Il silenzio non è innocente: cosa fare per difenderci da Bechis, D’Anna & Co.

di Elio Truzzolillo

Pubblicato il 2019-01-04

La popolarità di posizioni anti scientifiche come quella citata è un problema di molti paesi occidentali e in particolare dell’Italia. La cosa ha gravi ripercussioni sociali, politiche e persino economiche. L’unica strada da percorrere è quella di mobilitare la società civile

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Come molti sapranno Franco Bechis, direttore del quotidiano Il Tempo (a cui vanno i sensi della mia più profonda disistima umana e professionale), è stato autore di un inconsistente scoop su vaccini contaminati. La vicenda è stata ben riassunta da Giulia Corsini. Il direttore Bechis, dopo il presidente antivax dell’ordine dei biologi Vincenzo D’Anna, ha ospitato sul suo giornale anche la famigerata coppia (antivax) di ricercatori indipendenti Montanari-Gatti. Sia chiaro, questi soggetti rifiutano l’etichetta di “antivax” e siete liberi di credergli. Allo stesso modo siete liberi di credere che Giulio Cesare sia morto per un colpo di sonno che l’ha fatto cadere sulle lame affilate di senatori intenti a sbucciare delle mele. Gatti e Montanari sono stati a loro volta autori di un’altra famigerata ricerca sulle contaminazioni dei vaccini, la cui inconsistenza è stata ben spiegata dall’ottimo Medbunker qui. La ricerca fu pubblicata da una rivista con Impact Factor inesistente, con grande stupore del dott. Montanari che era convinto fosse una rivista autorevole. Forte della copertura scientifica di Corvelva (associazione antivax che non si dichiara tale), di D’Anna e dei “nano scienziati” Gatti e Montanari, Franco Bechis continua a difendere la bontà e la correttezza del suo scoop. L’ha personalmente ribadito sulla sua pagina Facebook rispondendo alle mie critiche:

“Può andare avanti all’infinito se crede. Io sono certo di quello che ho scritto, e non faccio un passo indietro di nemmeno un mm. Possono scendere in campo gli eserciti delle case farmaceutiche. Non me ne frega nulla”

Al di là dei toni alla Salvini, per Franco Bechis l’EMA (European Medicines Agency), l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), i 7000 scienziati e ricercatori di 14 società scientifiche riunite nella FISV, i 130 medici e ricercatori tra cui spiccano personaggi come Enrico Bucci, Guido Silvestri, Roberto Burioni, Andrea Cossarizza, Salvo Di Grazia, Pellegrino Conte, Pierluigi Lopalco, Alberto Mantovani, Giovanni Rezza, Walter Ricciardi (solo per citare i più noti al grande pubblico), agiscono quindi su mandato delle case farmaceutiche. Vincenzo D’Anna, Antonietta Gatti e Stefano Montanari, invece, sono indipendenti, autorevoli e credibili. Capite adesso perché non concedo a Bechis neanche il beneficio del dubbio sulla sua buona fede? Non posso farlo perché tra questi 130 ricercatori ce ne sono molti che pubblicano su giornali scientifici di assoluto prestigio mondiale con la stessa facilità con cui io mi cucino due uova al tegamino. Se soggetti di tali competenze mi dicessero che sto calpestando una merda dal punto di vista scientifico, io di passi indietro ne farei due.

franco bechis

Cerchiamo adesso di passare a un discorso più generale. La popolarità di posizioni anti scientifiche come quella citata è un problema di molti paesi occidentali e in particolare dell’Italia. La cosa ha gravi ripercussioni sociali, politiche e persino economiche. Si va dai vaccini agli OGM, da Xylella alla prevedibilità dei terremoti, dai cibi industriali avvelenati dalle multinazionali ai superfood che guariscono da ogni malattia, dall’omeopatia a improbabili terapie “che nessuno vuole farvi sapere”. A queste si aggiungono le (ahimè) le bufale economiche, perché è vero che l’economia non appartiene alle cosiddette “scienze dure”, ma in qualche secolo di storia qualche ragionevole certezza è stata raggiunta. Non si possono sentire giornalisti, politici e pseudo esperti per i quali, solo per fare un esempio, lo spread è manovrato da speculatori cattivi (preferibilmente ebrei) per danneggiare l’Italia. Che fare per ridare dignità alle evidenze scientifiche nel dibattito nazionale sui vari temi? Si sente spesso parlare d’interventi esterni che dovrebbero limitare il fenomeno: leggi ad hoc, interventi della magistratura che potrebbe contestare determinati reati, nuove mansioni da attribuire ad autorità indipendenti, ecc.. Personalmente sono d’accordo con l’amico Michelangelo di Butac, interventi di questo tipo sono destinati ad avere una limitata efficacia, specie in una società dove (giustamente) la libertà d’espressione è massimamente garantita. Inoltre una società non si cambia con le leggi e regolamenti, semmai sono questi ultimi che sono il frutto naturale dei valori che una società esprime nella maggioranza dei suoi appartenenti. Anche perché leggi e regolamenti si possono fare solo con il sostegno attivo della popolazione. Allora che fare?

L’unica strada da percorrere è quella di mobilitare la società civile. La società civile non si mobilita con un decreto, la società civile si mobilita perché avverte un pericolo per sé stessa e decide di dare (ognuno nel suo ambito e nelle sue possibilità) un contributo attivo. Non posso non credere che la maggioranza dei ricercatori, dei medici, dei fisici, dei biologi, dei professori universitari in genere, non siano persone almeno dignitosamente competenti nella loro materia. Non posso non credere che con lo sforzo di tutti (o di tanti) la maggioranza silenziosa della gente non possa essere coinvolta in questa battaglia civile. La sanzione più efficace per i cialtroni è quella sociale, l’isolamento, la disistima, il discredito e persino un sano disprezzo diffuso per chi con continuità diffonde o cavalca certe sciocchezze. La stessa sanzione sociale che riceve chi abbandona un cane in autostrada o riversa dei rifiuti in spiaggia, sanzione sociale che è indipendente dal fatto che ciò costituisce un reato. Se una persona in vista fosse sorpresa a fare una di queste cose, sarebbe costretta a scusarsi pubblicamente. Franco Bechis invece non si scusa per avere allarmato e spaventato molti ignari lettori del suo giornale, perché il suo comportamento non è sanzionato socialmente. Continuerà a essere stimato, rispettato e invitato dai suoi colleghi giornalisti, i quali non gli chiederanno conto del suo comportamento irresponsabile.

vaccini corvelva il tempo
Il Tempo, 23 dicembre 2018

Coinvolgendo le maggioranze silenziose anche i giornalisti e i politici saranno costretti a cambiare atteggiamento. È noto che i giornalisti e i politici sono molto sensibili alle minoranze organizzate (antivax, biodinamici, fans dell’omeopatia, solo per fare degli esempi), quindi preferiscono blandirli. Una strizzatina d’occhio a queste minoranze, infatti, garantisce un certo consenso e una certa benevolenza senza che si paghi dazio alle maggioranze silenziose e indifferenti. Per questo i governi finanziano l’agricoltura bio dinamica, per questo molti politici sono stati favorevoli alla sperimentazione del metodo Di Bella o di Stamina, per questo molti giornali non hanno lesinato spazio alle istanze antivax presentandole come legittime discussioni scientifiche, per questo, per concludere con gli esempi, corsi che hanno a oggetto l’omeopatia danno crediti formativi. Le minoranze coese vincono sempre e ottengono sempre quello che vogliono, sia in termini di benevolenza presso i politici sia in termini di visibilità mediatica. Questo accadrà finché non gli si contrappone una maggioranza (o una minoranza più grande). La politica e il giornalismo sono poteri dai piedi d’argilla che vivono di consenso, è compito della società civile mobilitarsi per fare arrivare messaggi ben precisi. Chi in questa battaglia di civiltà vorrà usare il fioretto sarà comunque il benvenuto ma meglio sarebbe fare nomi e cognomi di chi prospera sulle bugie. A volte saranno ignoranti in buona fede, altre volte cialtroni e mascalzoni impenitenti, altre ancora furbetti che cavalcano certi temi nascondendosi dietro ad un’equivoca imparzialità. Non abbiate paura di renderli famosi, più saranno conosciuti meno sarà probabile che le persone comuni, spesso ingenue e in buona fede, diventino vittime di certi personaggi. Abbiamo già “perso” una generazione, non perdiamo anche la prossima. Se, per esempio, tutti fossero a conoscenza della “fama” di cui godono in ambito scientifico D’Anna, Gatti e Montanari, i loro articoli su Il Tempo non potrebbero fare molti danni, parlerebbero solo ai loro adepti ma difficilmente ne farebbero di nuovi.

Per questo il silenzio non è innocente, nell’epoca dei social dove qualunque organizzazione può raggiungere potenzialmente la totalità (o quasi) dei cittadini non parlare non paga più. Nell’epoca in cui i grandi media sono sbarcati sui social e soggiacciono alle stesse regole di certe paginette impresentabili, fare finta di niente non paga più. Prima lo capiamo meglio è. Alla luce di quanto scritto fin qui capirete il piacere che mi ha fatto costatare che una larga fetta della comunità scientifica si è mobilitata nella vicenda dello scoop sui vaccini di Franco Bechis e di Vincenzo D’Anna. L’augurio è che ciò possa avvenire sempre più spesso. Ora, il 25 gennaio si terrà a Roma un convegno organizzato dall’ordine nazionale dei biologi. Il titolo del convegno sarà “Vaccinare in Sicurezza”. Il titolo potrebbe apparire innocente e neutro per chi non conoscesse il presidente Vincenzo D’Anna. Leggendo velocemente la presentazione si scopre, tra l’altro, che usando un linguaggio sibillino sono riesumati i famosi e inesistenti esami pre vaccinali. Salta agli occhi, inoltre, la presenza di alcuni personaggi non propriamente in linea con la comunità scientifica in tema di vaccini. C’è persino un candidato al premio Nobel, quando è risaputo che i candidati al Nobel sono coperti dal segreto per 50 anni, giusto per dare la misura della correttezza dell’iniziativa. Nel programma si riporta la partecipazione del ministro per la salute Giulia Grillo. Male, molto male, dare legittimità e visibilità positiva a certi eventi non è una buona idea. Speriamo solo che così come il precedente ministro Beatrice Lorenzin ritirò la sua prefazione a un libro sull’omeopatia, il ministro Grillo possa rimettere in discussione la sua decisione. È per questo che, come ho scritto, è la società civile che deve muoversi, solo dopo politici e giornalisti seguiranno. Il silenzio non è innocente.

P.S.: Do per scontato che esistono alcuni politici e giornalisti “eroici” che questa battaglia la stanno già facendo.

Leggi sull’argomento: Gli scienziati contro la disinformazione scientifica del Tempo e di CORVELVA

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