Come funziona il gioco del semaforo rosso a Corso Francia

Si sfida la sorte, si corre più veloce che si può per dimostrare di essere i migliori in un gioco che non vanta merito alcuno. «Non è che sia un’abitudine – continua Federico, uno dei ragazzi della comitiva – Non c’è un motivo preciso per cui si fa, certo dopo quello che è accaduto è da cretini ma tante volte, qualche sfida ci esce»

Il Messaggero oggi torna sul gioco del semaforo rosso a Corso Francia raccontando che la metà delle persone che attraversa il vialone lo fa senza rispettare le regole:



Una coppia di fidanzati si prende sotto braccio e corre fino a mettere piede sul marciapiede davanti alla T-Bone station. E attraversare al di fuori delle “zebre”o con il rosso diventa una roulette russa. Un genitore, l’altro giorno, ha trovato il coraggio di denunciare persino l’esistenza di un folle gioco da parte dei giovanissimi di Roma Nord che si sfidano e postano sui social le loro bravate: scavalcare il guard-rail centrale di Corso Francia e correre tra le auto che sfrecciano per raggiungere il lato opposto della strada. È il “giochino del semaforo rosso”.

Sarà più veloce delle auto e quando arriverà dall’altra parte della strada colui che lo ha sfidato dovrà restare in silenzio. Eccolo il gesto, la prova “superata”, riconosciuta dal gruppo di amici che lo consacrerà come vincente agli occhi di chi aveva forse provato a denigrarlo di fronte ai suoi compagni. Sanno essere crudeli i giovani. E capita anche questo, come spiega un gruppetto di ragazzi di fronte al Mc Donald’s di Corso Francia: «Ci si sfida a chi arriva prima dall’altra parte attraversando la strada con il rosso o scavalcando il guardrail». Sembra assurdo eppure accade.



Si sfida la sorte, si corre più veloce che si può per dimostrare di essere i migliori in un gioco che non vanta merito alcuno. «Non è che sia un’abitudine – continua Federico, uno dei ragazzi della comitiva – Non c’è un motivo preciso per cui si fa, certo dopo quello che è accaduto è da cretini ma tante volte, qualche sfida ci esce». Troppa fatica raggiungere gli attraversamenti regolari. «Se stai in gruppo rischi di fare pure la figura del cretino, di far ridere gli altri».



Perché – è il mantra– che ci vuole? Meglio così affidarsi alla sorte e schivare la derisione del gruppo. Che è quasi come un’onta difficile da scrollarsi di dosso. Aveva ragione, in questo, chi sosteneva che «la cosa che fa più ridere di solito è anche la più cattiva».

Leggi anche: Il gioco del semaforo rosso a Corso Francia