L'assegno da 80 milioni di Beppe Grillo è scoperto. Ti rendi conto???

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-12-01

Matteo Renzi con la riforma costituzionale promette tagli sui costi della politica? E allora il MoVimento 5 Stelle risponde con un assegno gigante da 80 milioni. Ma c’è un problema: più della metà di quei soldi che Grillo ha restituito al popolo italiano il M5S non li ha mai potuti avere…

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Lunedì Beppe Grillo era a Firenze in una Piazza della Signoria semi deserta a presentare l’ultima trovata del MoVimento 5 Stelle in fatto di propaganda: l’assegno da 80.727.585 euro (156,4 miliardi di vecchie lire) che il M5S ha intestato “al Popolo Italiano”. Si tratta del secondo Restitution Day del 2016, a maggio infatti i parlamentari del MoVimento avevano presentato – con il solito mega assegno che fa tanto concorso a premi – la restituzione di sedici milioni di euro da destinare al fondo per il microcredito.
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Il gioco delle tre carte di Beppe Grillo

Ma a Firenze Grillo ha voluto fare le cose in grande e ha spiegato sul blog che tra le ragioni per dire No alla riforma costituzionale Renzi-Boschi che promette di tagliare i costi della politica c’è il fatto che il MoVimento ha fatto risparmiare agli italiani 80 milioni di euro “senza cambiare 47 articoli della Costituzione”. Questo perché, come scrive Grillo sul sito ufficiale del suo partito “il MoVimento 5 Stelle dalla sua nascita ad oggi ha rinunciato, restituito e donato oltre 80 milioni di euro. Precisamente: 80.727.585 euro (156,4 miliardi di vecchie lire). Una cifra che aumenta ogni giorno“. Ma c’è un problema, perché quell’assegno che Grillo ha mostrato con orgoglio insieme ad altri parlamentari, eurodeputati e attivisti pentastellati a 5 Stelle è scoperto. Per scoprirlo non serve andare in banca (sarebbe davvero scomodo presentare quell’assegno allo sportello) ma basta guardare come i Cinque Stelle sono arrivati a quella cifra.

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“rinunciato, restituito O donato” sarebbe stato più corretto

Lo spiega direttamente Grillo sul blog quindi affidandoci alla sua trasparenza scopriamo che 42.782.512 di euro sono i rimborsi elettorali per le politiche 2013 cui il M5S ha “rinunciato”; 4.773.536 sono i elettorali rimborsi per le regionali 2010-2014; tre milioni di euro sono i fondi cui la delegazione del M5S all’Europarlamento avrebbe diritto in quanto parte del gruppo EFDD. Ci sono poi i 19.493.075 derivanti dai tagli degli stipendi dei parlamentari e dalla restituzione della parte di diarie non rendicontate che sono stati destinati al fondo per il microcredito e al fondo per l’ammortamento per i titoli di Stato. Anche i consiglieri regionali hanno restituito 8.613.724 destinandoli al fondo al microcredito, così come i parlamentari europei che hanno restituito 479.000 euro. C’è poi il 1.091.744 derivante dalla rinuncia all’indennità di carica da parte dei parlamentari e consiglieri regionali ed infine i 420 mila euro raccolti durante lo Tsunami Tour e donati per la ricostruzione di una palestra a Mirandola dopo il terremoto del 2012 (poi però quando gli elettori votarono PD i grillini se la presero male).
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Finanza creativa? Chiedimi come!

Chi si fosse limitato a guardare il mega assegno e a leggere i post trionfanti dei politici pentastellati potrebbe essere stato indotto a pensare che il MoVimento ha davvero versato, il 28 novembre 2016, 80 milioni di euro (e rotti) al popolo italiano, ma non è così. Partiamo dalla cifra più consistente, i 42 milioni di euro di rimborsi elettorali per le politiche 2013 cui il MoVimento ha rinunciato. In realtà a quei soldi il partito di Grillo non aveva diritto poiché al momento delle elezioni non aveva uno statuto, cosa che è nota almeno dal 2012 ovvero da quando è stata approvata la legge che regola i rimborsi elettorali che prevede che per ottenere i rimborsi i partiti (ma anche i movimenti) devono dotarsi di uno statuto, ovvero di quella cosa che per diversi anni il M5S si è rifiutato di avere. E dal momento che non si può rinunciare a qualcosa che in ogni caso non ti sarebbe stato dato allora non si possono conteggiare quei 42 milioni di euro. Andiamo oltre: per quanto riguarda i tre milioni destinati dall’Europarlamento al M5S quei soldi sono in minima parte del Popolo italiano, poiché l’Europarlamento è finanziato con i contributi di tutti gli Stati membri, quindi di tutti i cittadini europei. Arriviamo quindi alla restituzione vera e propria, quei quasi venti milioni che i parlamentari a Cinque Stelle hanno destinato al fondo al microcredito. Come abbiamo già visto 16 milioni di euro erano già stati versati a maggio, quante vuole si possono versare gli stessi soldi? Solo una.

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Un bellissimo assegno scoperto, oggi.

Ma questo per il MoVimento non è un problema visto che ad ogni “restituzione” annuale l’ammontare dell’assegno staccato a favore del fondo al microcredito aumenta (nel 2015 erano dieci milioni ad esempio) di pari passo con il totale. Ma un conto è dire che “stiamo restituendo 16 milioni” lasciando intendere “per il 2016” un conto è dire “quest’anno abbiamo restituito 6 milioni che si vanno ad aggiungere ai dieci che abbiamo già versato in precedenza”. Da qualunque parte la si guardi il MoVimento ha già restituito quei 16 milioni, quindi non può metterli nell’assegno da 80 milioni (datato 28 novembre 2016). Lo stesso si può dire per la donazione per la palestra di Mirandola che sono effettivamente già stati versati. Il fatto inoltre che l’intera manifestazione sia stata chiamata “Restitution Day” lascia intendere che la donazione/restituzione da 80 milioni sia avvenuta contestualmente in un solo giorno, ma questo non è vero. Se Grillo fosse stato onesto non avrebbe scritto che “il MoVimento 5 Stelle dalla sua nascita ad oggi ha rinunciato, restituito e donato oltre 80 milioni di euro” perché non ha rinunciato a 42 milioni e ne ha restituiti di meno. Il Capo Politico del MoVimento ha quindi poco da stupirsi riguardo al fatto che “per i giornali”  il Restitution Day da 80 milioni di euro non è mai esistito, perché è vero: Grillo non avrebbe mai potuto restituire il 28 novembre quegli 80 milioni di euro, semplicemente perché più della metà non li ha mai avuti e gli altri li ha già dati. Se il Popolo italiano volesse incassare quell’assegno scoprirebbe semplicemente di essere stato truffato.

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