Boris Nemtsov, quattro ceceni sotto accusa (e il quinto si fa esplodere)

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Giallo su uno degli accusati: sarebbe stato decorato da Putin. E scatta il refrain sui capri espiatori

Ce n’è abbastanza per scatenare il complottismo, ma stavolta contro Putin. Uno dei cinque sospettati dell’omicidio di Boris Nemtsov si è fatto esplodere con una granata prima di essere catturato dai poliziotti stamattina. Ma a far rumore è uno dei quattro arrestati di ieri,  un ceceno che ha prestato servizio come poliziotto in Cecenia: lo riferiscono i media russi che citano una fonte dei servizi di sicurezza in Inguscezia che conferma quanto riferito sabato dalla madre dell’uomo. Zaur Dadayev, il 33enne ceceno fermato insieme al cugino 32enne Anzor Gubashev, è stato arruolato per 10 anni nel battaglione “Sever” (nord) del ministero dell’Interno in Cecenia, ha spiegato Albert Barakhayev, segretario del Consiglio di sicurezza nella vicina regione caucasica dell’Inguscezia. Non è chiaro se Dadayev sia stato congedato. La repubblica autonoma a maggioranza musulmana della Cecenia è ora sotto il pieno controllo del suo leader, Ramzan Kadyrov, un ex ribelle che si è alleato a Mosca ottenendo in cambio una notevole autonomia nella gestione della sicurezza. Esiste un “tenente Zaur Dadaiev”, appartenente alla 46ma brigata delle truppe interne di Cecenia, che nell’ottobre del 2010 fu addirittura insignito della medaglia al merito di Putin. L’informazione, riportata nel sito del governo ceceno, è stata evidenziata su Twitter da un altro oppositore di Putin, Ilya Yashin, che ieri, dopo il fermo di Gubashev e Dadayev, aveva chiesto alle autorità russe di trovare i veri responsabili della morte di Nemtsov e non capri espiatori. E che adesso, su Twitter, chiede alle autorità, russe e cecene, di chiarire se tra lo Zaur Dadayev fermato e quel tenente decorato passi soltanto un rapporto di omonimia.




GLI ARRESTI PER L’OMICIDIO DI BORIS NEMTSOV
Sono quattro le persone arrestate fino a ora in relazione all’assassinio di Nemtsov: Anzor Gubashev, dipendente di una società per la sicurezza privata a Mosca, Zaur Dadaev, per dieci anni vice comandante del battaglione Sever (nord) del ministero degli interni ceceno, Rustam Yusupov, anche lui un membro dello stesso battaglione e un fratello minore di Gubarev, Shagid. Un quinto sospetto si è fatto esplodere dopo aver lanciato una granata alla polizia che ieri stava avvicinandosi al suo appartamento a Grozny per arrestarlo. Gli inquirenti russi hanno anticipato la possibile riconvocazione a Mosca della compagna di Nemtsov, Anna Duritskaya, che era con lui quando è stato ucciso. Duritskaya ha lasciato Mosca per tornare a Kiev dopo un lungo interrogatorio. I Gubashev e Dadaev sono lontani cugini: le loro famiglie avevano lasciato la regione di Itum Kale dell’allora repubblica della Cecenia Inguscezia nel 1960 per trasferirsi a Malgobek, in Inguscezia. Anzor Gubashev e Dadaev compariranno oggi di fronte al tribunale distrettuale Basmanny di Mosca per la conferma della detenzione preventiva. Gubashev e Dadaev sarebbero secondo gli inquirenti gli esecutori materiali dell’omicidio: uno dei due ha sparato e l’altro era al volante dell’auto, una Lada Priorat di colore bianco con targa dell’Inguscezia, con cui sono fuggiti. Gubashev avrebbe lasciato Mosca per la Cecenia lunedì scorso a da lì sarebbe poi partito insieme a Dadaev per l’Inguscezia. Il primo è stato arrestato venerdì a Malgobek, il secondo ieri a Nazran. Yusupov sarebbe stato a bordo dell’auto di Dadaev quando questi è stato arrestato.

I DUE ARRESTI PER L’OMICIDIO DI BORIS NEMTSOV
“Le tracce di questo crimine potrebbero portare all’estero. Si sta seguendo attivamente questa teoria”, riferivano ieri fonti vicine alle indagini. “Le teorie diffuse in precedenza non sono state accantonate”, aggiungevano. Tra le varie ipotesi formulate dagli investigatori ci sono un tentativo interno o esterno di destabilizzare il Paese, un attacco degli estremisti islamici per la posizione di Nemtsov nella vicenda Charlie Hebdo, una vendetta per motivi di gelosia (la fidanzata era una giovane modella ucraina) o di affari. Il presidente Vladimir Putin aveva definito una “provocazione” l’omicidio, assicurando che sarebbe stato fatto di tutto per portare di fronte alla giustizia i responsabili di un “vile e cinico omicidio”. L’ultimo omicidio di una figura di spicco dell’opposizione in Russia – dove il governo spesso viene accusato di autoritarismo o repressione dei dissidenti – ha provocato un’ondata di teorie nel Paese, anche sul movente dell’omicidio. Alcuni sostengono sia stato assassinato per aver criticato il ruolo della Russia nel conflitto in Ucraina, altri per aver condannato l’assalto armato di fondamentalisti islamici contro la redazione parigina della rivista satirica Charlie Hebdo. Gli inquirenti hanno inoltre ventilato l’ipotesi che gli autori dell’omicidio intendano destabilizzare la Russia. Non mancano altre ipotesi per l’assassinio. Il principale oppositore del Cremlino, Alexeï Navalny, ha accusato pubblicamente i servizi segreti: Nemtsov, puntuale fustigatore del potere e motore di un’autentica crociata contro la corruzione, ucciso per ordine di Putin.

LA FIDANZATA DI NEMTSOV NON È PIÙ IN RUSSIA
Dopo essere stata rilasciata dalla polizia la Duritskaya ha ottenuto il permesso di lasciare Mosca ed partita alla volta di Kiev. Il Ministero degli Esteri ucraino ha comunicato che Anna Duritskaya è arrivata in Ucraina il 2 marzo. A confermarlo un tweet di Yevhen Perebyinisil portavoce del Ministro degli Esteri. Come si legge nel tweet la Druitskaya sarebbe arrivata in Ucraina grazie all’aiuto della diplomazia di Kiev:



Anna Duritskaya è appena atterrata a Kiev. I diplomatici ucraini di stanza a Mosca hanno fornito alla nostra connazionale l’assistenza necessaria per un suo ritorno in patria.

.Ci sono infatti quelli che sostengono che l’omicidio non sia politico ma “passionale”. Uno degli ex-fidanzati della Duritskaya avrebbe fatto assassinare Nemtsov per gelosia. Altri invece sostengono che sia tutto un complotto ordito in quel di Kiev dagli odiati vicini, i nazionalisti ucraini, per indebolire Vladimir Putin (l’omicidio è avvenuto praticamente “sotto casa” di Putin)? Per creare confusione in Russia? Insomma, le solite cose senza alcun riscontro fattuale al momento. Anche la testimonianza della ragazza non giocherebbe a suo favore. Quel suo non aver visto nulla di quello che è successo alla mezzanotte tra venerdì e sabato desta sospetti. Ma le riprese delle telecamere di sorveglianza scagionano completamente la giovane modella “finita in una vicenda più grande di lei”.