L'incontro segreto di Mazzillo con i sindacalisti ATAC

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-09-02

«Non posso accettare che finisca così, che tutto il lavoro fatto finora venga buttato, tutte le promesse per cui siamo stati eletti… Mi hanno cacciato via per questo e io gliela faccio pagare», avrebbe detto l’ex assessore promettendo battaglia sulla municipalizzata. Ma lui smentisce

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La scena si è svolta alla pasticceria Panella, su via Merulana, al centro della Capitale. Protagonisti: l’ex assessore al bilancio Andrea Mazzillo e due sindacalisti ATAC. Il racconto è di Ilario Lombardo sulla Stampa e per renderlo più veritiero c’è persino una foto che ritrae l’ex della Giunta Raggi con uno dei due sindacalisti.

L’incontro segreto di Andrea Mazzillo con i sindacalisti ATAC

Da tempo Mazzillo racconta dei suoi propositi di vendetta nei confronti della sindaca per il modo in cui è stato defenestrato, “minacciando” anche una candidatura alle Regionali al fianco di Roberta Lombardi. Qui però la vicenda della vendetta, tremenda vendetta assume contorni di interessante complottismo. Uno dei punti che hanno portato a una rottura tra l’ex assessore e la sindaca è il metodo di salvataggio di ATAC, che ieri ha ufficialmente annunciato l’adesione al concordato preventivo mentre un’azienda ha già fatto un’istanza di fallimento presso il tribunale.
andrea mazzillo atac
Si sa che Mazzillo avrebbe preferito non percorrere la strada del concordato preventivo, soprattutto per una questione che riguardava i conti di Roma: il Comune è infatti tra i creditori di ATAC e l’adesione al concordato mette a rischio quel credito, e di conseguenza anche il bilancio del Campidoglio che si regge in piedi anche grazie alla promessa di arrivo di quei soldi, prima o poi. Il rischio è stato paventato anche da Federica Tiezzi, la commercialista a capo dell’OREF, che ha offerto un’insperata sponda a Mazzillo nel suo ultimo periodo di permanenza in Campidoglio.

L’incontro in pasticceria

E in questo scenario si inserisce l’incontro tra Mazzillo e i due sindacalisti ATAC raccontato dalla Stampa. «Non posso accettare che finisca così, che tutto il lavoro fatto finora venga buttato, tutte le promesse per cui siamo stati eletti… Mi hanno cacciato via per questo e io gliela faccio pagare», è uno dei virgolettati riportati. L’ex assessore vuole intestarsi una battaglia assieme a una fetta del M5S delusa da Raggi che la pensa come lui e con la complicità dei sindacalisti che ne condividono le preoccupazioni sui posti di lavoro. Usa spesso il «noi» e alla prima persona plurale lega la possibilità del sabotaggio in extremis del concordato.

Mazzillo raccoglie informazioni e reagisce con stupore quando uno dei due sindacalisti gli racconta il debutto in Atac dell’assessore alle Partecipate Massimo Colomban, con il quale si è più volte scontrato in giunta. «Dieci mesi fa si è presentato dicendo che era necessario tagliare 800-900 unità, anche per dare un primo segnale». «Davvero? – esclama Mazzillo – Diceva queste cose già dieci mesi fa?». È incredulo, evidentemente non pensava che Colomban avesse sin da subito le idee chiare su dove puntare. «Il concordato era deciso da tempo», sostengono tutti al tavolo.

conti comune roma
Le cifre del dissesto in ATAC e nel bilancio del Comune (Il Messaggero, 25 agosto 2017)

Forse già da ottobre, quando Colomban piomba a Roma per volere della Casaleggio e nello stesso giorno viene nominato assessore con Mazzillo: «Avevamo un programma, che hanno tradito. Avevamo fatto delle promesse sui posti di lavoro in Atac». Le unità, così chiamate da Colomban. «Come si fa a dire – continua Mazzillo – taglio queste unità, senza specificare se sono autisti, amministrativi, e senza prima verificare le necessità delle singole categorie?».

La vendetta di Mazzillo su ATAC

Secondo la narrazione un po’ sconclusionata dell’incontro tra le alternative al piano del Comune per il concordato preventivo c’è “una grande azienda unica regionale, sul modello delle aree metropolitane del Nord Europa”, come se questo risolvesse i problemi di un’azienda in queste condizioni. Il sindacalista ha le idee chiare sui nemici da indicare:

«Anche lei è rimasta prigioniera del relazionismo di Roma. Non doveva dare spazio a gruppuscoli sindacali come quello della Quintavalle (Micaela, leader della sigla “Cambiamenti M410”). E non doveva nominare Manuel Fantasia (ex amministratore unico, ndr) e lasciare andare via Marco Rettighieri, l’unico davvero competente». Mazzillo annuisce. «Sono stati fatti errori ma la strada era giusta…» dice rievocando le difficoltà incontrate in Campidoglio, tra gli sgambetti dei dirigenti.
«Bisogna dare direttive politiche chiare. Non puoi essere ostaggio di Viola (Maurizio, direttore del dipartimento Mobilità e Trasporti) e compagnia. Io andavo lì e li mettevo in riga». Le dimissioni bruciano, per Mazzillo, e bruciano perché lo hanno costretto a subire l’onta di essere sostituito dall’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, di un altro Comune a 5 Stelle.

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I debiti di ATAC (In Onda, 24 agosto 2017)

Ma il punto è che anche nel MoVimento 5 Stelle leggono i giornali. E indovinate cosa faranno quando scopriranno la storia della vendetta di Mazzillo nei confronti di Raggi?
EDIT: La dichiarazione di Mazzillo sull’incontro di ieri:

“Mi preme sottolineare che le parole carpite dal giornalista sono destituite di ogni fondamento in particolare nel virgolettato in cui mi si attribuisce la volontà di far pagare alla sindaca il mio allontanamento dalla giunta, articolo sul quale ho chiesto un approfondimento da parte del mio legale”. Lo precisa l’ex assessore al Bilancio di Roma Capitale, Andrea Mazzillo, in merito alle notizie apparse sulla stampa su Atac e un suo incontro con sindacalisti del comparto del Tpl.
“Credo fermamente nel dialogo con i lavoratori e tutte le forze sociali per preservare Atac ed il suo futuro industriale – prosegue Mazzillo – Ricostruzioni e speculazioni giornalistiche circa il rapporto con assessori ed uffici capitolini sono assolutamente fuorvianti e non capisco per quale ragione si sia voluto carpire parole e discorsi nell’ambito di una conversazione privata senza chiedere direttamente un’intervista”.
“In questi giorni sono sempre stato a disposizione della stampa, ho parlato con tante testate, rubare in questo modo ‘virgolettati’, non offre un valore aggiunto al diritto di cronaca, soprattutto quando non risponde a ciò che realmente è accaduto offendendo la persona colpita e la categoria oltre ai cittadini”, conclude l’ex assessore.

Leggi sull’argomento: ATAC: cosa succede con il concordato preventivo

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