Cognomi dei figli: cos’è il modello Spagna e come potrebbe funzionare in Italia

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Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, si chiede al Parlamento di legiferare. Ecco come potrebbe cambiare il sistema

La sentenza (in attesa di tutte le motivazioni che saranno pubblicate nelle prossime settimane) della Corte Costituzionale sui cognomi dei figli è una svolta storica per l’Italia. I giudici ermellini hanno dichiarato incostituzionale e discriminatorio l’articolo 262 del codice civile, quello che attribuisce automaticamente il cognome del padre ai figli. Ora si chiede al Parlamento di accelerare l’iter per l’approvazione di una norma che segua i paletti indicati dalla Consulta e nel cassetto delle varie Commissioni ci sono alcune proposte di legge che sono ferme da anni. In attesa di conoscere quali saranno i paletti entro cui si dovrà muovere la prossima norma, proviamo a prendere spunto da “modelli” già esistenti come quello spagnolo.



Cognomi dei figli: cosa ha deciso la Consulta

La sentenza della Corte Costituzionale, infatti, già delinea lo scenario futuro e futuribile e, come accade sempre in questo caso – con i pronunciamenti della Consulta che fanno giurisprudenza – saranno questi i crismi attorno ai quali si dovrà concentrare la prossima legge approvata dalla Camere e che dovrà fare riferimento “ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi”.

“La Corte ha ritenuto discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre. Nel solco del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale. Pertanto, la regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due”.



Nelle motivazioni della sentenza, potrebbe essere più chiaro anche un aspetto che non viene affrontato dal comunicato della Corte Costituzionale. Il tema è quello della retroattività di questo provvedimento: alcuni genitori o figli potranno fare ricorso e procedere con l’attribuzione del doppio cognome (o quello solamente della madre)? Un interrogativo al quale manca ancora una risposta che, però, potrebbe arrivare solamente con il passaggio parlamentare di una legge ad hoc.

Il modello Spagna

Paletti già palesi, ma mancano ancora alcuni dettagli. La decisione della Corte Costituzionale, sembra ricalcare quasi in toto quel modello già vigente in Spagna dal 1997: entrambi i genitori devono trovare un accordo sul cognome dei figli e l’ordine di “attribuzione” deve essere concordato. Ovviamente, come spiegato dalla Consulta italiana oggi, anche in Spagna si può trovare l’accordo tra i genitori affinché un figlio mantenga un solo cognome.



In Spagna, però, ci sono delle particolarità che potrebbero riproporsi anche come tema in Italia in vista della futura legge parlamentare basata sui paletti già indicati dalla Corte Costituzionale: Cosa accade se due genitori non trovano l’accordo? In questo caso – in Spagna -, se manca un accordo entro i tre giorni dalla nascita del figlio/a, sarà un incaricato dall’Anagrafe a intervenire per sedare il contenzioso. La decisione sull’ordine dei cognomi viene presa presa per “ordine alfabetico”, per “sorteggio” oppure per assonanza, ovvero per la miglior sonorità nell’ordine dei due appellativi. In Italia, invece, come spiegato nell’annuncio della sentenza di oggi, ci sarà “l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico”.

I cognomi dei figli nelle future generazioni

Una delle domande che molte persone si stanno facendo fin dalla pubblicazione dell’annuncio della sentenza della Consulta sui cognomi dei figli è quello delle future generazioni. In pratica, tra il serio e il faceto, in tanti si stanno interrogando sul futuro dei figli e dei nipoti: che fine faranno tutti quei cognomi? Ci saranno firme lunghissime per poter mantenere sempre in evidenza i doppi cognomi di entrambi i genitori? A queste domande ha risposto l’avvocato matrimonialista – nonché Presidente dell’Associazione Italiana di Diritto e Psicologia della Famiglia – Marco Meliti a Il Messaggero:

“Adesso dovrà essere il legislatore a regolamentare tale fattispecie, confermando la prassi che vede la possibilità per chi ha il doppio cognome di trasmettere al figlio solo uno dei due cognomi, a scelta. Ciò al fine di scongiurare che i nipoti della coppia originaria si ritrovino automaticamente con quattro cognomi da scrivere e con un’ulteriore crescita esponenziale dei cognomi nei rapporti futuri di filiazione”.

Non ci saranno mai, dunque, un nome e quattro cognomi in una escalation esponenziale di rimandi storico-familiari. D’altronde accade così già in Spagna: i figli dei genitori che hanno già un doppio cognome proseguono la “dinastia” unendo solamente il primo cognome sulla carta d’identità di ogni genitore. Facciamo un esempio: il figlio di Marco Rossi Brambilla e di Maria Ferrari Romano non si chiamerà Roberto Rossi Brambilla Ferrari Romano, ma porterà “in dote” solamente i primi due cognomi. Sarà, dunque, Roberto Rossi Ferrari. Scongiurato, dunque, il fenomeno Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare.