Capire la vignetta di Natangelo sulla strage di Manchester

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-05-24

Oggi dobbiamo dire grazie a Natangelo, non perché ha fatto una vignetta sulla strage di Manchester ma perché quella vignetta ha fatto venire allo scoperto quello che pensano gli italiani sui migranti che muoiono nel Mediterraneo

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Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori ma non certo i migliori esperti di satira. È già successo così tante volte che ormai trovare un modo per parlarne senza ripetersi è difficile. La satira è scomoda per definizione. È qualcosa che deve dare fastidio, incrinare le nostre certezze e no, non deve fare ridere. Oggi  Mario Natangelo ha pubblicato sul Fatto Quotidiano una vignetta sull’attacco terroristico alla Manchester Arena. Ancora una volta faremo la cosa sbagliata: proveremo a spiegare una vignetta satirica.

Quale strage di ragazzini?

La satira ha il diritto di essere offensiva e in un certo senso anche la vignetta di Natangelo lo è. Ma non perché non ha rispetto dei morti dell’attentato di Manchester. Lo è perché ad un primo livello di lettura sembra che ci stia dicendo che non dobbiamo piangere per le 22 vittime dell’attacco alla Manchester Arena perché ci sono tanti altri ragazzi e bambini innocenti che affogano nel Mediterraneo. Insomma la solita storia di chi va a contare i morti e dice che i “suoi” morti sono più importanti di quelli degli altri. Un po’ come quando certi cattolici traboccanti di pietà cristiana tirano fuori le “stragi dimenticate dei cristiani” dopo l’ennesima bomba esplosa in Medio Oriente. Ma è il contrario: Natangelo ci fa notare quanto assurdo sia farlo. Ma quanto a fondo può colpire la satira? Molto di più.

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Credits: Natangelo via Facebook.com

Ed è questo il bello di questa vignetta di Natangelo che potrebbe anche voler dire che le vittime di Manchester vivono in un mondo diverso così distante dalla sofferenza dei migranti da pensare che nel Mediterraneo si muoia “perché c’era un concerto”. Ma non sono quei ragazzini con le orecchie da coniglio a pensarlo, siamo noi adulti a credere che in fondo la vita dei migranti valga meno. Si muore ad un concerto di Ariana Grande e diciamo che non ha senso. Ma sappiamo anche come si muore tentando la traversata? È più terribile morire ad un concerto che in mare? Natangelo non lo dice perché è il lettore a doverlo capire. Ovviamente è necessaria una certa sensibilità per farlo. Ad esempio per capire che non sono i morti ad essere diversi ma il modo con cui li guardiamo. Ed è lo sguardo del lettore a dare il significato alla vignetta.

Le reazioni alla vignetta di Natangelo

Come per Charlie Hebdo anche per Natangelo vale il diritto della libertà di satira. Altrettanta libertà hanno i lettori di criticarla. Detto questo non è possibile ignorare come questa vignetta abbia portato alla luce i soliti razzisti.
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Ad esempio quelli che continuano a raccontarci la storia che i migranti non scappano dalla guerra perché sono tutti ragazzotti di belle speranze, ben vestiti e muscolosi (detto probabilmente con una certa libidine). Perché essere razzisti verso “i vostri connazionali occidentali”, si chiede qualcuno. Ma non c’è razzismo nel dire che i morti sono uguali, con o senza orecchie da coniglio.
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Ci mancherebbe poi che qualcuno ce l’abbia con i bambini, anzi quasi quasi meglio ne muoiano un po’ di meno e che affoghino un po’ più di quei ragazzi neri in età da militare (perché non combattono la guerra a casa loro eh?) che vengono qui a mangiare a sbafo.
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Ma c’è anche chi dopo lungo meditare ha scoperto qual è la differenza. Il ragazzino affogato nel Mediterrano se l’è cercata mentre la ragazzina di Manchester no. Insomma chi ha messo quel ragazzino sul barcone sapeva a cosa andava incontro. Ovviamente non è così, basta ascoltare questa telefonata pubblicata dall’Espresso dove la Guardia Costiera italiana e quella maltese si palleggiano i migranti per capire che ci sono delle responsabilità ben precise. Sì, c’erano anche dei bambini.
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Ma chi vede quel ragazzino come un invasore, come il complice di una sostituzione di popolo difficilmente si accorgerà di cosa sta dicendo Natangelo.
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Ed ecco perché la satira è scomoda, perché dà un volto a tutti quegli invasori che qualche politico vorrebbe fermare per “non piangere altri morti anche in Italia”.

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