Il 17 maggio la voce si è sparsa velocemente: Amazon vende un Kindle Fire con schermo da sette pollici e 16 gb di memoria in offerta speciale ad un euro, con spedizione senza costi aggiuntivi con Prime. Apriti cielo. In pochi minuti tutti gli iscritti hanno cominciato a ordinare, ordinare, ordinare uno e più Kindle pensando probabilmente che fosse tutto ok e sperando anche di poter fare qualche affare anche rivendendo l’oggetto. Ma qualche tempo dopo l’offerta è scomparsa e il prezzo è tornato agli ordinari 70 euro.
Amazon ha anche inviato una mail di scuse agli utenti:
Ti informiamo che abbiamo annullato il tuo ordine numero XXX a causa di un errore di prezzo del seguente articolo:
XXX
Fire, schermo da 7″, Wi-Fi, 16 GB (Blu) – Con offerte speciali
Il prezzo dell’articolo indicato sul sito era erroneo, pertanto, non abbiamo potuto dare corso al tuo ordine. Se volessi riacquistare gli articoli inclusi in questo ordine, ti invitiamo a effettuare nuovamente l’ordine sul nostro sito.
Ma poco dopo l’ufficializzazione dell’errore, accompagnata dall’annullamento degli ordini effettuati, i clienti si sono rapidamente mobilitati, pubblicando recensioni negative per l’annullamento dell’ordine e persino con una petizione on line che chiedeva di risarcire il danno “morale ed economico”.
E inutile sottolineare che anche la pagina fan di Amazon su Facebook si è riempita di proteste:
Oggi #Amazon ha messo in vendita il suo #tablet #Fire a 1 euro: ora non vuole consegnarlo adducendo un errore, ti sembra giusto? a noi sembra tra le #cosedanoncredere! Segnala qui
E c’è chi parla di segnalazioni all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e all’Autorità per le telecomunicazioni. Quando Amazon e IBS, sempre per errore, vendettero a prezzo ridicolo un cofanetto di dischi di David Bowie poi diedero seguito agli ordini inondati dalle proteste. Stavolta cosa accadrà?