Se Avvenire "scopre" che il M5S è la nuova DC

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-04-19

Oggi il quotidiano dei vescovi italiani oggi ha dedicato una lunga intervista genuflessa al Capo Politico del MoVimento. Sul Corriere della Sera nel frattempo il direttore di Avvenire spiegava le numerose affinità del M5S con il mondo cattolico. È la nascita di un grande amore disinteressato nei confronti del partito che andrà al governo alle prossime politiche?

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Nel 2013 lo slogan dei pentastellati era “ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere” da oggi quello per le prossime elezioni politiche potrebbe essere “ci vediamo al governo, sarà naturale”. Perché nella lunga intervista di Beppe Grillo ad Avvenire questa è l’unica concessione alle questioni reali del Paese, il resto è stato il nulla farcito di niente con cui Grillo ha accuratamente evitato di parlare di quello che farà il MoVimento e di come il suo partito ha intenzione di interpretare le sfide che gli si pareranno di fronte una volta vinte le elezioni.

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L’analisi più lucida dei movimenti di avvicinamento tra M5S e gerarchie cattoliche

L’endorsement dei vescovi italiani al MoVimento

È interessante notare che, pur di avere la possibilità di intervistare il leader del MoVimento i giornalisti del quotidiano dei vescovi abbiano accettato la regola imposta da Grillo: niente domande di cronaca, niente domande di stretta attualità, niente domande sul disegno di legge elettorale e assolutamente nessuna domanda sui guai del MoVimento 5 Stelle. E c’è da capirli, il quotidiano della CEI è ancora orfano della vecchia Democrazia Cristiana e in mancanza d’altro, nel panorama politico italiano, cosa c’è di più democristiano di un partito che al suo interno racchiude tutto e il contrario di tutto, che rifiuta le ideologie di destra e di sinistra per per porsi idealmente al centro e che non vuole scontentare nessuno?  L’unico bersaglio del M5S è la casta e le sue concrezioni di potere, esponenti di questo sistema da abbattere per restituire la sovranità al Popolo. Questa casta è di volta in volta rappresentata da Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, l’Unione Europea o Angela Merkel ma curiosamente non dalle gerarchie ecclesiastiche perché Grillo sarà pure uno che non si fa problemi a organizzare V-Day ma conosce le buone maniere e non si parla di corda in casa dell’impiccato (ad esempio facendo notare che Avvenire è il quotidiano che maggiormente usufruisce dei fondi pubblici per l’editoria come faceva nel 2014 lo stesso Grillo). Ed ecco che il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana rifiuta sistematicamente di mettere in difficoltà il Capo Politico dei 5 Stelle anche sui temi che stanno più a cuore ai cattolici italiani. Ad esempio quando Grillo spiega che la rivoluzione pentastellata cambierà in meglio la vita delle persone ad Avvenire temono che Grillo sia pro eutanasia e a favore dell’utero in affitto (in realtà Grillo ha duramente criticato Vendola).

Il “meglio” non è automatico. Prova ne sia che nel nostro pezzo di mondo “sviluppato” si discute molto poco di come curare bene gli anziani e tanto della “libertà” di farli morire. E, per disumano sovrappiù, i figli si “fanno fare” anche con l’utero in affitto…
La gran parte delle posizioni etiche trova le sue basi nell’ideologia di chi la esprime. Il Movimento è post-ideologico: non siamo qui a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato per e su ogni argomento. Per noi è fondamentale l’autodeterminazione, intesa come la possibilità data ai cittadini di essere cittadini.

La risposta di Grillo è tranquillizzante solo in parte: non avendo un’ideologia ed essendo post-ideologico il MoVimento non ha posizioni etiche e ognuno nel privato può essere ciò che vuole. Verrebbe da chiedersi che cosa farebbe il MoVimento una volta al potere quando la sua attività di governo dovrà per forza di cose entrare in contrasto con “l’autodeterminazione” intesa come “la possibilità data ai cittadini di essere cittadini”, che come supercazzola è bellissima ma che non rivela nulla.

Idea manipolata e rischiosa, quella di un’assoluta “autodeterminazione”: è libertà senza responsabilità, individualismo e liberismo estremi che aggrediscono e smontano la realtà della con-cittadinanza… 
Il Movimento si è semplicemente impegnato a restituire il Paese in mano alla gente. Per questo non può essere connotato ideologicamente neppure su questioni definite etiche. Per noi conta il ripristino della democrazia in Italia che oggi è sospesa, conta il rientro dei cittadini nelle istituzioni e assistere alla costruzione di una idea di futuro. Cosa vogliamo diventare? Come saremo?

M5S come nuova Democrazia Cristiana

Ma non dobbiamo dimenticarci che l’obiettivo, che Avvenire persegue da parecchio tempo con articoli sulla “riscoperta valoriale” di Grillo, è quello di rendere meno indigesto il M5S all’elettorato cattolico. Quindi non è assolutamente rilevante chiedere conto a Grillo delle simpatie del M5S per Putin o che per Grillo, del quale Avvenire qualche tempo fa lodava l’essere contro ogni mercificazione, abbia messo sullo stesso piano il controllo dei flussi di denaro (qualsiasi cosa voglia dire per uno Stato moderno, perché ovviamente Beppe non è che si spenda in spiegazioni), delle transazioni finanziarie con quello i flussi migratori. Il denaro torna ad essere il male, come mammona, al centro c’è l’idea francescana (o comunista?) della redistribuzione della ricchezza.
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A dimostrare il disperato tentativo dei vescovi italiani di trovare un nuovo partito di riferimento c’è anche l’intervista al direttore del quotidiano della CEI Marco Tarquinio, sul Corriere della Sera dove il direttore loda le aperture di Luigi Di Maio sul tema delle chiusure domenicali e parla di molte sensibilità in comune tra M5S e mondo cattolico. Peccato che al di là dei vuoti proclami di Grillo e l’afflato pauperista del terzomondista Di Dibattista ci sia davvero poco per misurare quanto concreta sia la vicinanza tra i due mondi. Chissà se tutto l’entusiasmo di Avvenire è solo per poter consentire alla CEI di salire comodamente sul carro del vincitore una volta chiuse le urne.
 

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