Il caso delle due studentesse americane e il doppio standard degli italiani sulla violenza sessuale

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-09-08

Due ragazze denunciano di aver subito uno stupro. Ma siccome sono straniere e gli accusati sono italiani (e portano la divisa) stranamente tutti sono diventati garantisti. Anzi: c’è chi sostiene che siano state loro a violentare i due carabinieri

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Nessuna donna dovrebbe mai subire una violenza sessuale o rimanere vittima di uno stupro. Per questo motivo il nostro ordinamento giuridico punisce chi commette questo crimine, indipendentemente dal fatto che sia uno straniero o un italiano. Ciò premesso in uno Stato di diritto diritto come il nostro ognuno è innocente fino alla condanna definitiva. Nessuno dovrebbe essere accusato ingiustamente di un reato che non ha commesso. In questa ipotetica Nazione questo dovrebbe valere sia se gli accusati sono italiani che se sono di origine straniera.

Come il Giornale racconta lo stupro delle studentesse americane a Firenze

La storia, ancora tutta da chiarire, della denuncia di stupro presentata da due studentesse americane ha però mandato in tilt molti che di solito non si fanno troppi scrupoli ad emettere sentenze per direttissima. Tacciono i vari Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che prima di vergare vibranti prese di posizione nei confronti delle vittime questa volta pare vogliano essere sicuri al 100% delle accuse. Il motivo è che le due ragazze hanno accusato due Carabinieri di averle stuprate ieri notte a Firenze. Di solito spetta agli avvocati della difesa minimizzare le accuse e ai giudici scagionare i sospettati. In questo caso ci hanno pensato direttamente i giornalisti del Giornale che decide che questa vicenda “va trattata con il beneficio d’inventario” in un articolo che inizia con “stupri veri o presunti?” lasciando già intendere che forse in questo caso lo stupro è inventato.
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Questa felpata attenzione a non ledere i diritti degli accusati, che è sacrosanta, stride con quanto letto nei giorni scorsi nei confronti delle “bestie” (come furono subito chiamate) che hanno violentato una ragazza polacca e una transessuale peruviana a Rimini. Prima ancora che si sapesse qualcosa sull’identità dei quattro stupratori di Rimini già si ipotizzava – con malcelata soddisfazione – potesse trattarsi di risorse boldriniane. Eppure in quel caso l’accusa era ancora meno circostanziata di oggi. A quanto pare infatti ci sono dei filmati delle telecamere che hanno inquadrato le due ragazze mentre salivano a bordo della macchina di servizio.
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Questo di per sé ovviamente non prova che sia avvenuto uno stupro, ma sono gli stessi elementi che – nella stessa fase del caso di Rimini – erano in possesso dell’opinione pubblica. In quel caso erano le telecamere di sorveglianza puntate sulla spiaggia, oggi quelle poste lungo il tragitto da piazzale Michelangelo a Borgo Santi Apostoli. Inoltre i due militari – che erano intervenuti per sedare una rissa in un locale – sono già stati identificati. Nell’articolo del Giornale pubblicato ieri pomeriggio però un pezzo pieno zeppo di condizionali che trasudava un’estrema cautela. Dovuta senza dubbio al fatto che al momento nessuno è ancora stato condannato. Ma che stride con i titoloni ad effetto sugli immigrati stupratori di Rimini, fatti ancora prima che un PM avesse sentito le vittime e i testimoni.

Quelli che accusano le vittime di essersi inventate tutto

Evidentemente c’è qualcosa che non torna nella narrativa: qui le vittime sono straniere e i presunti stupratori sono italiani. Anzi: sono Carabinieri. Quello che leggiamo non è dettato dal garantismo ma dalla volontà di minimizzare l’accaduto. Insomma finché non si hanno prove certe meglio andarci con i piedi di piombo. Anche perché dalla denuncia è chiaro che gli stupratori non sono immigrati (e sembra quasi sentir dire: purtroppo). Curiosamente anche le reazioni della folla sono diverse. Perché se un immigrato stupra – poco importa se è colpevole o no – è un animale. Se una ragazza americana denuncia uno stupro meglio stare attenti. Sono infide. E nel caso le accuse siano infondate c’è già chi propone l’espulsione immediata.
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Lo sanno tutti che le americane “si ubriacano, trombano e la mattina dopo vanno a sporgere denuncia per stupro”. Se proprio vogliamo processare i carabinieri prima mandiamo a giudizio i politi del Cermis e poi si vada pure a processo per i carabinieri che “hanno sollazzato le vostre sgualdrine”. L’italiano, impariamo oggi, non stupra: sollazza.
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C’è chi si sorprende che due Carabinieri abbiano mandato a monte una carriera “per una scopata”. Fermo restando che sono innocenti fino a prova contraria qui stiamo parlando di una denuncia di stupro, non dell’avventura di una notte (in servizio).
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Le due studentesse, che se i fatti venissero confermati sarebbero due vittime di violenza sessuale, vengono poi accusate di essere due “tossiche ubriache”. Si sa che le americane sono tutte abituate alla fiction e gli italiani dovrebbero ricordarsi “il caso amand fox” (Amanda Knox). La storia è inverosimile perciò le americane “vanno perseguite!”. Guarda caso Amanda Knox è stata giudicata innocente.
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Alcuni utenti sostengono che in America siano troppo sensibili al tema dello stupro e che quello che da loro è considerata violenza sessuale da noi potrebbe quasi passare per un complimento o chissà che cosa (sempre che venga da parte di un nativo).
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Altri ritengono sia meglio “studiare meglio” e tenere conto della “stima di ognuno di noi” nei confronti dei Carabinieri da cui ne consegue che sia “più che normale non dar per scontato la versione delle ragazze”.
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Un altro dettaglio che non torna ai nostri avvocati d’ufficio è il fatto che le due avessero stipulato un’assicurazione contro lo stupro. Segno secondo molti che sia tutto un piano premeditato per spennare i polli italioti.
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Sono proprio fortunate (se si esclude il dettaglio della violenza sessuale) ad essere assicurate: ora saranno ricche. Anzi chi ci dice che non l’abbiano fatto di proposito? Poco importa che negli USA ci si assicuri per qualsiasi cosa. E soprattutto che il fatto di essere assicurati contro qualcosa non significa voler truffare l’assicurazione.
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C’è chi da questa vicenda ne trae una lezione di vita: diffidate da “certe donnine che quando non ottengono ciò che vogliono arrivano a commettere gesti eclatanti.. specie se fatte!”. Insomma il sesso debole non lo sarebbe mia così tanto: le donne sono ben a conoscenza dei nostri bassi istinti e li utilizzano a loro vantaggio per ricattarci. Curioso che tutti questi ragionamenti su stupri inventati, denunce fatte per ripicca.


Anzi chi ci dice che non siano state loro a violentare i Carabinieri? Non stiamo più guardando i – pochi – fatti noti della vicenda. Stiamo qui esaminando semplicemente la vita e le “motivazioni” delle due ragazze. È già stato deciso che non sono state stuprate, anzi, diciamo che anche se fosse successo “se la sono cercata”. Ed è questo il problema perché chi esprime la sua solidarietà alle vittime degli stupri quando a stuprare sono gli immigrati non lo fa per la vittima ma perché è razzista. Se invece è un italiano ad essere denunciato ecco che “aveva la gonna troppo corta”, “era ubriaca”, “se l’è cercata”.

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