La storia del conto in Svizzera di Fontana “dimenticato” nella dichiarazione dei redditi 2016

Il governatore non menzionò i conti esteri quando prese possesso dei beni della madre Il suo legale: “Poi fece una integrazione. È tutto regolare”

Repubblica racconta oggi un particolare curioso nella vicenda del conto in Svizzera di Attilio Fontana: il governatore non menzionò i conti esteri quando prese possesso dei beni della madre. Ma il suo legale spiega che fece successivamente un’integrazione ed è tutto in regola:



Repubblica è venuta in possesso della prima dichiarazione di successione presentata da Fontana all’Agenzia delle Entrate il 15  febbraio 2016, otto mesi dopo la morte della madre. E tra i cespiti ereditari elencati, il conto di Lugano con i 5,3 milioni di euro non c’è. Apparirà soltanto diversi mesi dopo. Perché? […] A giugno del 2015 la signora Fontana muore. L’allora sindaco di Varese è avvocato di affari. Non è uno sprovveduto, anzi: è uno dei migliori legali su piazza. E non può non sapere del trust nelle isole caraibiche, non foss’altro perché dal 2005 ne è il beneficiario. Quelli che lui definisce «i risparmi di una vita» in realtà sono un patrimonio sostanzioso.

Non a caso nascosto con un trust alle Bahamas, il Montmellon Valley, creato – ha notato l’Espresso – pochi giorni prima che il governo svizzero decidesse di tassare i capitali detenuti nelle banche elvetiche. Un’altra fuga dalle imposte. Ad amministrare il trust sono società e professionisti tra le Isole Vergini e il Liechtenstein. Un’ingegneria finanziaria non comune per gestire i risparmi di due medici. In ogni caso, il figlio si ritrova con una patata bollente in mano: denunciare i 5,3 milioni all’Erario, pagandoci su tutte le tasse. Fontana però è fortunato, perché una mano gli arriva dal governo Renzi che prolunga i termini per aderire alla voluntary disclosure. Siamo tra il novembre e il dicembre del 2015, per il futuro presidente della Lombardia è l’occasione ideale. Aderisce immediatamente.



La dichiarazione di Fontana sul sito di Regione Lombardia

Il 15 febbraio del 2016, otto mesi dopo la morte della signora, Attilio Fontana va dal notaio. E quel giorno manda all’Agenzia delle Entrate – Direzione provinciale di Varese la dichiarazione di successione.

Nell’elenco dei cespiti ereditati figurano gli immobili nel comune di Induno  Olona (una casa, una bottega, un deposito e una rimessa), e, a Varese, una casa di 5 vani e uno studio privato di 3 vani. Non solo. La madre gli ha lasciato anche un credito non meglio specificato di 33.977 euro e 456 mila euro in azioni e obbligazioni. Del conto svizzero, però, non c’è traccia. Il documento – il “certificato di eseguita dichiarazione e di pagamento d’imposta” dell’ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate – porta la data del 20 gennaio 2017. […] L’atto di successione del febbraio del 2016 non è però l’unico. «Esiste un’integrazione – spiega Jacopo Pensa, legale del governatore – è di alcuni mesi dopo, effettuata nello studio dell’avvocato Franca Bellorini (lo stesso dove nel 1984 nacque la Lega, ndr) con la quale Fontana ha denunciato anche i soldi svizzeri».



Leggi anche: La storia dei 600mila euro in più sul conto in Svizzera di Attilio Fontana