Confermata in appello la condanna a Denis Verdini per bancarotta fraudolenta

Categorie: Politica

La Corte d'appello di Firenze ha confermato la condanna dell'ex senatore di Forza Italia ed Ala Denis Verdini per bancarotta fraudolenta nel fallimento della Società Toscana di Edizioni (Ste)

Confermata in appello a Firenze la condanna per Denis Verdini e altri quattro imputati nel processo per la bancarotta fraudolenta del fallimento della Società Toscana di Edizioni (Ste), la società editrice che fino al 2012 ha pubblicato “Il Giornale della Toscana”. I giudici hanno accolto la richiesta della procura generale che durante il dibattimento aveva chiesto la conferma delle pene per tutti e cinque gli imputati, così come disposto in primo grado, il 13 settembre 2018, dal tribunale di Firenze. Per l’ex senatore di Forza Italia ed Ala Denis Verdini la pena è di 5 anni e 6 mesi di reclusione; per l’ex deputato Massimo Parisi, ex coordinatore regionale toscano di Forza Italia e già amministratore delegato della Ste, 5 anni; per Girolamo Strozzi Guicciardini, ex presidente del consiglio di amministrazione della Ste, 3 anni; per Enrico Luca Biagiotti, ex membro del cda, 3 anni; per Pierluigi Picerno, ex amministratore delegato e poi liquidatore della Ste dichiarata fallita nel febbraio 2014, 3 anni.



Confermata in appello la condanna a Denis Verdini per bancarotta fraudolenta

Gli imputati impugneranno la sentenza e promuoveranno ricorso in Cassazione, come hanno fatto sapere i loro legali. La Ste era la società che editava “Il Giornale della Toscana” e che ha cessato le pubblicazioni nel 2012. Due anni dopo, il 5 febbraio 2014, la società venne dichiarata fallita dal Tribunale. Verdini, nella sua veste di socio di maggioranza, è stato considerato dalla Procura “amministratore di fatto” della società editrice. Il 3 novembre 2020 la Cassazione ha condannato in via definitiva Verdini a 6 anni e mezzo per la bancarotta dell’ex Credito Cooperativo Fiorentino, banca locale di cui è stato a lungo presidente. L’ex parlamentare sta scontando la pena, dopo un periodo trascorso nel carcere romano di Rebibbia, in regime di detenzione domiciliare nella sua casa di Firenze.