Mentre in Parlamento Cinque Stelle sono impegnati nella battaglia per il dimezzamento dell’indennità dei parlamentari altrove gli eletti grillini non sembrano così intenzionati a decurtarsi lo stipendio in nome della causa e degli ideali dello stipendio. Sulla graticola è già finita la sindaca di Torino Chiara Appendino e alcuni esponenti della sua giunta, accusati di guadagnare troppo per gli standard “francescani” del MoVimento.
Repubblica qualche giorno fa faceva notare che l’indennità mensile della Appendino ammonta a poco più di novemila euro, il doppio di quella percepita dall’ex sindaco Piero Fassino che però poteva contare sul vitalizio da parlamentare e che quindi riceveva un’indennità dimezzata. Anche la situazione del Presidente del Consiglio Comunale, Fabio Versaci, ha destato parecchia sorpresa. Lo scorso anno Versaci ha dichiarato un reddito pari a 7.191 euro, reddito per altro percepito facendo il consiglioere di circoscrizione per il M5S (a proposito di professionisti della politica) mentre quest’anno, grazie all’indennità da Presidente del Consiglio Comunale ne guadagnerà quasi dieci volte tanto (poco più di 71 mila euro). Anche gli altri membri della giunta però – faceva notare Repubblica – sono stati miracolati dalla vittoria del M5S, gli unici che l’anno scorso dichiaravano redditi “importanti” sono stati l’assessore al Bilancio, Sergio Rolando, il vicesindaco Guido Montanari e l’assessora alla Cultura Francesca Leon (questi ultimi con reddito inferiore ai 71 mila euro l’anno). Un bel problema per la Appendino e per il MoVimento, visto prima che le polemiche e i malumori degli attivisti del MoVimento arrivassero alla stampa la sindaca non ha mai dichiarato l’intenzione di decurtarsi lo stipendio. La Appendino, conscia del possibile autogoal, lo ha fatto, a parole, dopo che la notizia è stata pubblicata, annunciando che il suo stipendio e quello di Versaci verranno adeguati agli standard della proposta di legge presentata da Roberta Lombardi che prevede un tetto massimo di 5mila euro lori per le indennità per i politici. In realtà però come spiegava qualche giorno fa il capogruppo M5S in consiglio comunale Alberto Unia, non è ancora stato deciso nulla «ma da parte del presidente Versaci c’è l’intenzione di muoversi in questa direzione. Lo faremo quando avremo individuato lo strumento migliore per ridurre l’indennità, in modo da farla rientrare tra i risparmi dell’amministrazione comunale, magari attraverso un fondo specifico». In definitiva per il momento lo stipendio della Appendino e di Versaci rimarrà quello che è, con buona pace della base pentastellata che invece vorrebbe che la sindaca fosse maggiormente fedele alla linea.