarei astenuto.
Quindi potenzialmente il conflitto di interessi c’era.
Solo potenzialmente. Non s’è mai verificato.

Leggi sull’argomento: Quando Virginia Raggi su Marra diceva: «O lui o me ne vado»

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