Cosa hanno capito i grillini dell'indagine su Paola Muraro

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-09-06

I vertici non sanno mai nulla, anche quando sono stati informati, ma invocano il garantismo che non sono disposti a concedere agli avversari politici. La base invece si spacca, c’è chi vorrebbe cacciare la Raggi, chi è deluso dal Movimento e chi implora Grillo di “teleguidare” la sindaca di roma.

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Nonostante le smentite Paola Muraro risulta effettivamente indagata, da prima che diventasse assessora (quindi i poteri forti non c’entrano nulla). L’assessore all’ambiente di Roma è indagata per concorso in abuso d’ufficio e concorso in reati ambientali: i pubblici ministeri pensano che esistesse un accordo illecito tra l’ex dirigenza di AMA e il ras dei rifiuti Manlio Cerroni, un accordo che la Muraro con la sua mediazione ha contribuito a concludere.

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Lo status con cui Carla Ruocco si è dissociata dalla Raggi

 

Il Direttorio che non sa mai quello che succede nel partito

Il fascicolo di indagine a carico della Muraro è stato aperto il 21 aprile 2016; prima delle elezioni amministrative e prima che la Muraro venisse convocata (10 giugno) dalla futura sindaca Virgina Raggi per discutere della sua proposta di nomina a assessore all’ambiente. Nomina che è avvenuta il giorno 7 luglio. La Muraro non è stata raggiunta da un avviso di garanzia ma risulta iscritta nel registro degli indagati e, cosa ancor più interessante, ne era a conoscenza dal 18 luglio. Qualche giorno (nel periodo tra il 19 luglio e fine luglio) dopo la Muraro ha informato la sindaca la quale in prima battuta ha detto di aver informato i vertici del Movimento (per non incappare in una situazione simile a quella che ha causato l’espulsione del sindaco di Parma Federico Pizzarotti) e successivamente «alcuni parlamentari, Stefano Vignaroli, Paola Taverna, un europarlamentare e un consigliere regionale» (i due sono Fabio Massimo Castaldo e Gianluca Perilli) vale a dire i componenti del Direttorio romano che era stato affiancato alla Raggi durante la campagna elettorale. I vertici del Movimento però (in teoria si tratta del Direttorio nazionale a cinque nominato da Grillo) hanno detto di non saperne niente, come si evince da questo tweet di Carla Ruocco. Carlo Sibilia all’agenzia di stampa AGI fa sapere che non sapeva nulla dell’indagine:

“Personalmente non ne sapevo nulla”, e poi si tratta di un’indagine “non di un avviso di garanzia”. Cosi’ il deputato M5S Carlo Sibilia, componente del ‘direttorio’ del Movimento, risponde a chi gli chiede se fosse a conoscenza del fatto che l’assessore di Roma Paola Muraro era indagata dalla Procura gia’ da aprile

Del resto il Direttorio nazionale pare non sapesse niente nemmeno di quello che succedeva a Quarto, quindi stando ai fatti non è che il loro sia un ruolo davvero rilevante all’interno del partito di Grillo. I grillini dell’ultim’ora, come ad esempio Roma Fa Schifo ieri giocavano ancora a fare i giapponesi trincerati nelle isole del Pacifico e ieri twittavano che la Muraro ha ricevuto un avviso di garanzia “dieci giorni dopo essere diventata assessore”.
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Il che è falso perché in primo luogo come abbiamo spiegato qui sopra il fascicolo a carico dell’assessora è stato aperto il 21 aprile, in secondo luogo perché la Muraro non ha ricevuto alcun avviso di garanzia ma è semplicemente indagata, un tecnicismo si dirà, perché le indagini non sono ancora state concluse o perché la procura non ha ancora compiuto atti per i quali sia necessaria la presenza del difensore dell’indagato. E anche qualora ricevesse un avviso di garanzia non sarebbe certo una condanna, questo in un paese dove il garantismo non è a senso unico.
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Naturalmente se la Muraro fosse rinviata a giudizio le cose dovrebbero – dal punto di vista politico – cambiare, ma anche in quel caso non sarebbe colpevole. Prevedibilmente la reazione dei vertici sarà sempre la stessa: occorre essere garantisti e leggere le carte prima di invocare le dimissioni della Muraro (o l’espulsione della Raggi per aver taciuto fatti così importanti).

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Via Facebook.com Credits: Abolizione del Suffragio universale

A questo punto uno si aspetta che il popolo Cinque Stelle scenda su Facebook a difendere a spada tratta la Raggi accusando giornalisti e magistrati di fare parte dei poteri forti che non vogliono il cambiamento di Roma. Parole simili a quelle pronunciate dalla Raggi nel suo video messaggio di ieri dove annunciava con malcelato orgoglio di aver “già nominato” l’assessore al bilancio. Non ha detto però che si tratta del nuovo assessore, perché quello precedente si è dimesso, e che dalle elezioni sono passati due mesi e mezzo quindi dire “abbiamo già nominato l’assessore” come se fosse un grande successo della sua Amministrazione suona abbastanza ridicolo. Eppure oggi la base grillina è insolitamente silenziosa. Certo, qualcuno che dice che “non è vero niente” c’è. Ma sono ben pochi rispetto a quelli che festeggiavano la vittoria della Raggi e se ne uscivano per strada a respirare il vento del cambiamento. Chissà cosa direbbe oggi quell’attivista che si incazzava perché il centralino del Comune di Roma non sapeva dove “si riceveva il Sindaco” ora che il Direttorio non sapeva che la Muraro era indagata. Forse non sa più come entrare su Facebook.
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Elaborazione grafica a cura dei laboratuar di Nextquotidiano

Libertà di stampa e democrazia a Cinque Stelle

Curiosamente mentre sui giornali e sulle pagine “nemiche” i pentastellati se la prendono con i poteri forti altrove le cose vanno diversamente. Sulla pagina Facebook di Vauro, che ha pubblicato una vignetta che fa il verso a quella di Charlie Hebdo ma con Raggi e Muraro i grillini accusano “il vignettista di partito” di essere al soldo di coloro che si oppongono al cambiamento promosso dalla giunta capitolina.

Perché Vauro non ha mai fatto vignette contro il PD? Chiedono alcuni mentre altri gliele cantano di brutto con cose come:
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Oppure
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Per finire con un grande classico: cercano di screditare il nostro operato perché non sono onesti!
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Strano che nessuno faccia notare che Vauro è il motivo per cui l’Italia “è al 77° posto nella libertà di stampa”. Eppure sulla pagina Facebook di Grillo le cose cambiano, lì la base si spacca, il fronte pentastellato non è più così compatto: ci sono quelli che difendono la Raggi senza se e senza ma,
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Spiegando che alla fine non è colpa sua, lei è non è esperta nel rubare come gli altri, è onesta e quindi sicuramente ce la farà a governare Roma nonostante i simpatizzanti del PD e di Mafia Capitale facciano tutto per screditarla.
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quelli che si dichiarano delusi e amareggiati da come il Movimento si sta comportando
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e spiegano che sta facendo la fine dei vecchi partiti
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quelli che se la prendono con la sindaca di Roma perché sta rovinando l’immagine del M5S
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e quelli che invocano un intervento “urgente e non più procrastinabile” di Beppe Grillo e Davide Casaleggio gli unici che – con un atto di imperio – sono in grado di “ripristinare la trasparenza, la democrazia violata e la legalità all’interno del Movimento prima che sia troppo tardi“. Sul Blog di Grillo c’è chi scrive che forse è il caso di “teleguidare” la sindaca: “È inutile giraci intorno tutti sappiamo che la Raggi è telegenica ma non è’ capace. Ora ce la dobbiamo tenere ma teleguidatela, nessuno mi ancora spiegato perché Pizzarotti che ha ricevuto un premio per la città con miglior riciclo di Italia che aveva un debito lasciato dai merdosi di prima é stato sospeso“. Prove di democrazia a Cinque Stelle in corso.

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