Banche, il decreto per i rimborsi agli obbligazionisti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-04-30

Il rimborso automatico sarà all’80% e riguarderà i risparmiatori con redditi inferiori a 35.000 euro o con un patrimonio mobiliare sotto i 100.000 euro. Per tutti coloro (in tutto 158 persone) che hanno investito dopo il 12 giugno 2014, cioè dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale europea della direttiva sul bail in, ci sarà il giudizio delle commissioni arbitrali

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Il governo ha approvato l’atteso decreto per sanare le posizioni dei 10mila obbligazionisti subordinati di Carichieti, CariFerrara, Banca Marche e Banca Etruria, stabilendo il cosiddetto “doppio binario”, con indennizzi automatici per poco più della metà dei coinvolti e con il ricorso all’arbitrato per gli altri. Il rimborso automatico sarà all’80% e riguarderà i risparmiatori con redditi inferiori a 35.000 euro o con un patrimonio mobiliare sotto i 100.000 euro. Per gli altri, e per tutti coloro (in tutto 158 persone) che hanno investito dopo il 12 giugno 2014, cioè dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale europea della direttiva sul bail in, ci sarà il giudizio delle commissioni arbitrali. L’80% sarà calcolato sul corrispettivo pagato per l’acquisto degli strumenti finanziari al netto delle spese connesse alle operazioni di acquisto, cioè delle commissioni bancarie, e dei rendimenti ottenuti. In pratica sarà riconosciuto l’equivalente dei rendimenti dei titoli di Stato, mentre l’eccedenza di guadagno su rendimenti che viaggiavano molto sopra la media di un normale conto corrente sarà scalata dagli importi rimborsati.

Banche, il decreto per i rimborsi degli obbligazionisti

Le risorse arriveranno dal fondo bancario già istituito con la legge di stabilità, anche se il governo non ha ancora calcolato di quanto esattamente cresceranno le disponibilità, attualmente a 100 milioni di euro. L’ammontare, ha spiegato Pier Carlo Padoan, “dipenderà dall’effettiva implementazione, non solo da chi chiederà il rimborso automatico, ma anche dagli esiti dei processi arbitrali”. Il ministro dell’Economia ha però tenuto ad assicurare che “le risorse non saranno razionate” e che non ci sarà “il rischio che ad un certo punto qualcuno possa non trovare più i soldi”.

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I crediti a rischio delle banche (Corriere della Sera, 30 aprile 2016)

Spiega oggi il Corriere della Sera:

Il ricorso agli arbitrati gestiti dall’Autorità anti corruzione di Raffaele Cantone sarà l’unica strada possibile per circa la metà dei 10 mila risparmiatori coinvolti. E cioè quelli che hanno un reddito superiore ai 35 mila euro o un patrimonio mobiliare di oltre i 100 mila euro. Un numero preciso non c’è ma di sicuro ci saranno le 158 persone che hanno comprato le obbligazioni dopo il 12 giugno del 2014 operando sul mercato elettronico secondario a prezzi scontati. Gli arbitrati saranno gratuiti, ci saranno quattro mesi di tempo per presentare istanza. E si dovranno concludere entro altri quattro mesi. I fondi a disposizione restano per il momento a 100 milioni di euro. Ma il governo garantisce che in caso di necessità arriveranno altre risorse. L’operazione resta a carico del sistema bancari

Le misure per il recupero crediti

All’interno del provvedimento sugli indennizzi approvato dal Cdm (e giudicato ancora insufficiente dalle associazioni dei consumatori, alcune delle quali promettono battaglia in tribunale) sono però rientrate anche le annunciate misure per accelerare il recupero crediti e che, nelle intenzioni del governo, abbatteranno drasticamente i tempi dagli attuali 6-8 anni a 6-8 mesi. Una delle novità è l’introduzione del “pegno non possessorio”. Con l’accordo tra le parti e, Matteo Renzi lo ha più volte specificato, con la firma di un contratto volontario e non automatico tra le parti, la banca potrà ottenere a garanzia del prestito elargito alle imprese anche un bene strumentale (macchinari, capannoni o scorte). Con l’accortezza inserita nel testo che lo stesso bene potrà però continuare ad essere utilizzato, anche una volta scattata la garanzia. “Si tratta di un meccanismo anticiclico”, ha sottolineato Padoan, che favorisce dunque l’economia e non la blocca. L’obiettivo indicato da Renzi con il dl (che prevede anche un scivolo per i dipendenti delle banche e chiude la questione delle Dta – deferred tax assets) è quello di risolvere il problema banche “definitivamente” e di dare l’ulteriore scossa allo smaltimento degli npl e dei crediti deteriorati, che secondo Bankitalia ammontavano a fine 2015 a 360 miliardi. Nell’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria, Via Nazionale ha certificato anche un miglioramento della redditività delle banche italiane, che resta però sotto la media europea. Da Bruxelles arriva intanto il via libera alla proroga del termine entro il quale dovranno essere vendute le nuove quattro good bank nate dopo il 22 novembre 2015. La nuova scadenza, come quella precedente, non è stata resa nota, ma nelle scorse settimane il Tesoro aveva individuato in settembre la data indicativa.

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