Barbara Lezzi e il PIL che cresce per il caldo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-08-16

La senatrice a 5 Stelle spiega l’economia al popolo: “Quello che ha fatto marciare la produzione industriale sono i numeri di giugno, perché a giugno si è consumata molta più energia perché ha fatto molto più caldo”

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Barbara Lezzi, senatrice del MoVimento 5 Stelle, ha pubblicato oggi un video su Facebook per contestare il trionfalismo di Renzi sul Prodotto Interno Lordo con una teoria economica interessante: “Quello che ha fatto marciare la produzione industriale sono i numeri di giugno, perché a giugno si è consumata molta più energia perché ha fatto molto più caldo. E allora i consumi per i climatizzatori, per la catena del freddo, per l’aria condizionata delle macchine hanno fatto aumentare, esplodere la produzione industriale. A giugno 2017, rispetto all’anno precedente, il consumo di energia è aumentato del 9,8%. Per una questione di emergenza e di vera necessità».

Barbara Lezzi e il PIL che cresce per il caldo

Andiamo con ordine. È vero che il consumo di energia è aumentato a giugno: la domanda in Italia è stata di 27,2 miliardi di kWh, in aumento del 7,6% (e non del 9,8%, come dice la Lezzi) rispetto ai volumi dello stesso mese dell’anno precedente. La performance della domanda mensile ha risentito delle temperature medie che in giugno sono state superiori di 1,9 gradi centigradi rispetto alla media decennale per lo stesso mese. La produzione nazionale netta (24,6 miliardi di kWh), invece, si è incrementata del 9,6% rispetto a giugno 2016. Ma per quanto riguarda la produzione industriale, l’Istat ha spiegato che a giugno 2017 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+18,5%), della fabbricazione di mezzi di trasporto (+13,6%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+12,1%) e della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+10,8%). L’unico settore che registra una diminuzione è quello dell’industria del legno, della carta e stampa (-1,1%). Un’altra considerazione di buon senso che andrebbe fatta è che l’aumento dell’energia è anche conseguenza dell’aumento di produzione, perché per produrre di più si consuma anche più energia.

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Il dettaglio dei settori in crescita della produzione industriale a giugno 2017 (ISTAT)

Per ciò che concerne la crescita del PIL, l’Istat spiega che “la variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell’industria e dei servizi e di una diminuzione nel settore dell’agricoltura. Dal lato della domanda, si registra un apporto positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un limitato contributo negativo della componente estera netta”. In effetti il caldo per qualcuno doveva essere troppo.

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