Il commercialista che spiega le bugie dei furbetti del bonus 600 euro

Ieri un nutrito gruppo di percettori del bonus 600 euro per le partite IVA ha incolpato il proprio commercialista per aver fatto richiesta a sua insaputa. Oggi Giorgio Luchetta, vicepresidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Commercialisti, spiega che si tratta di una bugia

Ieri un nutrito gruppo di percettori del bonus 600 euro per le partite IVA ha incolpato il proprio commercialista per aver fatto richiesta a sua insaputa. Oggi Giorgio Luchetta, vicepresidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Commercialisti, spiega che si tratta di una bugia:



«Il commercialista è ancora, dopo tutti questi anni, un capro espiatorio: sono basito». A parlare è Giorgio Luchetta, vicepresidente del Consiglio nazionale dei Commercialisti. Il nodo è quello che da giorni anima il dibattito politico: la vicenda dei deputati  che hanno chiesto il bonus Covid. E, in particolare, la scelta di difendersi attribuendo la decisione al commercialista. Come hanno fatto Ubaldo Bocci, coordinatore del centrodestra a Firenze, Matteo Gagliasso, consigliere leghista piemontese e Riccardo Barbisan, consigliere veneto, che a settembre non verrà ricandidato dal governatore Luca Zaia. Questo gioco a scaricare le responsabilità secondo Luchetta deve finire. «Basterebbe un po’ di amor proprio e di coraggio delle proprie azioni, invece che tirare sempre in ballo la nostra professione».



Non bisogna avere una memoria di ferro, prosegue, per ricordare che l’8 aprile l’Inps negò la possibilità a commercialisti e consulenti del lavoro di fare da intermediari per i loro assistiti nell’invio tramite il pin abilitante delle richieste. Sarebbe servito un decreto ministeriale, che però non è mai arrivato. «Come possiamo essere responsabili di una cosa che non potevamo fare?»

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