Cosa ha capito Luigi Di Maio dell’avanzo primario del bilancio

Categorie: Economia, Fact checking

Mentre lo spread supera i 330 punti base e l'asta dei BTP Italia registra un flop il ministro dello Sviluppo Economico ha detto che siccome l'Italia è in avanzo primario possiamo fare più debito. Debito che però nemmeno le famiglie italiane vogliono comprare e i cui interessi costeranno sempre di più

Questa mattina lo spread ha sforato la soglia dei 330 punti base arrivando a toccare i 336 bp per poi scendere a 327 bp. Quello di oggi è stato il punto più alto raggiunto dal differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi dal 19 ottobre. Il rendimento dei Btp decennali ha sfiorato il 3,70% (contro il 3,59%) e il nostro Paese è riuscito a centrare l’obiettivo di Matteo Salvini che aveva promesso per l’Italia una cura ungherese à la Orbán.



Luigi Di Maio e l’avanzo primario

Lo spread tra i Bund e titoli di Stato ungheresi è a 317 punti base. L’Italia è quindi riuscita, dopo sei mesi di governo gialloverde, a fare “meglio” dell’Ungheria dell’amico Orbán. Comprensibilmente nell’esecutivo c’è parecchio nervosismo anche perché l’asta dei Btp Italia è andata molto male. Le famiglie italiane – non i pericolosissimi speculatori finanziari che si muovono su mercati – non hanno risposto alla chiamata e hanno snobbato i titoli di Stato. I numeri sono impietosi: nella prima giornata dell’asta, riservata proprio al pubblico “retail”, sono stati aggiudicati 481,3 milioni di euro. A confronto con la prima giornata di collocamento della precedente emissione dei Btp Italia (governo Gentiloni) aveva fruttato 2,3 miliardi.

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Sono questi i motivi che hanno spinto il vicepremier Luigi Di Maio a parlare di una cosa che evidentemente non ha ben compreso: l’avanzo primario. Oggi Di Maio ha dichiarato che l’Italia «da Maastricht ad oggi ha pagato 670 miliardi di euro di interessi sul debito. Siamo i più ligi di tutti alle regole, continueremo a esserlo nonostante il nostro avanzo primario sia stato bruciato in interessi sul debito» spiegando che «siamo il Paese che ha l’avanzo primario più alto e abbiamo pagato il doppio degli interessi sul debito della Germania. Questo è il momento in cui dobbiamo aiutare la parte della nostra società che sta soffrendo di più, cioè gli imprenditori, i disoccupati e i pensionati. Se non li aiutiamo non riusciremo ad abbassare il debito pubblico e a ripartire dopo la crisi».



Cosa voleva dire Di Maio?

Cosa sta dicendo davvero Di Maio? Partiamo dalla definizione di avanzo primario che è l‘indebitamento netto al netto della spesa per interessi. Detto in altri termini è quanto rimane nelle casse dello Stato prima di pagare gli interessi sul debito pubblico. Da tempo però dal momento che siamo in deficit dopo aver pagato gli interessi sul debito lo Stato si trova ad aver speso molto di quello che gli era stato prestato (con l’emissione di titoli di Stato) e quindi deve fare nuovo debito per pagare gli interessi di cui sopra. Per questo motivo l’avanzo primario è in costante diminuzione come ha detto qualche sera fa la professoressa Veronica De Romanis a Otto e Mezzo spiegando che la Manovra del Popolo potrebbe assottigliarlo ulteriormente.

Fonte: ISTAT

Per questo motivo la frase di Di Maio, quella sul fatto che siamo i più ligi di tutti alle regole e che continueremo ad esserlo, non ha molto senso alla luce di quello che dice successivamente. Perché o l’avanzo primario è stato bruciato dagli interessi sul debito o abbiamo l’avanzo primario più alto d’Europa e quindi per definizione un avanzo primario c’è e non è stato bruciato. Questo accade non per colpa del governo Conte ma perché nel corso degli anni il debito pubblico (pari attualmente al 131,8% del PIL) si è fatto sempre più insostenibile anche in virtù del fatto che il Paese non cresce o quando lo fa non cresce a sufficienza.



Fonte: ISTAT

Ad essere inferiore a quello degli altri paesi dell’Eurozona è invece il debito aggregato ovvero la somma del debito pubblico e di quello dei privati (famiglie, imprese e così via) che – vista la notevole mole dei risparmi degli italiani – supera il debito pubblico. In parole povere se il governo potesse (o volesse) mettere le mani nelle tasche degli italiani il problema sarebbe risolto.

Di Maio però non sta pensando a questo. Potrebbe pensarlo se avesse trovato un modo per far sì che una volta pagati gli interessi sul debito rimanesse ancora qualcosa. Ma Di Maio  sta semplicemente dicendo che va tutto bene, che possiamo fare ulteriore debito come quello che sta precipitando (che però servirà a poco visto che verrà in buona parte mangiato dalla spesa sul debito stesso). In pratica il ministro dello Sviluppo Economico sta facendo e che mentre precipita continua a dire «fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene». Il problema ovviamente non è la caduta, ma l’atterraggio.

 

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