Sandro Donati e Alex Schwazer vittima di una cospirazione

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-08-16

Secondo l’allenatore del marciatore la squalifica di Schwazer è arrivata per punire l’impegno di Donati contro la corruzione nella IAAF. Il mistero del complotto contro l’atleta italiano si infittisce

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Alex Schwazer non gareggerà alle Olimpiadi di Rio: il marciatore italiano è stato squalificato per otto anni. Una carriera finita. Ma secondo alcuni, in testa l’allenatore di Schwazer Sandro Donati l’atleta altoatesino è vittima di una cospirazione creata ad arte per escluderlo dalle competizioni.

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Il comunicato stampa con cui Schwazer annunciava di voler andare a Rio per attendere l’esito della sentenza del TAS

Schwazer squalificato fino al 31 dicembre 2023

Il pubblico, così come è accaduto un passato anche per Pantani (e come per qualsiasi processo di rilevanza mediatica), si divide tra innocentisti e colpevolisti. Chi ritiene che il marciatore sia colpevole lo fa in forza di una sentenza di condanna del TAS, il tribunale arbitrale sportivo che ha accolto la richiesta della IAAF che aveva trovato Schwazer positivo agli steroidi in seguito ad un test somministrato a gennaio 2016. A differenza di quanto accade nel 2012, quando Schwazer fu trovato positivo all’EPO, il corridore non ha ammesso le sue colpe anzi ha proclamato con forza la sua innocenza, tentando fino all’ultimo ogni strada possibile per poter gareggiare a Rio. A favore della propria innocenza Schwazer e i suoi avvocati parlano di fialette con i campioni manipolate e di una sentenza già scritta per impedire che un atleta che “dà fastidio” potesse partecipare alla competizione olimpica. Spiegano che in questi quattro anni di squalifica l’altoatesino è sempre stato trovato negativo a tutti i controlli (oltre quaranta). Altri, come il giornalista di Panorama Gianluca Ferraris, inanellano una serie di coincidenze per spiegare che Schwazer è vittima di un complotto. Della Federazione internazionale, dell’allenatore degli atleti cinesi (l’italiano Sandro Damilano) e in buona sostanza di tutti coloro che mal tolleravano un possibile ritorno – da protagonista – di Schwazer sulle scene. Oggi ad Agorà Sandro Donati l’ha detto chiaro e tondo:

È stata creata una manipolazione. Il controllo del primo gennaio è stato pianificato con un anticipo di 15 giorni. Bisognava mettere fine al mio impegno contro le federazioni corrotte e la Federazione internazionale di atletica lo è

Schwazer il capro espiatorio

Donati è stato infatti in passato uno di coloro che hanno smascherato il sistema EPO collaborando con la WADA (che però non gli ha rinnovato l’incarico) e c’è chi sostiene che la IAAF stia cercando di fargliela pagare a lui e che Schwazer, scegliendolo come allenatore dopo la squalifica di quattro anni fa, si sia messo “contro” la Federazione Internazionale. Altra coincidenza che dà fiato alle trombe degli innocentisti: in passato anche le analisi di un altro atleta allenato da Donati furono “manomesse”. Ma per quale motivo la IAAF e il TAS avrebbero “fatto fuori” l’atleta italiano? C’è chi dice che è stato per fare un dispetto a Donati, chi invece per punire un corridore che in questi anni aveva denunciato casi di doping e chi invece parla di interessi economici che sarebbero stati danneggiati da un’eventuale partecipazione di Schwazer ai Giochi. Donati è stato ancora più esplicito: “Schwazer è fortissimo. Avrebbe tolto risultati a persone che hanno il dominio nella marcia“, ha detto su Rai Tre questa mattina. Il problema però è solo uno: chi fa queste affermazioni non ha prove. Purtroppo per Schwazer le uniche prove sono quelle analisi che hanno portato alla sua squalifica. Sono state manomesse? Ci sono state irregolarità? Non è da escludere, il TAS però non ne ha rilevate.

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