Mancava solo la commissione “scientifica” indipendente alternativa al Cts

Categorie: Attualità, Fatti

La presentazione della nuova commissione in una conferenza a Milano. Tra i promotori anche Stefano Puzzer

Pensavamo di averle viste quasi tutte, a quanto pare ci sbagliavamo. Sì perché ora, oltre al Cts che lavora incessantemente da quasi due anni per far fronte all’emergenza sanitaria, è stata istituita una commissione scientifica indipendente che chiede un confronto con il comitato tecnico scientifico sulle decisioni per contrastare il Covid. A darne notizia Byoblu.



Mancava solo la commissione “scientifica” indipendente alternativa al Cts

La brillante idea è stata promossa dal “Coordinamento 15 ottobre”, con l’appoggio della fondazione “Allineare Sanità e Salute”. Però, sia chiaro, sono aperti anche a contributi e partecipazione di altri professionisti purché siano critici nei confronti delle decisioni del Cts.

La commissione è stata presentata in una conferenza stampa che si è tenuta a Milano. All’iniziativa ha dato il suo appoggio anche Stefano Puzzer, il portuale a capo della protesta no green pass a Trieste, che già da tempo aveva lanciato l’idea di un Cts alternativo a quello del governo.



Presente alla conferenza anche il professor Alberto Contri, docente universitario ed esperto di comunicazione. “Sono imbarazzato e allarmato che il Presidente della Repubblica sposi la tesi dominante del governo sulla gestione del Covid e vaccinazione di massa anche per i bambini e discrimini in maniera così grave un 15% della popolazione che la pensa in maniera diversa, così facendo si crea una frattura sociale grave”, ha dichiarato.

E non sono mancati esempi pratici del perché il piano del Cts sia “sbagliato”. Il professor Paolo Bellavite, componente della commissione, ha ricordato i rischi del protocollo ministeriale noto con il binomio tachipirina e vigile attesa. In difesa di questo protocollo, accusato da alcuni medici e scienziati di peggiorare il quadro clinico e le difese immunitarie dei pazienti, il Ministero della Salute e l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) avevano fatto ricorso al Consiglio di Stato e vinto l’appello, dopo che un’ordinanza del Tar Lazio aveva sospeso la nota dell’Aifa che indicava come unica cura domiciliare proprio il paracetamolo e la vigile attesa. Ma il perché della decisione di riapprovare il protocollo grazie alla sentenza del Consiglio di Stato è chiaro secondo il professore: “Di sicuro al Ministero ci sono consulenti tecnici che danno consigli, devono essere gli stessi che compaiono anche nelle televisioni”. Grande spiegazione dalla altrettanto grande evidenza scientifica.