Per il consigliere regionale lombardo della Lega Alex Galizzi, se a Bergamo c’è un problema con la “droga dello stupro” che mette in pericolo “donne, ragazze e ragazzi”, quello che c’è da fare è: “Monitorare spedizioni internet, locali pubblici ed ambienti gay”. A far scattare l’allarme la notizia del sequestro di un importante quantitativo di questa particolare sostanza a un 49enne che l’aveva acquistata dall’Olanda. “Se togliessimo il velo di ipocrisia che riguarda taluni gusti sessuali – ha spiegato in un post social l’esponente del Carroccio, vicepresidente della commissione antimafia del Pirellone – avremmo campo libero per arginare questa droga che sconfigge psicologicamente e fisicamente le donne e ragazze, ma che oggi deve preoccupare pure i ragazzi”. Più che togliere veli di ipocrisia ci sarebbero da superare stereotipi e narrazioni che ormai non hanno più ragione di esistere nel ventunesimo secolo.
Contro le sue parole discriminatorie si è schierata Arcigay, con il presidente della sezione di Bergamo Marco Arlati che ha definito le frasi “aberranti e agghiaccianti”. Ma la tesi è così indifendibile che non ha trovato sponda neanche nei suoi colleghi di partito, che si sono dissociati. Cristian Invernizzi, deputato 44enne di Treviglio, ha parlato di “un’uscita infelice e sbagliata”. “Galizzi – ha aggiunto – dice che fa riferimento ad alcune ricerche e dati che io non conosco”. Infatti lo stesso consigliere ha poi provato a contestualizzare il suo post, rimosso intanto dai social: “Conosco i dati. Le statistiche dicono che in alcuni ambienti l’utilizzo di droghe è maggiore. Non sono parole offensive, ma è un monito a tutela di tutti, in particolare dei giovani. Si vuole persino far finta che non esistano ambienti gay, ma tutti siamo consapevoli che generalmente i locali stessi hanno clienti che hanno abitudini simili, sportive, sessuali o lavorative che siano. L’importante è tutelare la persona, non le lobby”.