Il confronto tra Enrico Letta e Giorgia Meloni in tempo reale | LA CRONACA

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Confronto Letta-Meloni: la cronaca in diretta del faccia a faccia sul sito del Corriere dei due leader protagonisti della campagna elettorale

C’era molta attesa per il (discussissimo) confronto sul sito del Corriere tra il segretario del Pd Enrico Letta e la presidente di FdI Giorgia Meloni, di fatto i protagonisti indiscussi di questa campagna elettorale con i loro partiti che, stando ai sondaggi, non smettono di tallonarsi e di rincorrersi per il primato. “Io credo fortemente che in politica bisogna tentare di avere rapporti buoni e cerco di staccare sempre il rapporto umano dalla politica. Io ho una profonda distanza politica con Meloni. Oggi ognuno di noi dirà la sua e sarà un momento importante di confronto, utile per chi ci seguirà perché si farà un’idea delle diverse posizioni”, queste le parole di Enrico Letta alla Cna prima del faccia a faccia con Meloni, moderato dal direttore del Corriere Luciano Fontana.



Il confronto è cominciato alle 18.15, con Fontana che ha spiegato le regole del faccia a faccia: Letta e Meloni hanno a disposizione lo stesso tempo, indicato da timer. Primo blocco di domande comuni, secondo blocco di “personalizzate” e per tre volte il leader potranno chiedere di replicare all’altro.

Confronto Letta-Meloni: le domande “personalizzate” e la stoccata della leader di FdI su Draghi

Dopo la parentesi immigrazione, il direttore Luciano Fontana annuncia a Letta e Meloni il passaggio al secondo blocco di domande, ovvero quelle “personalizzate”. Si parla di giustizia e il segretario dem dice: “Dovremmo aggiungere un’alta corte in Costituzione che svolga le funzione di Csm con un vicepresidente scelto non dalle correnti, ma dal presidente della Repubblica”. Meloni ha ribadito: “Serve una riforma della giustizia più coraggiosa. Serve che i cittadini recuperino fiducia nella classe dirigente. Vado per titoli: riforma del Csm più coraggiosa di quella già fatta. Strapotere delle correnti da correggere. Dovremmo procedere con sorteggio. Poi separazione delle carriere, accelerare i processi e poi certezza della pena. Sono garantista durante il processo, ma giustizialista nella fase di esecuzione della pena”.



Interrogata sulla forma di Governo, la leader di FdI ha sfoderato nuovamente il suo cavallo di battaglia: “Voglio un sistema che garantisca vincolo tra eletto ed elettori, tra cittadino e governo, e stabilità per cui chi vince le elezioni sta per cinque anni al governo. Noi abbiamo proposto il semi-presidenzialismo alla francese perché uscita dalla Bicamerale di D’Alema. Non accetto che la sinistra che ha fatto a maggioranza il Titolo V e la riforma di Renzi ci dica che se noi abbiamo la maggioranza non la possiamo fare”.

La replica di Letta: “Berlusconi ha detto che con la riforma del presidenzialismo si rielegge un altro presidente subito. Iniziare così il dibattito sulle riforme è il modo peggiore. Quindi ho detto quel che penso: la costituzione è uscita dall’assemblea costituente figlia della resistenza e dell’antifascismo che ha salvato questo paese negli ultimi 70 anni. Con questa costituzione il governo Draghi ha funzionato, quindi falso problema”.



Ed è a questo punto che Meloni si infiamma: “Quindi D’Alema voleva i pieni poteri? Perché la nostra proposta è quella. Quello che avevamo con Draghi era un presidenzialismo con un presidente non eletto e con i pieni poteri. Sistema in cui il parlamento viene mortificato. Non mi dire che ha funzionato. E poi Draghi è andato a casa senza fare tutto quello che voleva”.

Poi, Letta ha proseguito: “C’è un sistema mediatico che accompagna Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni e noi staremmo creando un mostro? Noi parliamo di cose concrete. Le elezioni sono un voto come un referendum, come la Brexit. Posizioni nettissime, scelte di strada radicalmente diverse”.

Meloni ha proseguito parlando dei suoi ambigui rapporti con l’Ungheria: “Letta non prende distanze da Emiliano. Sul tema di Orban: io ho buoni rapporti con lui, ma segnalo che fino a ieri era nel Partito popolare europeo, che stava al governo dell’Europa col Pd. E ora non fa parte dei Conservatori, il partito europeo che io guido. L’Europa dell’est è considerata Europa di serie b”. E ancora sul discusso slogan degli ultimi giorni: “Dio patria e famiglia è un motto mazziniano”.

La parola passa di nuovo a Letta: “Meloni e la destra hanno proposte negazioniste sul clima. Avete votato contro tutto quello che l’Europa ha proposto sull’ambiente”. La replica della presidente di FdI: “Coalizione di destra: stiamo insieme per scelta, non per necessità. Non c’è nessuno che ami l’ambiente più dei conservatori”. A questo punto il moderatore Fontana invita gli ospiti a rispettare i tempi, ma i due leader gli fanno simpaticamente notare che il timer è sprito. Dopodiché, il segretario dem risponde alla domanda sul Pd al potere da 1o anni senza legittimazione popolare: “Stare all’opposizione ci farebbe bene? No, perché faremmo vincere questa destra. Noi non abbiamo intenzione di formare altri governi di larghe intese”.

 

Confronto Letta-Meloni: le parole sull’immigrazione

Sul divisivo tema immigrati, Meloni ha detto: “Profughi diversi da altri migranti. Proponiamo missione europea per trattare con la Libia per impedire alle barche di partire. Aprire hotspot in Africa, valutare chi ha diritto in Africa e poi distribuirli in Europa. Impossibile entrare legalmente in Italia a causa dei decreti flussi. Nessun paese al mondo lo fa”. Di tutta risposta, Letta ha incalzato Meloni per non aver usato l’espressione “blocco navale” e ha detto: «Ius scholae e riaprire decreto flussi: le imprese ci dicono che senza lavoratori si fermano. Abbiamo provato a superare il trattato di Dublino per redistribuire i migranti, ma non era possibile perché serve un voto all’unanimità”.

Confronto Letta-Meloni su contratti precari, bassi stipendi, reddito di cittadinanza e salario minimo

Sulle tematiche scottanti (e attualissime) come il precariato, gli stipendi bassi, il salario minimo e il RdC, i due leader hanno ribadito le loro classiche posizioni. Letta ha detto: “Giovani escono di casa tardi, vogliamo intervenire. Vogliamo salario minimo, evitare che più di 3 milioni di lavoratori siano impiegati a meno di tre euro l’ora. Passaggio chiave per noi. Il reddito di cittadinanza: una misura per contrastare la povertà è fondamentale. Dovrà continuare per questa funzione, sulle politiche attive, il rapporto con il lavoro, deve cambiare. È essenziale dare ai più giovani la possibilità di trovare lavoro”.

Per Meloni, invece, il “salario minimo non serve” perché il problema sono “le tasse troppo alte”. “Per questo – ha aggiunto la leader di FdI – il nostro taglio del cuneo del 5 per cento. Altro obiettivo: più assumi meno tasse alle imprese. Dobbiamo incentivare ad assumere. Super deduzione del costo del lavoro del 120 per cento per ogni nuovo assunto, che arriva fino al 150 per cento se si assume una persona fragile, neomamme, over 50, disabili, invalidi. Aiutare chi non è in condizione di lavorare, errore reddito mettere sullo stesso piano con chi invece è in condizione di lavorare. Ho una proposta di politiche attive, ma non ho tempo di spiegarla”.

Confronto Letta- Meloni: le parole sul fisco ed evasione fiscale

In merito alle proposte per la riduzione fiscale, Letta ha detto: “La nostra proposta di riduzione fiscale, a parte quella sulle bollette è una sola: ridurre il cuneo fiscale per dare ai lavoratori una quattordicesima in più. Abbiamo messo diverse coperture: riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi e lotta all’evasione fiscale”. Meloni ha ribattuto: “Chi ha governato negli ultimi dieci anni una parte di responsabilità ce l’ha per questa situazion. Le nostre proposte di riduzione fiscale sono una flat tax incrementale. Anche noi abbiamo come obiettivo la riduzione del cuneo fiscale. Poi introduzione tassa piatta al 5 per cento sui bonus di produttività”. Poi, la leader di FdI ha precisato: “Non c’è nessun condono nel programma di centrodestra”.

Mentre sulla lotta all’evasione fiscale, Meloni ha detto: “Noi proponiamo di pagare il dovuto, con il 5-10 per cento di maggiorazione, senza oneri, senza sanzioni e dilazionando il pagamento in dieci anni”. La replica di Letta: “Per noi lotta all’evasione è fondamentale. Una nostra proposta è sostituire l’anticipo dell’Iva con una forma di auto dichiarazione che è fondamentale affinché le piccole imprese non finanzino lo stato con questo anticipo particolarmente dannoso”.

 

Confornto Letta-Meloni: l’accusa della leader di Fdi al segretario dem di fake news sull’intervento del Fmi

Letta ha ricordato l’articolo del 2020 in cui Giorgia Meloni chiedeva un intervento del Fondo monetario internazionale per aiutare l’Italia a uscire dalla crisi economica causata dalla pandemia. A quel punto, Meloni lo ha accusato di dire fakenews: “Ho chiesto l’intervento del Fondo monetario internazionale non al posto del Pnrr, ma al posto del Mes”. Meloni passa poi a criticare il Pnrr: “Paghiamo interessi su una parte del prestito. Sui 200 miliardi di Pnrr, i veri soldi europei sono circa 30 milardi. Il governo portoghese ha portato una proposta di revisione del Pnrr e il commissario Gentiloni lo ha approvato. Con il Portogallo va bene perché ha un governo di sinistra?”. A questo punto, Letta ha chiesto di replicare di nuovo: “Fratelli d’Italia non è mai stato a favore del Next generation Eu, non ha mai votato a favore”.

Meloni replica alla replica: “Lo saprò io qual è stata la posizione di Fratelli d’Italia sul Next generation Eu. La posizione di Fdi in Europa e in Italia è sempre stata la stessa: noi abbiamo sostenuto che l’Europa facesse debito comune, in alcuni passaggi ci siamo astenuti, non abbiamo mai votato contro. Contestavamo che non si sapesse cosa voleva dire “risorse proprie” in rapporto al Next generation Eu”.

Inizia il confronto Letta-Meloni: le parole dei due leader su Europa, Pnrr e rapporti con la Russia

Il confronto è cominciato alle 18.15. La prima domanda è sulle alleanze internazionali e sulla guerra in Ucraina. Fontana, nello specifico, chiede delle divisioni interne sulle coalizioni, delle sanzioni alla Russia e dell’invio di armi all’Ucraina. Letta risponde: “Noi sempre tenacemente dalla parte dell’Ucraina, ma non è guerra nostra. Necessario difendere gli Ucraini con la strada delle sanzioni. Per noi non è difficile scegliere le alleanze. Da sempre ci basiamo su due cardini: Europa e Alleanza atlantica. Stiamo pagando la nostra scelta, con il caro bollette, ma le sanzioni devono restare perché sono l’unico modo di fermare Putin”.

Meloni, da parte sua, ha ribadito: “Fratelli d’Italia è dov’è sempre stata: con l’Occidente, ci siamo schierati con l’Ucraina e contro l’invasione russa dall’inizio. Non c’è alcun dubbio che le cose rimarrebbero così nel caso in cui ci fosse un governo di centrodestra. Gli ucraini stanno combattendo una guerra che riguarda anche noi. Dall’inizio del conflitto abbiamo chiesto che il governo italiano si attivasse per un fondo di compensazione per i paesi più colpiti dalle sanzioni. Su alcuni paesi impattano di più su altri meno. Questa è la nostra posizione nel nostro programma”. Poi, la sferrata della leader di FdI alla coalizione di Centrosinistra: “Sono divisi, nel programma di Sinistra Italiana si chiede stop invio alle armi”.

Poi, la domanda sull’Unione europea e su come riuscire a tutelare gli interessi nazionali e con quale tasso di integrazione. La prima a rispondere è Meloni: “Quelli che ponevano alcune questioni sull’Europa erano quelli a cui stava più a cuore l’Europa. Si può dire che l’Unione ha fatto perfettamente il suo lavoro? Io speravo che l’Europa fosse un gigante politico e un nano burocratico, ma ora è un nano politico e un gigante burocratico. L’Europa non è autonoma, ad esempio dai chip dipendiamo dalla Cina. Il nostro principio è la sussidiarietà: che Bruxelles non si occupi di ciò che si possono occupare meglio gli stati. A Bruxelles grandi questioni, negli stati le cose più vicine ai cittadini”. La replica di Letta: “Vengono fuori differenze abissali: il motivo per cui l’Europa non funzione perché partiti politici conservatori non vogliono che in Europa si decida a maggioranza, ma vogliono il diritto di veto. Immaginatelo in un condominio. Crollerebbe subito. Orban usa sempre il diritto di veto per danneggiare l’Italia. L’Ungheria ha fatto di tutto per bloccare il Pnrr. Quell’Europa non funziona. Quella che funziona è quella della solidarietà”.

A questo punto Meloni chiede di replicare a Letta: “Mettiamo le cose in fila: le parole di Berlusconi e di Salvini sono una cosa, ma nel nostro programma ci sono scritte cose chiare. Letta dovrebbe risponderci sul programma dei suoi alleati c’è lo stop alle armi. Nei nostri programmi non c’è nulla del genere”. Poi, la stoccata ai tedeschi: “Alla Germania nessuno dice una parola perché ha un cancelliere socialista. Oggi la Germania si trova esposta sul gas e difende il suo interesse nazionale, impedisce un tetto al prezzo del gas perché non le conviene”. Dunque la controreplica di Letta e la difesa del Pnrr: “Con Fratoianni e i Verdi abbiamo fatto un’alleanza per difendere la coalizione, non faremo un governo con loro. A bloccare tutto in Europa sono Olanda e Orban. Il Pnrr è quanto di più concreto ci sia. L’idea di poterli rinegoziare dice una sola cosa, che siamo inaffidabile. Io sono contro questa logica di inaffidabilità del nostro paese. Per una ragione: dentro il Pnrr ci sono tutti gli strumenti per intervenire ad esempio sul costo dell’energia”.