Cosa ha capito Beppe Grillo dell'ordinanza Cassimatis

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-04-10

Come una mosca intrappolata in un bicchiere che continua a sbattere sul vetro, il blog di Beppe Grillo ha pubblicato in serata un post sull’ordinanza Cassimatis che ha dato ragione alla candidata sindaca eliminata dal Capo Politico nonché Garante del MoVimento 5 Stelle. Il tono arrogantello delle quindici righe vergate non deve ingannare, perché è più utile notare quello …

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Come una mosca intrappolata in un bicchiere che continua a sbattere sul vetro, il blog di Beppe Grillo ha pubblicato in serata un post sull’ordinanza Cassimatis che ha dato ragione alla candidata sindaca eliminata dal Capo Politico nonché Garante del MoVimento 5 Stelle. Il tono arrogantello delle quindici righe vergate non deve ingannare, perché è più utile notare quello che manca nel post rispetto a quello che c’è. Ad esempio salta subito all’occhio che, mentre i precedenti post sulla vicenda erano firmati da Beppe Grillo, questo porta la dicitura “di MoVimento 5 Stelle”: forse un riconoscimento indiretto alla validità dell’ordinanza con la quale il giudice Roberto Braccialini ha spiegato chi era e chi non era legittimato a decidere.
In secondo luogo salta subito all’occhio che per tutto il post si nomina ampiamente la Cassimatis ma non si parla mai di Luca Pirondini, che pure Beppe Grillo aveva indicato come il suo candidato preferito per la poltrona di sindaco di Genova. Il M5S si sente talmente nel giusto nella vicenda che in nessun punto delle quindici righe del post nomina il candidato sindaco né specifica o ribadisce che lo sarà.  Mentre si annuncia con una certa sicurezza che la Cassimatis «non è né sarà candidata» con il M5S alle elezioni dell’11 giugno – il che, per carità, è probabile –  non si fa nemmeno un cenno a chi sarà il candidato grillino. Ma qualche indizio possiamo ricavarlo dal fatto che Pirondini era atteso oggi ad un confronto pubblico con i candidati sindaco di centrodestra Marco Bucci e centrosinistra Gianni Crivello, organizzato dall’emittente locale Primocanale, ma non si è presentato.

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Il post su Marika Cassimatis firmato da M5S sul blog di Grillo

Nel post, poi, si sostiene che «non possiamo non rilevare come in nessun passo della predetta sentenza si sostenga che la Cassimatis è la candidata sindaco del MoVimento 5 Stelle, come lei ha affermato». Il che è vero. Ma questo succede perché a decidere chi doveva essere la candidata sindaca del M5S a Genova sono stati gli attivisti certificati genovesi, come da regolamento del M5S: a ben guardare, il tribunale ha deciso di cassare le decisioni di Grillo contrarie all’esercizio di democrazia diretta da parte del blog di Grillo. Non ha deciso chi deve essere il candidato in primo luogo perché non poteva deciderlo (e, d’altro canto, non poteva farlo nemmeno Grillo), e in secondo luogo perché era stato già deciso.
Infine il post ricorda che la votazione del 14 marzo è stata annullata dal blog, evitando di ricordare che l’ordinanza spiega che quella decisione non viene discussa perché è arrivata a ridosso dell’udienza – casualmente – e i ricorrenti debbono ancora presentare le loro obiezioni nel merito. Certo, se quella decisione fosse considerata valida, visto che si basa sul fatto che mancava il preavviso di 24 ore prima del voto, di conseguenza si dovrebbero annullare tutte le comunarie del 2017 votate sul blog (Palermo, Verona, Padova, Piacenza) dato che anche in quelle occasioni si è votato senza preavviso di 24 ore. Ma la verità è che nel post il M5S non spiega in alcun modo cosa ha intenzione di fare. Perché, molto probabilmente, ancora non lo sa.
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Beppe Grillo e Marika Cassimatis

E allora proviamo a fare qualche pronostico. A due mesi dalla data delle elezioni, il M5S ha quindici giorni di tempo per chiedere al tribunale di annullare la decisione del giudice Braccialini. Se l’appello venisse proposto il tribunale avrebbe altri venti giorni per decidere. Il 12 maggio è il giorno in cui scade il termine per la presentazione delle liste per le amministrative. Teoricamente ce la possono fare. Nella pratica se la sentenza desse ancora una volta torto a Beppe sarebbe un disastro. C’è però una strada più veloce da prendere: visto che titolare del simbolo non è l’associazione a cui è iscritta la Cassimatis ma quella che fa capo a Grillo, a suo nipote e al suo commercialista (bella la democrazia diretta, vero?), Grillo potrebbe negarle l’uso del simbolo. E attendere poi l’ennesima pronuncia del tribunale sulla vicenda quando probabilmente i termini saranno già scaduti.  Ma esponendo l’associazione a una richiesta di risarcimento danni se i giudici dovessero ancora dare ragione alla professoressa di geografia. A meno che una delle due parti non ceda – o la Cassimatis non decida di correre sotto un altro simbolo dicendo addio alla fase processuale e autoescludendosi così dalla contesa – la situazione è questa. Ovvero, come spesso accade in Italia, è disperata, ma non seria.

Leggi sull’argomento: La mail dello staff di Beppe Grillo a Marika Cassimatis

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