Cantone vuole commissariare il C.A.R.A di Mineo: Alfano come la prenderà?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-06-19

L’Autorità anticorruzione all’attacco dopo la storia degli appalti nel centro del paesino in cui NCD supera il 40%. Storia di un’indagine e di un successo elettorale che insospettisce

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L’Autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone ha inviato – a quanto si apprende – la richiesta di commissariamento dell’appalto per il CARA di Mineo al prefetto di Catania ritenendo irregolari le procedure d’affido. Spetta ora al prefetto la decisione di commissariare. Il CARA di Mineo ha già messo nei guai il sottosegretario Giuseppe Castiglione, che ha ricevuto due settimane fa un avviso di garanzia per la gestione del centro di accoglienza per i richiedenti asilo.
 
CANTONE VUOLE COMMISSARIARE IL C.A.R.A. DI MINEO
Sei gli indagati dalla procura di Catania: Giuseppe Castiglione, che è anche deputato nazionale e coordinatore del Ncd in Sicilia, “nella qualità di soggetto attuatore per la gestione del Cara di Mineo”; Giovanni Ferrera, “nella qualità di direttore generale del Consorzio tra Comuni, Calatino Terra di Accoglienza”; Paolo Ragusa, “nella qualità di presidente della Cooperativa Sol. Calatino”; Luca Odevaine “nella qualità di consulente del presidente del Consorzio dei Comuni”, e i sindaci di Mineo e Vizzini, Anna Aloisi e Marco Aurelio Sinatra. Nel decreto la Procura ipotizza che gli indagati “turbavano le gare di appalto per l’affidamento della gestione del Cara di Mineo del 2011, prorogavano reiteratamente l’affidamento e prevedevano gara idonee a condizionare la scelta del contraente con riferimento alla gara di appalto 2014″. La Procura di Catania mantiene il massimo riserbo sull’inchiesta, limitandosi a richiamare quanto aveva scritto ieri durante le perquisizioni di carabinieri del Ros di Catania “finalizzate a verificare se gli appalti per la gestione del Cara siano stati strutturati dal soggetto attuatore al fine di favorire l’Ati condotta dalla cooperativa catanese Sisifo, così come emerso anche nelle indagini della Procura di Roma, con la quale è costante il coordinamento delle indagini”.  “Il mio ufficio dopo gli arresti di dicembre controllò quell’appalto ed emersero palesi e gravi incongruenze. L’appalto, nonostante i nostri rilievi, non è mai stato revocato”, aveva detto nel giorno della rivelazione dell’indagine il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone in un’intervista alla Stampa. Dopo le nuove indagini, spiegava il magistrato, “ho chiesto e ottenuto dalla Procura di Roma la nuova ordinanza di custodia cautelare e stiamo valutando il commissariamento di alcuni appalti. E per primo valuteremo il commissariamento dell’appalto del Cara di Mineo”. Cantone rifletteva poi sul giro di tangenti sulla gestione dei migranti: “Vedo con grande apprensione il formarsi di una miscela esplosiva fatta di flussi migratori sempre di più imponenti che arrivano nel nostro Paese, e speculazioni affaristiche criminali nella gestione della accoglienza. L’emersione di questa patologia – avverte – può produrre pericolosi fenomeni di intolleranza nei confronti dei migranti da parte dell’opinione pubblica”.
 
L’INDAGINE DELLA PROCURA DI CATANIA SU CASTIGLIONE
Ma cosa è successo? In sostanza, secondo gli inquirenti, tra il 2011 e il 2014, Castiglione, da presidente della Provincia di Catania e soggetto attuatore della gestione del Cara, avrebbe favorito il Consorzio Calatino – che comprendeva, tra le altre, la coop La Cascina, coinvolta nell’inchiesta romana, e la Croce Rossa -, concedendo numerose proroghe per il centro più grande d’Europa. E costruendo, secondo l’accusa, un bando su misura per l’appalto da 100 milioni del 2014. Odevaine – membro del Tavolo nazionale immigrazione e per i pm di Roma al soldo di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi – in Sicilia faceva il consulente del consorzio, poi presidente della commissione aggiudicatrice. Nella seconda ordinanza di Mafia Capitale a proposito di Castiglione e Alfano ad esempio si legge:
giuseppe castiglione cara mineo
Il 21 marzo 2014 intercettato dal Ros carabinieri Odevaine parla con il suo commercialista. Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli lo ha inviato in Sicilia per fare il bando di gara su Mineo, centro che sembra decisamente troppo costoso. “Praticamente venne nominato sub-commissario … eh del commissario Gabrielli – dice Odevaine – … il Presidente della Provincia di Catania … che era anche Presidente dell’UPI … Giuseppe Castiglione … il quale … quando io ero andato giù … mi è venuto a prendere lui all’aeroporto … mi ha portato a pranzo … arriviamo al tavolo … c’era pure un’altra sedia vuota … dico eh “chi?” … e praticamente arrivai a capì che quello che veniva a pranzo con noi era quello che avrebbe dovuto vincere la gara”.
castiglione cara mineo
PERCHÉ IL C.A.R.A. INTERESSA A NCD
Il Cara genera 400 dipendenti in un paesino di 3 mila abitanti come Mineo, in cui Ncd ha preso il 40% alle elezioni Europee a fronte di una media nazionale del 4%. Un paio di mesi fa il settimanale Panorama aveva anticipato l’indagine su Castiglione:

Al Cara Odevaine arriva come consulente nell’estate 2011. Lo chiama Giuseppe Castiglione, anche lui indagato, all’epoca presidente della Provincia di Catania, poi presidente del consorzio e oggi sottosegretario alle Politiche agricole (Ncd), che spiega: «Mi venne segnalato. Era un esperto stimato da tutti». Castiglione mantiene la sua carica al Cara fino all’elezione in Parlamento, a giugno 2013. Poi la guida del «Calatino Terra d’accoglienza» passa ad Anna Aloisi, sindaco di Mineo, anche lei dell’Ncd.
E proprio nel paesino che ospita il centro, il partito di Angelino Alfano alle Europee 2014 segna un risultato strabiliante: 39,2 per cento. Frutto di assunzioni e clientele, attaccano gli avversari. Risultato di una gestione attenta al territorio, obietta Aloisi. Che, appena insediata, rinnova la consulenza a Odevaine, già commissario nel 2012 in una gara vinta dal raggruppamento di imprese Sisifo.

Da segnalare che qualche giorno fa due componenti del cda della cooperativa La Cascina hanno ribadito l’assoluta “regolarità” dell’iter per l’affidamento degli appalti per il Cara di Mineo. Carmelo Parabita e Domenico Cammisa, sono stati sentiti dal gip del tribunale di Roma, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia nell’inchiesta su Mafia Capitale. I due, assistiti dall’avvocato Massimo Biffa, hanno sostanzialmente confermato quanto detto ieri da Salvatore Menolascina, sempre dirigente della coop, secondo il quale la “gara d’appalto del Cara di Mineo del 2012, è stata legittimata anche dall’autorità Anticorruzione”. Respinge tutti gli addebiti mossi dalla procura anche Andrea Tassone, ex presidente del X municipio (Ostia), difeso dall’ avvocato Filippo Dinacci che al termine dell’atto istruttorio ha depositato una istanza di scarcerazione. Sentito anche Fabio Stefoni, ex sindaco di Castel Nuovo di Porto che ha respinto le accuse. Infine, Michele Nacamulli, ex consigliere municipale e collaboratore di Salvatore Buzzi, ha ottenuto i domiciliari anche in virtù di alcune ammissioni che avrebbe fatto nel corso dell’interrogatorio di garanzia.

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