Chi ha già fatto la prima dose del vaccino anti-Covid AstraZeneca senza problemi ‘può andare avanti tranquillamente con la seconda senza aspettarsi guai e rogne, perché le manifestazioni negative a questo vaccino sono molto rare ma intervengono nell”arco di un periodo ristretto successivo alla prima dose, entro i primi giorni, al massimo le prime due settimane dalla somministrazione. Credo che questo sia il messaggio forte e chiaro da dare”. Lo ha detto Massimo Galli direttore del dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ospite di Agorà, su Raitre.
Galli è dunque esplicito, nel ribadire: una volta trascorsi molti giorni dalla prima dose “non state lì ad aspettare il ‘coccolone’ perché a questo punto non vi viene. State tranquilli – aggiunge – anche se avete storie personali che possono far pensare a pericoli di questo genere”
“Le autorità sanitarie dovrebbero esprimersi in modo chiaro e definitivo su Astrazeneca. Questo vaccino è ancora strategico per noi? Se non lo è, non ho difficoltà a schierarmi con una revisione della somministrazione in alcune fasce d’età.” @MassimoGalli51 #agorarai #10giugno pic.twitter.com/TesSfyYeZs
— Agorà (@agorarai) June 10, 2021
Galli ha anche spiegato: “Dovremmo avere una posizione forte, chiara e definita che venga dalle autorità responsabili”, denunciando che “C’è stato un tira e molla veramente increscioso, anche con dei difetti di inadeguatezza di comunicazione imbarazzanti su questo vaccino”. “Il punto fondamentale su cui mi piacerebbe fosse fatta chiarezza – dice – è su quanto questo vaccino resta strategico per completare il quadro di vaccinazione nel nostro Paese. Se dobbiamo ancora ragionare in termini di costi-benefici in quella direzione allora il discorso resta aperto. Altrimenti – afferma l’infettivologo – non ho difficoltà a schierarmi nell’ambito di coloro che stanno pensando a una seria divisione dell’utilizzo di questo vaccino e a una sua limitazione in fasce di età in cui non ha una associazione significativa con questa pur rara condizione ma che crea un continuo allarme, molta ansia e certamente non migliora la qualità di vita di coloro che si vaccinano. Io credo – conclude- sia giunto il momento di porre questo problema sul tavolo e ci sia una presa di posizione chiara e definitiva”.