I baci di Giorgia Meloni contro l'invasione islamica

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-09-26

A due giorni dall’aggressione dell’Esquilino Giorgia Meloni difende il nostro diritto a baciarci in pubblico contro l’oscurantismo islamista. E lo fa davanti ad una moschea abusiva, che però è stata chiusa a febbraio. Prendendosela non con un attacco islamico, ma con uno che non ci stava tanto con la testa

article-post

Se non fosse che la protagonista e organizzatrice del flash mob (nel 2017?) a base di “baci e abbracci” è Giorgia Meloni si potrebbe dire “fate l’amore, non fate la guerra”. Ma i patrioti di Fratelli d’Italia se potessero la guerra probabilmente ai musulmani che vengono qui e pensano di farla da padroni la farebbero anche domani. A scatenare la reazione affettuosa della Meloni un’aggressione avvenuta ieri sera in Via San Vito nei pressi di un Centro Islamico in zona Esquilino a Roma.

Come Giorgia Meloni ti inventa l’aggressione “islamica” a Roma

Ieri sera una coppia di fidanzati che stava passeggiando in Via San Vito, è stata aggredita da un ragazzo di 24 anni originario del Mali che si è avvicinato ai due urlando «Non potete baciarvi davanti alla moschea». Dopo l’avvertimento il giovane ha spintonato la ragazza e preso a calci e pugni il suo fidanzato. L’aggressore è stato successivamente identificato e arrestato – dopo una breve colluttazione – dai Carabinieri. Secondo quanto è si appreso si tratterebbe senza fissa dimora incensurato che nella giornata di domenica era sembrato “poco lucido e agitato”. Sembra inoltre che gli inquirenti siano propensi ad escludere che si possa trattare di un soggetto radicalizzato.
invasione islamica meloni bacio moschea - 2
Insomma, sarebbe un ragazzo senza tetto che “ha dato di matto”. Questo non rende l’aggressione meno grave, ed infatti è stato arrestato. Solo che ricondurre l’aggressione ad un movente “islamico” sembra al momento esagerato. Anche perché la mosche abusiva vicino alla quale la coppia di fidanzati è stata aggredita è stata chiusa a febbraio. Il Centro di Via San Vito – poco più uno scantinato –  era la sede dell’associazione bengalese «Hil Ful Fuzul» (poco a che fare con il Mali quindi) è stato chiuso perché non a norma (sono stare rilevate violazioni delle norme antincendio e di sicurezza) e soprattutto perché al suo interno la Polizia Locale aveva scoperto che era stato allestito anche un asilo nido abusivo.

La “moschea abusiva” quindi al momento non sarebbe nemmeno una moschea e questo dà forse meglio la misura di quanto poco c’entri l’Islam con l’aggressione di domenica notte. Ma a Giorgia Meloni non la si fa, perché ritiene che fra poco si arriverà al punto in cui per non infastidire qualche musulmano e rischiare di essere aggrediti per strada saremo costretti a non poterci più baciare in pubblico (solo se siamo etero però…).
invasione islamica salvini bacio moschea - 1
Anche Salvini ritiene che l’episodio, un caso isolato e unico al momento per di più commesso da una persona non proprio lucida, rappresenti “un bel modello di integrazione”. Perché se l’autore di un reato è un musulmano allora senza dubbio ha agito in nome dell’Islam, perché i musulmani si sa che sono tutti uguali. Da uno che diceva “Roma ladrona” e odiava tutti i terroni non è che ci si può aspettare molto. Bisogna però stare attenti a questo genere di ragionamento, chissà cosa potremo dire di tutti i cristiani la prossima volta che un italiano cattolico commette un reato, uno qualsiasi. Oppure chissà che cosa si potrà dire dei leghisti nel malaugurato caso in cui uno di loro venga colto in flagranza di reato.

Potrebbe interessarti anche