In Austria si ripete il voto del ballottaggio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-01

La Corte costituzionale austriaca ha annullato l’esito delle elezioni presidenziali: non sono stati riscontrati brogli ma soltanto irregolarità. A ricorrere il Partito della Libertà, di estrema destra. Gli elettori saranno richiamati alle urne e i due candidati a succedere all’attuale presidente Heinz Fischer saranno l’ecologista Alexander van der Bellen e Norbert Hofer del partito nazionalista Fpoe

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La Corte costituzionale austriaca ha annullato l’esito delle elezioni presidenziali, tenute il 22 maggio scorso. A ricorrere era stato il Partito della Libertà, di estrema destra. Gli elettori saranno, quindi, richiamati alle urne e i due candidati a succedere all’attuale presidente Heinz Fischer, saranno l’ecologista Alexander van der Bellen e Norbert Hofer del partito nazionalista Fpoe. Quest’ultimo aveva vinto il primo turno ma era stato costretto a cedere nel ballottaggio per soli 30.863. A determinare la vittoria del Verde erano stati i voti giunti per posta, circa 700.000. Il Partito della Libertà aveva fatto ricorso denunciando “un numero robusto di irregolarità”, tra cui, a suo dire, decine di migliaia di schede aperte prima di quando fosse consentito e un conteggio spesso effettuato da persone noj autorizzate a svolgere questo compito. Non sono stati riscontrati brogli ma soltanto irregolarità. 

In Austria si ripete il voto del ballottaggio

“Il ricorso presentato dal leader di Fpo, Heinz-Christian Strache, contro l’elezione del 22 maggio…è stato giudicato fondato”, ha dichiarato Gerhard Holzinger, capo della Corte costituzionale austriaca. Norbert Hofer di Fpo è arrivato primo al primo turno di aprile, ma poi ha perso con un margine di appena 30.863 voti al cospetto di Alexander Van der Bellen, indipendente appoggiato dal Partito Verde, al ballottagio. I risultati preliminari in serata avevano attribuito a Hofer un lievissimo vantaggio, ma dopo il conteggio di 700mila voti postali, Van der Bellen è stato dichiarato vincitore il giorno successivo. L’Fpo, che tutti i principali sondaggi di opinione danno in testa ai gradimenti dell’elettorato a due anni delle elezioni generali (previste nel 2018), specie grazie alla linea dura sull’immigrazione, aveva presentato formale ricorso l’8 giugno per irregolarità diffuse. Tra queste, la denunciata apertura di decine di migliaia di voti prima del tempo che le norme elettorali consentono, oltre al conteggio effettuato da alcune persone non autorizzate ad attività di scrutinio. La Corte ha ravvisato irregolarità in 14 circoscrizioni su 20 di quelle in questione nel ricorso. Nelle scorse settimane il partito aveva annunciato l’intenzione di esaminare gli “innumerevoli” presunti casi di frode che – secondo l’Fpo – avrebbero macchiato il voto. “Depositato un ricorso contro l’elezione presidenziale da parte di Heinz-Christian Strache”, il leader del gruppo di estrema destra austriaca, ha confermato su Twitter il portavoce della Corte costituzionale, nell’ultimo giorno possibile per una contestazione formale dei risultati del voto. Il candidato del Fpo, Norbert Hofer, ha ottenuto al ballottaggio il 49,7% delle preferenze, contro il 50,3% dell’ecologista Alexander Van der Bellen, eletto nuovo presidente. E questo mentre Norbert Hofer aveva invece riconosciuto la vittoria dell’avversario.

La polemica sul ballottaggio

Sulla sua pagina di Facebook invece il leader del partito, Heinz-Christian Strache aveva parlato di irregolarità a Linz e Waidhofen, città in cui il risultato finale ha annunciato una affluenza alle urne del 146,9%. Il ministero dell’Interno aveva spiegato che la cifra è il risultato di un errore di immissione dei dati. Spiegava riguardo Waidhofen an der Ybbs qualche tempo fa Marco Di Blas sul Messaggero Veneto:

I responsabili elettorali del Comune hanno subito verificato che l’errore non era stato commesso da loro. I dati forniti all’ufficio elettorale del Land erano corretti. L’errore era stato commesso nella sede regionale, a St. Pölten, dove, nel calcolare il numero dei votanti (non i voti espressi per l’uno e per l’altro candidato), non erano state sommate le schede dei voti al seggio con le schede giunte per posta, ma le prime (6.102) con il numero totale dei voti validi (7.160). Il totale così ottenuto (13.262) rappresenta infatti il 147% degli aventi il diritto al voto (che nel comune di Waidhofen erano 9.026). L’errore riguarda il solo dato statistico relativo alla partecipazione al voto e non interferisce con i risultati ottenuti da Van der Bellen e da Hofer.

Riguardo Linz Strache aveva segnalato una partecipazione al voto schizzata addirittura al 598% nel cosiddetto “Sondersprengel”, che significa “seggio elettorale speciale”. Gli elettori iscritti erano 3.518, ma alla fine le schede scrutinate erano state 21.060. il caso si era chiuso subito dopo:

Se Strache, prima di intervenire su Facebook, avesse letto con più attenzione la pagina web del Comune di Linz, avrebbe scoperto che il “Sondersprengel” riceve non soltanto le schede degli elettori ammalati o comunque impossibilitati a recarsi ai loro seggi normali (quelli che si erano iscritti per ricevere a casa loro la visita delle “seggio speciale” erano appunto 3.518), ma anche le schede inviate per posta»

I voti per posta, tra l’altro, non sono soltanto i voti degli elettori austriaci all’estero. Gli oltre 800 mila voti per corrispondenza del secondo turno delle recenti elezioni presidenziali sono di elettori austriaci che risiedono in Austria, ma che hanno trovato più comodo votare in questo modo, anziché recarsi al loro seggio. Le ragioni possono essere tante. Per esempio, perché in una tiepida domenica di fine maggio molti avevano preferito andare a spasso ai laghi o in montagna. Oppure perché erano in viaggio. O anche perché in Austria, a differenza da quanto avviene in Italia, i seggi non restano aperti due giorni, ma soltanto alla domenica e chiudono alle 17, in molti Länder già alle 16, in alcune località addirittura alle 11 del mattino.

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