Come è finita la rivoluzione del Generale Pappalardo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-09-12

I rivoluzionari del Movimento Liberazione Italia sono riusciti ad arrivare a Roma: hanno consegnato la lettera di sfratto ad un funzionario di Polizia e dopo aver ottenuto la ricevuta se ne sono andati in buon ordine. La manifestazione prevista oggi a Piazza del Popolo è stata invece rinviata per “motivi di sicurezza”

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Antonio Pappalardo, generale in pensione dei Carabinieri con vitalizio da parlamentare, ce l’ha fatta. La sua rivoluzione è riuscita ad arrivare a Roma senza perdersi sul GRA. Un’impresa incredibile alla quale nei giorni scorsi anche Giove Pluvio e il riscaldamento globale avevano tentato – invano – di opporsi. Ieri al Capranichetta di fronte a 150 persone (bambini compresi) Pappalardo ha dato il via alla rivoluzione. Poi, una volta fuori, ha consegnato nelle mani di un funzionario di Polizia l’avviso di sfratto per il Parlamento abusivo.

La strategia del Generale che mette KO il sistema (con tanto di ricevuta)

Fra trenta giorni il Presidente della Repubblica scioglierà le Camere e finalmente il popolo sarà libero. Bisogna quindi pazientare ancora un mese prima di poter cogliere i frutti di questa rivoluzione settembrina. Nel frattempo il Generale fa sapere ai suoi di aver annullato “per motivi di sicurezza” la manifestazione in piazza del Popolo di oggi dove avrebbe dovuto incontrarsi con le mamme del Movimento Liberazione Italia. La rivoluzione quindi è solo temporaneamente sospesa e rimandata a quando Sergio Mattarella accoglierà le richieste di Pappalardo e dei suoi.

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Giustizia è fatta!

Certo, qualcuno deve ancora avvertire il Segretario Politico del MLI che se ne andava in giro per Piazza San Pietro in attesa di andare a fare la conferenza in Piazza del Popolo. Ma si sa che quando si fa la rivoluzione è difficile mantenere perfettamente funzionanti le linee di comunicazione e di comando.
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Quello che conta in fondo è che la strategia del Generale e dei suoi uomini abbia messo KO il sistema. La folla dei rivoluzionari (addirittura tremila secondo gli organizzatori) ha straripato nella tarda mattinata di ieri in piazza Montecitorio. Per la prima volta nella storia d’Italia “il popolo sovrano ha diffidato il capo dello Stato a sciogliere le camere entro trenta giorni”.
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Lo ha fatto “per iscritto e con regolare ricevuta”. Perché si sa le cose o si fanno bene o non vale farle per niente.

Chi sono i rivoluzionari che hanno fatto l’impresa

Ogni comandante rivoluzionario che si rispetti ha i suoi barbudos. Quelli a fianco di Pappalardo non sono feroci rivoluzionari armati ma solo cittadini indignati. Tra loro in mancanza dei forconi (dai quali Pappalardo si è separato) e di buona parte del movimento no-vax italiano che ha deciso di sfilarsi c’era comunque qualche mamma che ha chiesto a gran voce l’abolizione della legge sui vaccini obbligatori. E c’era anche Loris Mazzorato il sindaco leghista di Resana, noto per la sua contrarietà alle vaccinazioni pediatriche e per la sua appartenenza a Scientology. Mazzorato probabilmente era lì in rappresentanza di uno dei sei stati federali di cui si comporrà l’Italia una volta compiuta la rivoluzione.

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Loris Mazzorato (primo da sx) a fianco del Generale

C’era Francesco Patrizi, già candidato sindaco a Ravenna dove in campagna elettorale aveva proposto la creazione di un fondo comunale per finanziare l’acquisto di armi da parte dei cittadini per difendersi dai ladri. Patrizi nel MLI si occupa delle tematiche relative alla sicurezza e alla legittima difesa. Ad occuparsi della salute pubblica e del tema dei vaccini c’era Salvatore Rainò, medico omeopata unicista e inventore dell’acquascissore. E c’era anche Luisa “Albachiara” Tonietto, artista bassanese che ha il ruolo pasionaria Movimento Liberazione Italia.

Non c’era invece quel “traditore” nonché “servo del PD” di Simone Carabella, che vanta il record di aver cambiato più partiti di un politico della Prima Repubblica. Dopo le ingiuste accuse di tradimento nei suoi confronti, l’eroe no-vax tiene il punto e continua a spiegare che non c’erano le condizioni di sicurezza necessarie per una manifestazione di piazza. Ma il direttivo del MLI “capitanato dal più grande generale dei carabinieri di tutti i tempi” (come si definisce Pappalardo) è riuscito lo stesso a notificare l’avviso di sfratto al Parlamento. Ora non resta che attendere il 12 ottobre per vedere se la rivoluzione darà i suoi frutti o se bisognerà di nuovo scendere in piazza. Per il momento Papplardo non contempla nemmeno l’ipotesi di un insuccesso e non ha ancora dato disposizioni a suoi.

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