La strana storia dei 270mila euro affidati senza bando dal M5S nel Municipio XI a Roma

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-03-24

La giunta del Municipio Roma XI Arvalia Portuense ha fatto sette affidamenti diretti (senza gara né bando) per importi pari 39.900 euro ciascuno per evitare di aprire un bando di gara e fare un appalto pubblico. Per l’assessore Mellina tutto è stato fatto per non perdere tempo con gli appalti e non perdere i fondi. Ma qualcosa non torna

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I 5 Stelle di governo continuano a sorprendere per la capacità di adottare gli stessi metodi amministrativi dei vecchi partiti e delle amministrazioni precedenti. Nel Municipio XI di Roma Capitale, retto da una giunta a 5 Stelle i consiglieri del Partito Democratico hanno scoperto che l’amministrazione municipale ha fatto affidamenti diretti per lavori di manutenzione del patrimonio per un importo complessivo pari a 270.000 euro opportunamente frazionando gli importi in contratti di 39.900 euro per rimanere sotto la soglia dei 40 mila euro che permette di poter affidare i lavori senza gara. Niente di illegale o di illecito quindi, perché è il codice sugli appalti a consentire gli affidamenti diretti a imprese differenti se l’importo non supera quella cifra, ma non è possibile non notare come in campagna elettorale il MoVimento avesse promesso di non ricorrere agli affidamenti diretti.
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Perché il MoVimento 5 Stelle ha deciso di non ricorrere ai bandi

A denunciarlo sono i quattro consiglieri del PD del Municipio XI, Maurizio Veloccia, Gianluca Lanzi, Giulia Fainella, Angelo Vastola che hanno “scoperto” gli affidamenti diretti a sette imprese che nel gennaio 2017 hanno svolto quelli che vengono definiti come lavori di ripristino in seguito agli eventi sismici del 30/10/2016. Secondo il PD però quei lavori non hanno niente a che vedere che il terremoto dell’ottobre 2016 perché nel novembre dello stesso anno il Presidente del Municipio Mario Torelli chiariva che i sopralluoghi effettuati dopo il sisma gli edifici pubblici del Municipio XI non avevano rilevato alcuna criticità strutturale conseguente al terremoto e che le eventuali problematiche emersa non compromettevano la tenuta strutturale degli immobili ed erano da attribuirsi ad una carenza di manutenzione ordinaria che non era stata effettuata nel corso degli anni precedenti. Insomma la tesi dei Dem è che il terremoto non c’entra nulla e mancava quindi il carattere d’urgenza per non bandire una gara d’appalto pubblico. Il Municipio XI però ha preferito rivolgersi direttamente a sette imprese scelte non si sa bene con quale criterio. Inoltre gli atti amministrativi di affidamento – in nome della trasparenza – non sono nemmeno stati pubblicati sul sito del Municipio XI ma sono stati “seppelliti”all’interno dell’elenco, obbligatorio per legge, di tutti i bandi del municipio XI, che è un file Excel di 900 righe, non è ordinato neppure cronologicamente che rende se non altro poco agevole e difficoltoso tenere traccia dell’attività di affidamento di quei denari da parte dell’amministrazione pentastellata.
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La non risposta del MoVimento  5 Stelle

Alle accuse del Partito Democratico il MoVimento ha replicato con una nota pubblicata su Facebook nella quale addossa alla precedente amministrazione la situazione disastrosa del patrimonio immobiliare pubblico alla quale l’attuale amministrazione ha tentato di mettere mano proprio con quelle sette assegnazioni dirette. Il M5S spiega che quei 270 mila euro sono stati spesi tramite affidamento diretto perché a fine 2016 nel bilancio era emersa l’esistenza di soldi non spesi che potevano essere utilizzati per la manutenzione scolastica. Al fine di non perdere quei fondi è stato deciso quindi di procedere d’urgenza spacchettando i lavori e frazionandone gli importi in modo da non dover bandire una gara d’appalto che avrebbe richiesto più tempo. Un concetto ribadito anche dal Vicepresidente del Municipio XI, nonché assessore con delega alle politiche dell’Urbanistica ed edilizia scolastica Luca Mellina che in un’intervista Roma Today si è preso tutta le responsabilità per la scelta di ricorrere agli affidamenti diretti.

Abbiamo fatto tutto nei termini di legge, ma rispetto all’opportunità politica di una scelta del genere, la rivendico e me ne assumo personalmente la responsabilità. Abbiamo ereditato una situazione disastrosa nell’edilizia scolastica, a causa di manutenzioni che non erano state fatte. A questa condizione generale, si sommano le conseguenze dei terremoti. La commissione stabili pericolanti è intervenuta e per dieci scuole sono state redatte delle prescrizioni e delle disposizioni urgenti. Poiché, osservando il bilancio, abbiamo notato che c’erano delle risorse disponibili che non erano ancora state impiegate per l’edilizia scolastica. Per questo abbiamo pensato di ricorrervi, altrimenti sarebbero andate perdute. Con il nuovo codice degli appalti, i tempi previsti per effettuare il bando sono di 3-4 mesi e quindi non si sarebbe fatto in tempo. Ed invece così siamo riusciti ad intervenire sulla riparazione della caldaia del Mandorlo Rosa o sulla tubazione dell’anello antincendio della scuola Fratelli Cervi.

Al di là del fatto che la procedura sia legittima (anche se forse la Conte dei Conti potrebbe aver qualcosa da ridire sul frazionamento degli importi) e che quindi il MoVimento non abbia fatto alcunché di illegale rimane la questione dell’opportunità di ricorrere agli affidamenti diretti e di come siano state scelte le imprese, questo né Mellina né il M5S lo chiarisce. Come mai inoltre i soldi per “mettere in sicurezza” le scuole sono stati usati per riparare una caldaia? Inoltre non è possibile non notare come Roma abbia affrontato in tempi recenti uno scandalo dovuto agli affidamenti diretti di denari pubblici e come il Comune sia attualmente in difficoltà di fronte alla questione posta dagli affidamenti diretti – anch’essi legittimi – di spazi pubblici alle Onlus e alle associazioni no profit che sono sotto sfratto. Fino ad ora la risposta dell’Amministrazione comunale è sempre stata quella di promettere l’apertura di bandi di gara per sanare quelle problematiche. Forse, anche se legale, non è stato poi così politicamente opportuno ricorrere agli affidamenti diretti. Infine come mai il Municipio si è accorto a solo dicembre di avere dei fondi disponibili quando la nuova amministrazione a 5 Stelle si è insediata a luglio 2016?
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Fonte: Verbale del 21 ottobre 2016

 

EDIT:

A proposito delle dichiarazioni dell’Assessore Mellina circa i lavori di adeguamento sulla tubazione dell’anello antincendio della scuola Fratelli Cervi risulta agli atti (qui la fonte) che durante la seduta della Commissione Urbanistica municipale del 21 ottobre 2016 (gli eventi sismici di ottobre sono di nove giorni dopo) l’Assessore fosse già a conoscenza della problematica riguardante la scuola.
 
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L’Assessore dichiarava peraltro di aver “già avviato procedimenti in merito all’adeguamento del sistema antincendio” quindi questo significherebbe che c’era tutto il tempo per indire una gara d’appalto pubblico invece che procedere “d’urgenza” con un affidamento diretto a dicembre “per non perdere i fondi”. Fondi che vengono messi a disposizione dei Municipi dal bilancio di Roma Capitale quindi se i fondi non si trovavano era merito dell’amministrazione Capitolina che non è riuscita a muoversi in tempo. Non dimentichiamoci che ad inizio ottobre il Municipio XI si era anche “dimenticato” di chiedere alla Raggi i fondi per l’assistenza ai disabili
 
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Per quanto riguarda invece l’intervento di riparazione della caldaia dell’asilo Mandorlo Rosa (il cui costo pare essere intorno ai duemila euro) è illuminante la lettura del verbale della seduta della Commissione Urbanistica del 3 febbraio 2017 dove si evince che la riparazione è stata effettuata proprio quel giorno. Mellina informa la Commissione riferendo che “dopo aver proceduto alla richiesta dei preventivi e alla successiva gara d’appalto”  la ditta vincitrice stava procedendo alla riparazione. Quindi contrariamente a quanto dichiarato dall’assessore Mellina a Roma Today i lavori al Nido Mandorlo Rosa non sono stati pagati con affidamento diretto. L’alternativa è che quel giorno in Commissione l’assessore stesse mentendo.
 
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In particolare il presidente del comitato genitori degli alluni del Mandorlo Rosa, signor Di Tomassi chiede al Direttore della Unità Organizzativa Tecnica Ing. Rossetti perché non si è proceduto alla riparazione con un provvedimento d’urgenza perché quella è la linea seguita dall’Amministrazione. 

Leggi sull’argomento: Chi ha rubato il M5S ai dissidenti di Genova?

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